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Brexit

Brexit, 500 giorni dopo boom delle mid cap italiane e flop di sterlina e GILT

Dal 23 giugno 2016 sono passati 500 giorni: dopo la forte correzione iniziale dei mercati, gli asset più rischiosi si sono ripresi offrendo ottime performance.

7 Novembre 2017 10:04
financialounge -  Brexit FTSE Italia Mid Cap MSCI Emerging Markets portafoglio Regno Unito sterlina

L’esito del referendum britannico del 23 giugno fu una vera sorpresa per i mercati. Gli investitori, che prevedendo una vittoria del ‘NO’ si erano posizionati sulle asset class più rischiose (azioni, mercati emergenti, obbligazioni societarie, high yield), accusarono pesanti perdite in portafoglio nelle due settimane successive con gli indici azionari della zona euro che arrivarono a perdere oltre dieci punti percentuali. Tuttavia, chi ha tenuto i nervi saldi avendo pazienza ed ha mantenuto in portafoglio le scelte più esposte al rischio, oggi può essere più che soddisfatto.

In particolare gli investitori che hanno mantenuto l’investimento nelle medie imprese italiane (FTSE Italia Mid Cap: +40.54%), nell’alta tecnologia americana (indice NASDAQ Composite: +33.66% in euro), nei mercati emergenti (indice MSCI Emerging Markets: +31.20% in euro), nelle blue chips italiane (FTSE Mib:+28.27%), nelle azioni giapponesi (indice Japan NIKKEI 225: +25.04% in euro), nel listino statunitense (indice S&P 500: +19.26%) e nelle Borse mondiali (indice MSCI The World Index:+17.43%). Al contrario, hanno sofferto, e questo forse era piuttosto prevedibile, i possessori di sterline (-14,2% rispetto all’euro) e chi ha detenuto ininterrottamente i GILT (titoli di stato inglesi) che hanno perso il 10,2%.

Cosa ha insegnato la lezione della Brexit agli investitori? Ancora una volta sono due i principali insegnamenti che se ne possono trarre. Il primo è che ‘scommettere’ sull’esito di eventi politici posizionandosi in modo esagerato a favore di alcune asset class a discapito di altre in funzione del risultato atteso, può comportare perdite ingenti nel breve termine in caso di esito contrario a quello previsto: chi non ha un’alta tolleranza al rischio è quindi meglio che eviti tale approccio. Il secondo, ancora più importante è che, una volta costruito il portafoglio per il medio lungo termine in funzione delle esigenze personali e familiari occorre mantenere i nervi saldi e (magari anche grazie ai preziosi consigli del proprio consulente) evitare scelte emotive nei momenti di turbolenza dei mercati che possano compromettere il capitale investito.
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