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Bond Asia emergente, la decorrelazione è uno dei punti di forza

Per Sagayam (Pictet AM), i bond dei paesi asiatici emergenti vantano un buon mix di rendimenti interessanti e bassa volatilità, e costituiscono un investimento strategico con un buono livello di diversificazione e di reddito

20 Novembre 2018 11:54

Il 2018 è stato, almeno finora, uno degli anni più difficili per gli investitori obbligazionari. Non soltanto il rialzo dei tassi di interesse negli Stati Uniti, ma anche i timori che l’inflazione possa salire all’improvviso oltre le aspettative che ha generato un aumento dei rendimenti obbligazionari (con conseguente ribasso dei prezzi dei bond che si muovono in direzione opposta ai rendimenti) e il dollaro forte che rende il debito di molti paesi in via di sviluppo più oneroso, hanno prodotto ingenti perdite nei portafogli a reddito fisso. Secondo Raymond Sagayam, Chief Investment Officer - Fixed income di Pictet Asset Management, allargando il proprio orizzonte temporale d’investimento al medio lungo termine, gli investitori obbligazionari alla ricerca di una fonte di reddito stabile e interessante farebbero bene a prendere in considerazione il debito dei Paesi asiatici emergenti.

BUON MIX DI DIVERSIFICAZIONE E REDDITO


La convinzione dell’esperto si basa su diversi aspetti che rendono l’investimento in questa asset class piuttosto interessante nell’attuale fase, al punto da dichiarare: “Dal momento che le obbligazioni della regione possono vantare un buon mix di rendimenti interessanti e bassa volatilità, possono costituire un investimento strategico per chi desidera un buono livello di diversificazione e di reddito”.

QUATTRO SOTTOCLASSI DI ATTIVI


L’offerta è ampia e si articola in quattro sottoclassi di attivi: i governativi denominati in valuta locale e quelli in dollari USA, le obbligazioni societarie e il debito onshore cinese denominato in yuan (RMB). Da notare che tutte e quattro queste diverse tipologie di obbligazionari emergenti Asia hanno mostrato nel tempo rendimenti corretti per la volatilità migliori rispetto alla media sia dei mercati emergenti e sia dei mercati sviluppati.

ALTA DECORRELAZIONE CON ALTRE ASSET CLASS


Un altro aspetto peculiare dei bond asiatici è il fatto di essere piuttosto decorrelati con le classi di attivi tradizionali, in particolare con le obbligazioni dei mercati sviluppati, le azioni e le materie prime. “Si tratta di un caratteristica che trova due motivazioni. In primis, il mercato obbligazionario asiatico risulta poco sensibile alle quotazioni delle commodity e, in secondo luogo, il mercato del debito societario asiatico, evidenzia un ridotto peso specifico degli emittenti dei settori gas, petrolio e metallurgico-minerario” spiega Raymond Sagayam. A fornire una solida stabilità al mercato obbligazionario asiatico è una domanda robusta, alimentata da una base di investitori nazionali (soprattutto istituzionali) ampia e stabile che di solito adotta un orizzonte temporale di lungo termine ed accetta oscillazioni di breve periodo anche quando queste sono riconducibili alle valute locali.

MONETE ASIATICHE SOTTOVALUTATE


A questo proposito secondo il parere degli economisti di Pictet AM, le valute asiatiche sono trattate sui mercati al livello minimo dalla crisi finanziaria del 1997-1998. Livelli che non trovano nessuna spiegazione nei fondamentali economici i quali, al contrario, si attestano su livelli robusti con rapidi aumenti di produttività. Proprio per questo, è l’idea di Raymond Sagayam, si intravedono ottime possibilità di un recupero delle valute dei paesi in via di sviluppo nei prossimi anni, in particolare per lo yuan cinese. “Secondo il parere dei nostri economisti, la valuta cinese è destinata ad attestarsi a 6 yuan / dollaro nei prossimi cinque anni. Una rivalutazione che potrebbe assumere proporzioni maggiori nel momento in cui la crescita economica e la produttività cinesi dovessero sorprendere al rialzo” puntualizza Raymond Sagayam.

BOND AL 70% IN MANO DEI RESIDENTI


Restando in Cina, vale la pena ricordare che il mercato obbligazionario espresso in yuan è appannaggio solo del 2% di investitori esteri mentre nel mercato obbligazionario asiatico più ampio, oltre il 70% delle nuove emissioni è in mano ad investitori residenti nella regione. In parallelo, in base ai dati della Asian Development Bank , in media oltre l’80% dei portafogli nei mercati obbligazionari nazionali o regionali è detenuto da investitori che vivono in Asia. Se si tiene conto che le previsioni indicano che tale situazione è destinata addirittura a rafforzarsi sulla scia del fatto che le banche centrali in Asia, continente che vanta le maggiori riserve di valuta estera al mondo, hanno la priorità assoluta di riallocare, all'interno della regione, l’equivalente di migliaia di miliardi di dollari di risparmi accumulati.

INFLAZIONE AL 2,4%


Ma tornando ai solidi fondamentali economici della regione, va segnalato un vantaggio in più per gli investitori: il carovita (tasso dell’inflazione primaria) si colloca al 2,4%, il suo livello più basso dal 2009 e ben al di sotto dei mercati emergenti dell’America Latina e dell'Europa dell'Est.

LA GESTIONE ATTIVA DI PICTET AM


In conclusione, Raymond Sagayam è persuaso che il modo più efficace che gli investitori hanno per cercare di intercettare al meglio le potenzialità che offre l’investimento nel reddito fisso asiatico nel medio lungo termine sia quello attivo e che Pictet Asset Management, in virtù della lunga esperienza maturata nei mercati emergenti, sia nelle migliori condizioni per soddisfare tale obiettivo.
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