L'analisi

Goldman Sachs: Bce verso il primo rialzo a luglio, punto d’arrivo tra un anno in area 1,5%

Sören Radde e Sven Jari Stehn di Goldman Sachs International si aspettano un quarto di punto alla volta con possibilità di pause o accelerazioni, secondo lo stato dell’economia. Variabili sia restrittive che espansive

di Virgilio Chelli 9 Giugno 2022 07:55

financialounge -  Morning News Soren Radde Svan Jari Stehn
Con i dati macro misti provenienti dall’Eurozona dall’inizio della Guerra, La Bce dovrebbe puntare a un’inflazione più tenace e elevate nelle proiezioni che renderà note dopo il consiglio di giovedì 9 giugno. Nella stessa occasione è atteso l’annuncio della fine degli acquisti netti dell’APP a luglio, quando dovrebbe iniziare ad alzare i tassi. La Bce dovrebbe comunque confermare un processo di normalizzazione graduale, con la flessibilità destinata a rimanere un elemento chiave della politica monetaria.

VERSO 25 PUNTI A LUGLIO E SETTEMBRE


Goldman Sachs International, in un’analisi firmata da Sören Radde e Sven Jari Stehn, si aspetta anche che in conferenza stampa la Presidente Lagarde confermi l’indicazione per rialzi a luglio e settembre di 25 punti base ciascuno mantenendo un approccio dipendente dai dati, per cui rialzi successivi potrebbero rendersi necessari per evitare il surriscaldamento dell’economia sostenuta da una forte domanda. In ogni caso, Goldman mantiene la sua previsione di base di rialzi successive di un quarto di punto per arrivare al livello dell’1,5% per giugno del prossimo anno.

ATTESA GRADUALITA’


Diverse banche centrali nel resto del mondo hanno indicato rialzi in arrivo nell’ordine del mezzo punto, per cui resta la possibilità che anche la Bce possa fare altrettanto a luglio e a settembre, ma la stessa Lagarde ha dato una forte guidance in direzione di un quarto di punto, mentre anche il Consiglio ha manifestato l’impegno a muoversi con gradualità, anche alla luce dei rischi al ribasso per la crescita collegati alla guerra.

PROSPETTIVE INCERTE IN ENTRAMBE LE DIREZIONI


Le prospettive della politica monetaria europea al di là del prossimo paio di meeting restano comunque altamente incerte in entrambe le direzioni. Sul versante restrittivo, l’inflazione potrebbe correre persistentemente ben oltre il 2%, se le tensioni salariali, già visibili negli ultimi sviluppi contrattuali in Germania, si dovessero aggiungere a un de-ancoraggio delle aspettative sulla stessa inflazione. Sul lato espansivo, Goldman prende in considerazione due scenari: il riemergere di stress sul debito sovrano causato dall’impatto di condizioni finanziarie restrittive sui paesi del Sud Europa, e un embargo sul gas russo che verrebbe probabilmente accompagnato da un indebolimento della fiducia dei consumatori, spingendo l’economia dell’Eurozona in una recessione breve ma forte.

POSSIBILI PUNTI D’ARRIVO


Nel caso di deciso surriscaldamento dell’economia, la Bce potrebbe accelerare e alzare di mezzo punto sia a ottobre che a dicembre, e anche oltre, portando al 2% il punto d’arrivo del ciclo dei rialzi, con una politica monetaria a questo punto chiaramente in territorio restrittivo. Lo scenario dello stress sul debito sovrano porterebbe invece la Bce a mettersi in pausa, con un punto d’arrivo all’1%, sotto lo scenario base della stessa Goldman. Infine, se un bando del gas russo si sommasse a uno shock della fiducia in Europa, l’azione della Bce potrebbe andare in stallo non appena l’economia entrasse in recessione, portando il punto d’arrivo del ciclo dei rialzi a solo lo 0.5%.

TAKEAWAY MISTO, NON RECESSIVO


Tutto considerato, nonostante importanti rischi al ribasso, il punto di arrivo dovrebbe collocarsi appena sotto il livello previsto dallo scenario di base di Goldman, vale a dire tassi all’1,5%. Il takeaway che vede Goldman è ‘misto’ ma non recessivo. L’attività dei servizi ha retto meglio delle attese, mentre quella industriale ha frenato bruscamente, soprattutto in Germania.

PROIEZIONI DI CRESCITA E INFLAZIONE


Per la parte restante dell’anno, Goldman si aspetta un’Eurozone debole a causa di consumi indeboliti dal caro energia, scambi commerciali deboli e condizioni finanziarie più restrittive. L’attesa è per proiezioni della Bce che puntano a una crescita rallentata al 2,8% quest’anno e al 2,2% il prossimo, qualcosa sopra le previsioni della stessa Goldman rispettivamente del 2.5% e dell’1,7%. Inoltre una serie di indicatori punta a un’inflazione persistente, per cui si attende che proiezioni della Bce al 7,2% nel 2022, al 3,2% nel 2023 e al 2% nel 2024.

STRESS SOVRANO E GAS RUSSO


In particolare, Goldman assegna una probabilità del 25% all’emergere di uno scenario di stress sul debito sovrano, mentre attribuisce il 15% di probabilità al rischio di una messa al bando del gas russo, evento che i mercati hanno riprezzato al ribasso. Infine, Goldman Sachs ritiene ‘estremamente improbabile’ una mossa a sorpresa, con un rialzo dei tassi già a questo meeting di giugno da parte della Bce, visto l’impegno a concludere il programma APP prima di iniziare ad alzare i tassi.

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