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Guerra, inflazione e stretta monetaria: quali sono le economie più colpite

PGIM Fixed Income analizza l’impatto nei prossimi mesi del mix di guerra, inflazione e restrizione monetaria: Eurozona e molti emergenti esposti, Usa più al riparo

di Virgilio Chelli 10 Maggio 2022 07:55
financialounge -  Morning News PGIM Fixed Income Robert Tipp Russia Ucraina

L'evoluzione incerta del conflitto in Ucraina desta la massima preoccupazione per l’impatto ancora non chiaro su elementi chiave, come energia e materie prime, il commercio e i vincoli finanziari. La disruption sarà probabilmente esacerbata dal deterioramento del sentiment e dalle interruzioni delle catene di approvvigionamento. La Russia è un attore nell’energia e fornisce all'Europa circa il 25% del suo fabbisogno, e insieme all'Ucraina è fonte di altre materie prime fondamentali, come fertilizzanti, cereali e metalli preziosi.

EUROPA A RISCHIO RECESSIONE


Robert Tipp, Chief Investment Strategist, Head of Global Bonds di PGIM Fixed Income sottolinea che il conflitto rappresenta un chiaro shock negativo al ribasso per la crescita economica, mentre spinge verso l'alto l'inflazione, facendo aumentare notevolmente i rischi di stagflazione globale, con un rischio di recessione in Europa al 50%. La situazione energetica russa costituirà un freno significativo alla crescita per diversi anni, per cui PGIM Fixed Income ha recentemente abbassato la previsione di crescita del PIL 2022 da un tasso prebellico del 4,2% al 2,7%.

IMPATTO ASIMMETRICO, ITALIA VULNERABILE


Secondo l’esperto di PGIM Fixed Income l'impatto sarà asimmetrico, con Germania e Paesi Bassi particolarmente esposti, mentre l’Italia, grande importatore di gas russo, costituisce ancora una volta un elemento di vulnerabilità cruciale per la coesione e la crescita dell’Eurozona. Ma se le forniture energetiche russe venissero interrotte del tutto, PGIM Fixed Income si aspetterebbe di vedere tagli alla produzione e distruzione della domanda che porterebbero la crescita annuale della regione in territorio negativo.

RICADUTE POSITIVE PER ALCUNI EMERGENTI


Escludendo la Cina, nei mercati emergenti gli esportatori di materie prime come Colombia e Nigeria potrebbero invece beneficiare di ricadute positive. Ma molti altri, come Tunisia e Cile, hanno accusato un colpo significativo alle ragioni di scambio, per i rincari di alimentari ed energia. Il tutto sta anche creando tensioni sociali in alcune economie emergenti come Sri Lanka ed Egitto.

MA MOLTI ALTRI PENALIZZATI


Anche gli esportatori di petrolio e gas, prosegue nella sua analisi l’esperto di PGIM Fixed Income, dovranno pagare di più per le importazioni di alimentari. Inoltre il deterioramento della propensione al rischio, insieme alla stretta monetaria in corso negli Stati Uniti e nell'area euro, rappresenta uno shock negativo, soprattutto per i Paesi che devono già finanziare grandi deficit delle partite correnti, come la Turchia, particolarmente esposta a questi shock multipli.

USA PIÙ PROTETTI MA L’INFLAZIONE MORDE


L'economia statunitense è invece molto più isolata, essendo un esportatore netto di energia con legami commerciali minimi con la Russia. Ma le ricadute degli elevati prezzi di energia e alimentari a livello globale sta spingendo l'inflazione ancora più in alto, comprimendo ulteriormente i redditi reali delle famiglie. Con la fine dello stimolo fiscale e condizioni finanziarie più rigide, PGIM Fixed Income si aspetta un probabile rallentamento della domanda nel corso del prossimo anno, e una riduzione delle pressioni inflazionistiche.

CINA ALL’INSEGUIMENTO DEGLI OBIETTIVI


La Cina si trova in una posizione un po' diversa. Lo sforzo per raffreddare il mercato immobiliare ha smorzato la crescita più del previsto, rendendo necessario un ulteriore supporto per raggiungere l'obiettivo di crescita. Più a lungo lo stimolo viene ritardato, più sostanziale sarà la spinta necessaria. Considerando l'importanza cruciale del 2022 nella definizione della leadership politica per i prossimi 5 anni, PGIM Fixed Income si aspetta che Pechino faccia di tutto per raggiungere l’obiettivo di crescita, e questo rappresenterà uno dei pochi rischi alle aspettative di crescita quest'anno.

BANCHE CENTRALI SU ROTTA RESTRITTIVA


Intanto le banche centrali mantengono la rotta verso una stretta monetaria. Il mercato ora si aspetta rialzi più aggressivi della Fed, mentre la posizione della BCE dovrebbe rimanere espansiva, con pochi o nessun segno di surriscaldamento dell'inflazione generata internamente. Ma la BCE sembra pronta a porre fine agli acquisti di asset prima di fine anno e a iniziare ad alzare i tassi verso fine anno. Se un grave rischio al ribasso dovesse cristallizzarsi nella regione, secondo PGIM Fixed Income potremmo assistere a una nuova serie di misure ad hoc.

SOSTEGNO FICALE SOSTITUTIVO


Dove la politica monetaria sta facendo un passo indietro, un sostegno fiscale aggiuntivo potrebbe colmare il vuoto, secondo Tipp. È ancora presto, ma i politici europei hanno già indicato un sostegno immediato per compensare famiglie e imprese dei costi più elevati dell’energia. Ma l’ipotesi di un pacchetto fiscale espansivo finanziato da debito comunitario richiederebbe probabilmente diversi anni per l'unanimità politica a livello UE. Altrove, come nel Regno Unito, l’austerità fiscale resta molto probabile.
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