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Mercati azionari, i tesori di borsa nascosti dalla globalizzazione

Nonostante tutto, la globalizzazione (tecnologica, finanziaria e dei flussi di dati), cresce senza sosta: la gestione attiva può scoprire aziende trascurate dal mercato.

12 Ottobre 2017 09:43
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Per ora, nonostante lo sforzo di molti governi nel limitare il commercio mondiale, la globalizzazione della tecnologia, così come quella finanziaria e dei flussi di dati, cresce senza sosta.

Per esempio, i flussi di dati transfrontalieri da soli sono aumentati di venti volte nell’ultimo decennio a dimostrazione di come il mondo si stia ancora globalizzando.

“Sebbene il commercio di beni fisici subisca una battuta d’arresto, ritengo che il fenomeno della globalizzazione non si possa fermare. Inoltre, le società continuano a globalizzarsi tramite attività di fusione e acquisizione e grazie a spostamenti in nuovi mercati, dove spesso introducono intere supply chain (la filiera della catena di fabbricazione) e producono prodotti localizzati e personalizzati a seconda di gusti specifici”, fa presente Steven T. Watson, Responsabile delle strategie azionarie globali di Capital Group, sottolineando come le grandi multinazionali stiano assumendo dimensioni sempre più globali, un aspetto che va ben oltre il commercio transfrontaliero di beni fisici.

Steven T. Watson, però, è un po’ più scettico per quanto riguarda gli Stati Uniti, almeno dal punto di vista delle valutazioni del mercato azionario che, secondo lui, è davvero caro e presenta meno possibilità di trovare il valore inespresso che cerca.

“Sebbene gli Stati Uniti stiano attraversando una discreta fase di crescita, trovo un valore migliore altrove. Distinguendoci anche per la nostra comprensione analitica di società al di fuori degli Stati Uniti, dove i mercati sono meno trasparenti e documentati”, puntualizza Steven T. Watson, che poi aggiunge: “Grazie alla nostra inclinazione ad esaminare attentamente i dati, incontrare il management per capirne la strategia e mantenere prospettive di lungo termine, possiamo acquistare e mantenere in portafoglio società che spesso risultano trascurate nel mercato più ampio”.

Tra gli esempi il manager ne cita due, Naspers e Softbank. La prima, che detiene una quota del 34% della società internet cinese Tencent, se venisse valutata con il metodo somma delle parti risulterebbe sottovalutata dal mercato.

“Ritengo che Naspers sia una società interessante e innovativa non abbastanza conosciuta o apprezzata da molti investitori”, sottolinea Steven T. Watson, che a proposito di Softbank, il colosso giapponese delle telecomunicazioni, sostiene: “La società ha deluso gli investitori globali dopo l’insoddisfacente acquisizione di Sprint: tuttavia è riuscita a generare un valore significativo per gli investitori a lungo termine e il prezzo delle azioni è salito del 60% nel corso degli ultimi 12 mesi. La società ha accumulato un ampio portafoglio di imprese già esistenti che, se considerato alla luce del metodo somma delle parti, appare conveniente”.
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