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Dichiarazione dei redditi, detrazione a rischio senza pagamenti tracciati

Brutta sorpresa per molti contribuenti che stanno presentano i 730 in questi giorni. Mastrocinque (Cia): “Provvedimento poco noto, serve una deroga per non colpire le fasce deboli”

di Redazione 22 Aprile 2021 21:00
financialounge -  Alessandro Mastrocinque CIA dichiarazione dei redditi modello 730 pagamenti digitali tasse

Molti contribuenti che in questi giorni stanno presentando la dichiarazione dei redditi modello 730 hanno ricevuto una brutta sorpresa: diverse spese fatte in contanti non sono detraibili. Dal 1° gennaio 2020, ai sensi del comma 679 dell’articolo 1 della legge di Bilancio 2020 (legge 160 del 2019), le spese che si porteranno in detrazione in dichiarazione dei redditi 2021 (oneri detraibili di cui all’articolo 15 TUIR) non possono più essere pagate in contanti ma solo con metodi di pagamento tracciabili: bancomat, carte di credito/debito (anche prepagate) e moneta elettronica, bonifico bancario/postale, bollettino postale, assegno. Unica eccezione sono le spese per medicinali, dispositivi medici e le prestazioni di strutture del Sistema Sanitario Nazionale (pubbliche o accreditate).

POCA PUBBLICITÀ


“La scarsa pubblicità data a questo provvedimento sta penalizzando soprattutto i contribuenti appartenenti alle fasce più deboli del Paese, che per ragioni anagrafiche e culturali sono meno abituate all’utilizzo della moneta elettronica. Privare queste persone della possibilità di sfruttare la detrazione sarebbe davvero ingiusto, soprattutto in questo momento storico di grande difficoltà economica dovuta alla pandemia”, commenta il presidente di CAF-Cia Agricoltori italiani Alessandro Mastrocinque.

NORMA DA INTERPRETARE


L’Agenzia delle Entrate ha provato, tramite risposte a istanze di interpello, a interpretare la norma garantendo che l’onere può essere considerato sostenuto dal contribuente al quale è intestato il documento di spesa, anche se non è l’esecutore materiale del pagamento. A patto, però, di presentare al Caf un documento che provi la transazione/pagamento con ricevuta bancomat o estratto conto o bollettino postale, o MAV e la corrispondenza tra la spesa detraibile per il contribuente e il pagamento effettuato da altro contribuente. In mancanza di queste ricevute, la tracciabilità può essere documentata tramite la annotazione in fattura, ricevuta fiscale o documento commerciale da parte del percettore delle somme che ha effettuato la prestazione.

L’IMPORTANZA DELLA TRACCIABILITÀ


“La tracciabilità dei pagamenti è una delle poche ed efficaci strade per attenuare la portata del problema dell’evasione fiscale, ma nasconde comunque delle insidie che non possono essere ignorate. Bisogna per prima cosa consentire l’effettivo sviluppo dei pagamenti elettronici, abbattendo il peso delle commissioni bancarie sia ai cittadini che alle imprese”, commenta Mastrocinque. Inoltre, secondo il presidente di CAF-Cia Agricoltori italiani, sarebbe a questo punto opportuno un intervento normativo che preveda: la deroga per il solo 2020 dell’obbligo dei pagamenti tracciati; l’inserimento della dicitura da parte di chi eroga il servizio, nella propria fattura e/o ricevuta, che lo stesso è detraibile solo con pagamenti tracciati. “Questa modifica non depotenzierebbe l’efficacia a regime della norma sulla tracciabilità dei pagamenti e non avrebbe rilevanti impatti di gettito, perché nel 2020 c’è stato un aumento del ricorso ai pagamenti con mezzi tracciati. Inoltre, avrebbe il merito di favorire una più capillare diffusione della informazione su questo obbligo”, conclude Alessandro Mastrocinque.
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