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Recessione in arrivo? A deciderlo saranno le banche centrali  

Il quadro macro resta carico di incertezze geopolitiche: secondo gli esperti di ETHENEA per le banche centrali è rischioso fare un uso troppo cauto della politica monetaria

24 Luglio 2019 07:00

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L’economia globale continua a presentare un quadro di debolezza diffusa con le aspettative di crescita per il 2019 aggiustate costantemente al ribasso. Tutti i principali indicatori, i Purchasing managers index, la fiducia dei consumatori e, ultimo ma non meno importante, l’inversione della curva dei rendimenti negli Stati Uniti, continuano a suggerire un indebolimento della crescita globale, confermando così i timori di una recessione in arrivo che hanno guadagnato terreno già nell’ultimo trimestre del 2018. Tuttavia, secondo l’analisi di Michael Blümke, Senior Portfolio Manager di ETHENEA, le possibilità di una recessione globale nel 2019 restano ancora basse, mentre per i mesi a venire ci si può aspettare piuttosto una crescita moderata accompagnata da bassa inflazione.

OTTIMISTICO CREDERE A UN ACCORDO SUI DAZI A BREVE


Ma se dal fronte delle economie reali, almeno stando alla narrazione dei dati, a cui presto si aggiungeranno quelli del Pil del secondo trimestre in Usa e nell’Eurozona (la Cina ha già confermato un rallentamento della crescita al 6,2%) non vengono allarmi rossi, ci sono una serie di fattori geopolitici da tenere d’occhio. Il primo è ovviamente la guerra dei dazi che vede confrontarsi Usa e Cina, ma non solo, entrati dopo il G20 di Osaka in una fase di tregua. Su questo punto l’esperto di ETHENEA ritiene ‘ottimistico’ credere in un accordo tra Cina e Stati Uniti nel breve termine. Ma, aggiunge, date le elezioni presidenziali degli Stati Uniti del prossimo anno, si presume che “presto il presidente Trump possa cedere per quanto riguarda la guerra commerciale”. Alla guerra dei dazi poi negli ultimi tempi si sono aggiunte le tensioni tra Iran e Stati Uniti, che mostrano chiaramente come le prove di forza “possono trasformarsi rapidamente in azioni militari”.

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MARGINI DELLE IMPRESE SOTTO PRESSIONE E INVESTIMENTI RINVIATI


Sul fronte delle politiche monetarie e delle economie reali, Blümke osserva come il cambio di rotta della Federal Reserve in direzione di un allentamento negli Stati Uniti, così come l’inaspettato Pil oltre il 3% nel primo trimestre del 2019, abbia contribuito a un significativo alleggerimento della situazione. Ma è anche vero che nel contesto della guerra commerciale in corso tra Stati Uniti e Cina, è probabile che gli investimenti necessari alla crescita vengano posticipati a data da destinarsi. Inoltre, la pressione sui margini delle imprese è attualmente a livelli record, esacerbata tanto dalla situazione di incertezza quanto dalle tensioni sul mercato del lavoro, in particolare negli Stati Uniti.

IL RISCHIO E’ CHE LE BANCHE CENTRALI SIANO TROPPO CAUTE CON LO STIMOLO


La conclusione dell’esperto di ETHENEA è un invito alla banche centrali a non fare un uso ‘troppo cauto’ delle misure di sostegno di politica monetaria.  Secondo Blümke una cautela eccessiva sarebbe un rischio, perché finché non verrà trovata una soluzione alla guerra commerciale, è possibile si vada incontro a una sua ulteriore escalation, mentre non si può escludere un ulteriore rallentamento della crescita.

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