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Azad Zangana

Il limbo della Brexit avrà mai fine?

La possibilità che l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue sia rinviata al 31 ottobre prolunga l’impasse. Con conseguenze negative per l’economia e la politica monetaria

di Chiara Merico 12 Aprile 2019 13:31

Qualche mese in più per decidere: sulla Brexit si prolunga l’incertezza. Come nota Azad Zangana, senior European economist & strategist di Schroders, il Regno Unito ha ottenuto una seconda estensione della deadline stabilita dall’Articolo 50, evitando la Brexit ‘no-deal’ che si sarebbe verificata il 12 aprile. Ora il Paese avrà tempo fino al 31 ottobre per approvare il Withdrawal Agreement attuale, sebbene vi siano state delle divergenze tra gli Stati dell’Ue su quanto a lungo concedere al Regno Unito di rimanere nell’Unione.

BRACCIO DI FERRO CON L’EUROPA


Il primo ministro britannico Theresa May aveva infatti richiesto formalmente una proroga fino alla fine di giugno, ma la maggior parte dei leader dell’Ue si sarebbe dichiarata a favore di un rinvio più lungo, spingendo per un’estensione fino alla fine dell’anno o addirittura oltre. Una voce fuori dal coro, secondo quanto riportato, è stata quella del presidente francese Emmanuel Macron, che ha espresso preoccupazione sulla possibilità che Londra interferisse con gli affari dell’Unione Europea, ad esempio votando contro l’approvazione del budget annuale, e spingendo quindi per un’estensione molto più ridotta.

IMPROBABILE UNA BREXIT ANTICIPATA


E ora cosa succederà? Secondo Zangana, “se lo stallo dovesse continuare, il Regno Unito dovrebbe partecipare alle elezioni parlamentari del 23 maggio”, quindi eleggere i suoi rappresentanti al Parlamento europeo. Tuttavia, May continua a sperare che ciò possa essere evitato con la rettifica del Withdrawal Agreement prima del 22 maggio, che porterebbe ad una Brexit anticipata. L’esperto ritiene comunque “improbabile che venga anticipata la nuova scadenza rigida del 31 ottobre o che vi siano sanzioni per comportamenti scorretti”.

Azionario europeo, forse il pessimismo è eccessivo?


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LE CONSEGUENZE NEGATIVE DELL’IMPASSE


La proroga non esclude, però, conseguenze negative. “Sebbene un rinvio sia preferibile a una Brexit ‘no-deal’ per l’economia e per la sterlina, la mancanza di condizioni nella concessione dell’estensione ha indebolito gli incentivi per il Parlamento britannico a trovare una soluzione”, nota Zangana. May si è resa conto che le divisioni nel suo partito rendono necessario trovare un’intesa con il principale partito di opposizione, il Labour Party, ma attualmente “le probabilità che le discussioni tra il primo ministro e il Labour Party portino ad un accordo sono molto basse”.

DIFFICILE IMMAGINARE UNA VIA D’USCITA


Nel complesso, sottolinea Zangana, “fatichiamo a immaginare cosa potrebbe sbloccare l’impasse. Vi è un’elevata probabilità che in occasione della review di giugno – in cui verranno esaminati i progressi fatti dalla Gran Bretagna sul fronte della Brexit, ndr - vengano richieste azioni più decise, prima che un’altra riunione di emergenza dell’Ue possa concedere un’ulteriore estensione alla fine di ottobre”.

LA CRESCITA RESTA DEBOLE


Nel frattempo, sottolinea lo strategist, l’economia continua a soffrire. I sondaggi sulle imprese suggeriscono un contesto di crescita debole, con la maggior parte dell’attività concentrata sull’accumulo di scorte in preparazione alla Brexit, piuttosto che essere rivolta alla domanda attuale. Ad un certo punto l’accumulo raggiungerà un limite e l’output inizierà a rallentare per adeguarsi alla crescita più debole dei consumi e degli investimenti.

RINVIATO IL RIALZO DEI TASSI


E anche sul fronte della politica monetaria, la Bank of England avrebbe voluto alzare i tassi, portandoli a livelli più normali, ma è stata frenata dai rischi di downside per l’economia legati alla Brexit. “Vi è ora la possibilità che, con un rinvio più lungo, la BoE decida di alzare i tassi a maggio,una probabilità che stimiamo al 20%. Tuttavia, è più probabile che si attenda il completamento della Brexit. Ciò implica che il rialzo da noi previsto per agosto sarà posticipato, potenzialmente a novembre o più tardi ancora, data la possibilità di un’ulteriore estensione oltre ottobre”, fa sapere Zangana.
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