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Idee di investimento – Obbligazioni – 28 gennaio 2019

L’inizio d’anno ha allentato le pressioni sulle obbligazioni societarie mentre il dollaro dovrebbe gradualmente indebolirsi. Occorre controbilanciare i rischi utilizzando Treasury, credito e valute emergenti

28 Gennaio 2019 09:02

PORTAFOGLIO BILANCIATO


Alla luce dei tanti fattori che possono influenzare il mercato, Maria Paola Toschi, Market Strategist di J.P. Morgan AM, ha pensato che un adeguamento dell’allocazione verso un portafoglio più bilanciato fosse più appropriato. “Un portafoglio bilanciato che evita le grandi scommesse di asset allocation relative ai benchmark, in entrambe le direzioni, sembra ancora prudente – afferma nell’articolo Non è il momento di stravolgere i portafogli di investimento Toschi – Nell’azionario, vi è il rischio di sovrappeso su titoli small cap, growth e di bassa qualità. Nell’ambito del reddito fisso, i titoli di Stato statunitensi a più lungo termine potrebbero rappresentare un fattore di equilibrio tra le esposizioni azionarie, ma il sovrappeso sul credito appare rischioso e gli investitori dovranno essere selettivi. Considerati i rischi in alcune aree del mercato del reddito fisso, gli investitori potrebbero anche prendere in considerazione strategie alternative absolute return, con la possibilità di avere coperture sull’azionario senza dipendere esclusivamente dal reddito fisso per ridurre il rischio”, spiega la strategist.

IL CONTESTO OBBLIGAZIONARIO RESTA SFIDANTE


In ogni caso, come ha modo di argomentare Giordano Beani, head of multi-asset fund solutions Italy di Amundi Sgr, nell’articolo Il 2019 parte meglio del previsto, ma serve prudenza sono più di uno i fattori che hanno propiziato il recupero delle quotazioni delle obbligazioni societarie, sebbene il più importante sia da ricercarsi nella convinzione che le politiche monetarie siano ora in prospettiva più accomodanti rispetto alle aspettative di qualche mese fa. Certo, sottolinea l’esperto, è bene che gli investitori tengano a mente che persistono le incertezze riguardo agli sviluppi della Brexit e al blocco delle attività amministrative del governo statunitense: due fattori capaci di esercitare alla lunga implicazioni negative sul credito.

IL CICLO DEL CREDITO SOCIETARIO


Restando nell’ambito del mercato obbligazionario societario, se i livelli aggregati di indebitamento in questo settore appaiono superiori rispetto a cinque anni fa, Gene R. Tannuzzo, vice responsabile reddito fisso globale di Columbia Threadneedle Investments, nell’articolo Obbligazioni, opportunità dai cicli divergenti osserva amplissime divergenze. A livello settoriale e geografico, con una ripresa degli utili nel settore dell’energia, dei metalli ed estrattivo, dopo tre anni di prezzi in caduta e aumento delle insolvenze, mentre a livello geografico i parametri creditizi appaiono più in salute in Europa rispetto agli Stati Uniti, mentre altre aree, come la Cina, presentano oneri debitori più preoccupanti. In generale, nota l’esperto, in questa fase “i tassi d’interesse statunitensi appaiono più interessanti, dato che i rendimenti sono saliti notevolmente, e la modalità di reazione della Fed è probabilmente destinata a cambiare”. L’approccio del gestore resta difensivo sui tassi d’interesse in altri mercati sviluppati, in quanto il ciclo di incremento dei tassi è appena iniziato. Sul fronte del credito societario, a preoccupare maggiormente è l’elevato livello di indebitamento tra le aziende statunitensi; tuttavia si ravvisano opportunità legate alle divergenze tra settori e aree geografiche. Per Tannuzzo “il ciclo del credito al consumo appare particolarmente promettente”, e “il credito sovrano, soprattutto nei mercati emergenti, offrirà occasioni appetibili nel 2019 per effetto della netta impennata dei rendimenti, pur restando soggetto ad amplissime differenze tra i vari Paesi”. Dopo un anno negativo per le obbligazioni, il 2019 potrebbe offrire risultati molto più interessanti agli investitori che sapranno destreggiarsi tra cicli di credito e politiche monetarie molto divergenti.

FORTE SOTTOVALUTAZIONE DELLE VALUTE EMERGENTI


Anche il fattore valutario potrà offrire opportunità. Secondo la view degli esperti di Goldman Sachs Asset Management (GSAM), quest’anno ci saranno interessanti potenzialità di rendimento per gli attivi dei mercati emergenti, soprattutto per valute e azioni. In base alle stime di GSAM, illustrate nell’articolo Mercati emergenti verso una possibile rotta rialzista le valute dei mercati emergenti risultano sottovalutate del 12% (se aggregate utilizzando l’indice MSCI Emerging Market) e del 23% (utilizzando l’indice JPM GBI). Da notare che tale differenziale rispetto al fair value è paragonabile a quello registrato all’inizio degli anni duemila e nei primi mesi del 2016, due periodi poi seguiti da considerevoli rivalutazioni delle valute emergenti.

LE RAGIONI DI UN PROBABILE INDEBOLIMENTO DEL DOLLARO


A favorire un recupero delle monete dei paesi in via di sviluppo anche il possibile indebolimento del dollaro USA. Secondo Adrian Owens, investment director obbligazioni e valute di Gam Investments, nel 2019 il differenziale di crescita tra gli Stati Uniti e il resto del mondo potrebbe calare, e se l’economia americana rallentasse ancora, il deficit del Paese potrebbe iniziare a preoccupare veramente, considerata la politica fiscale pro-ciclica di Trump. Inoltre, il presidente statunitense potrebbe influire sull’andamento della valuta statunitense con le sue dichiarazioni: “Non ci sorprenderebbe se iniziasse a promuovere un dollaro più debole per sostenere le esportazioni”, spiega nell’articolo La partita Usa-Cina e l’impatto sul dollaro Owens, secondo cui alla luce di tali preoccupazioni è probabile che nel corso dell’anno ci sia un indebolimento della moneta americana.

MITIGARE I RISCHI DI PORTAFOGLIO


Per contro, chi investe nel debito emergente deve necessariamente fare i conti con picchi di volatilità inaspettati a breve termine. “La filosofia di bilanciamento dei rischi nel processo di investimento per la strategia Pictet-Absolute Return Fixed Income ha come obiettivo primario quello di diversificare il rischio in ogni occasione. Per metterla in pratica, esaminiamo i rischi e le correlazioni sia nell’ambito dei singoli temi d’investimento sia nell’intero portafoglio”, rivela nell’articolo Obbligazioni cinesi, il giusto mix tra opportunità e rischio Patricia Schuetz, senior client portfolio manager di Pictet Asset Management. Attualmente, per esempio, viene mantenuta in portafoglio una posizione short (ribassista) sulle valute emergenti in modo da controbilanciare le fasi di turbolenza sul debito dei mercati emergenti sebbene tale scelta valutaria sia dinamica in modo da adeguarsi nel tempo alle tante variabili che possono incidere sugli andamenti dei cambi dei diversi paesi in via di sviluppo. Sempre in ottica difensiva di portafoglio, il team di gestione del Pictet-Absolute Return Fixed Income ha pure impiegato i Cds (credit default swap, i contratti assicurativi che proteggono dal rischio insolvenza dell’emittente) governo cinese, al fine di garantire ulteriore protezione alle posizioni sul settore immobiliare cinese.
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