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Eurozona: continua il sostegno della Bce, ma le preoccupazioni restano

Secondo il team investimenti di Pramerica Sgr, le mosse annunciate da Draghi assicurano un supporto all’economia dell’area euro. Ma è proprio questo aspetto a preoccupare gli investitori

15 Marzo 2019 14:52

Previsioni in calo su crescita e inflazione e una serie di azioni di politica monetaria: le recenti decisioni della Bce hanno sorpreso i mercati, come spiega un commento a cura del team investimenti di Pramerica Sgr.

QUATTRO MOSSE DI POLITICA MONETARIA


In dettaglio, le azioni annunciate sono quattro:
- mantenere i tassi di interesse ufficiali fermi, almeno fino a fine 2019 e, comunque, per tutto il tempo necessario al fine di garantire la convergenza del tasso di inflazione verso un livello inferiore, ma prossimo al 2%
- continuare a reinvestire totalmente quanto proveniente dalla scadenza dei titoli detenuti in bilancio in seguito al Quantitative easing
- lanciare una serie di nuove operazioni di rifinanziamento a lungo termine (Tltro – III, biennali con l’ultima con scadenza a marzo 2023) per il sistema bancario, al fine di garantirne il funzionamento come canale di trasmissione all’economia delle azioni di politica monetaria. Le operazioni intendono spingere le banche a concedere credito
- continuare a dare piena allocazione alle richieste di finanziamento a tasso fisso, almeno fino a marzo 2021.

SULLE STIME PESANO FATTORI ESTERNI


Inoltre, sottolinea il team, “sono state ridotte le stime di crescita per il 2019 dal +1,7% al +1,1% e, marginalmente, anche per il 2020. La Bce non si aspetta che il target di inflazione sia raggiunto, almeno fino al 2021”. La revisione delle stime e le conseguenti decisioni sulla politica monetaria, ha spiegato Draghi, sono frutto essenzialmente di fattori esterni all’area euro, dove invece il mercato del lavoro tiene, i salari continuano a crescere e le condizioni finanziarie si mantengono favorevoli. Tra i fattori esterni ci sono in particolare “quelli relativi alla geopolitica, al protezionismo e alla vulnerabilità delle economie emergenti, elementi collegati in particolare alla guerra commerciale tra Usa e Cina”.

UN SOSTEGNO ANCHE IN CASO DI PEGGIORAMENTO DEL QUADRO


Le mosse annunciate dal presidente della Bce, pur non rappresentando una cura, sono “un sostegno importante, per l’economia e per i mercati”, spiegano gli esperti di Pramerica Sgr. Anche se le dichiarazioni di Draghi potrebbero apparire in contraddizione con quanto annunciato nei meeting precedenti, sono comunque “coerenti con un comportamento della Banca centrale dipendente dai dati sull’andamento dell’economia dell’Eurozona e aumentano il grado di flessibilità della risposta della BCE alle necessità dell’economia dell’area”. In sostanza, se le condizioni economiche dovessero peggiorare, la Bce potrà mettere in atto maggiori stimoli.

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I TIMORI DI UNA FRENATA PIU’ BRUSCA DEL PREVISTO


Tuttavia, proprio questo aspetto è il più preoccupante per gli investitori: l’economia dell’eurozona mostra infatti di avere ancora bisogno del sostegno della politica monetaria della Bce. “Il timore è che il rallentamento possa essere più forte del previsto, anche di quanto previsto dalla stessa Bce”, notano gli esperti di Pramerica Sgr. Ci sono poi una serie di implicazioni per le asset class: ad esempio, “un periodo prolungato di politica monetaria espansiva, come quello che si prefigura, penalizza la redditività di settori importanti del mercato azionario (banche, assicurazioni), ma contemporaneamente rilassa l’atteggiamento degli investitori verso quelle asset class che offrono un buon rendimento (titoli della periferia, corporate) e che continueranno a essere ricercate”.
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