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Credito Valtellinese

Il filo rosso che lega il boom in borsa di Dobank e gli NPL del Creval

La cessione delle sofferenze di Creval al 34,5% del valore dimostra che esistono ampi margini per le società specializzate nella gestione dei NPL come Dobank.

18 Luglio 2017 09:39
financialounge -  Credito Valtellinese Creval Dobank non performing loan NPL sofferenze bancarie

Dobank, la società specializzata nelle gestione e al recupero dei Non Performing Loan (NPL), ha fatto il botto sia al primo giorno di quotazione in Piazza Affari (venerdì 14 luglio) e sia ieri. Collocata a 9 euro per azione a investitori istituzionali di tutto il mondo, il valore dell’azione ha chiuso le contrattazioni venerdì a 10,25 euro registrando un rialzo del +13,89%, replicando ieri con un altro +7,32% che ha portato a chiudere a 11 euro per azione.

Certo il clima di fondo del listino azionario milanese è abbastanza favorevole soprattutto per i titoli finanziari ma l’accoglienza degli investitori riservata al titolo Dobank segnala un’altra storia: il potenziale business degli NPL italiani. La società è infatti specializzata proprio nella gestione degli acquisti di crediti in sofferenza per poi catalogarli, riclassificarli per tipologia di debitore e settore in cui opera, verificare la possibilità di recupero e rivenderli a soggetti terzi.

Un business che in Italia ha delle potenzialità enormi. Basti pensare che l’ammontare delle sofferenze bancarie italiane lorde superano i 202 miliardi di euro mentre quelle nette (cioè al netto degli accantonamenti in bilancio) si attestano a 76,5 miliardi. E, come insegna l’operazione messa a punto dal Credito Valtellinese (Creval), il business degli NPL presenta interessanti margini per gli operatori specializzati.

Il Creval ha varato l’operazione Elrond tramite la quale ha cartolarizzato 1,4 miliardi di euro di crediti in sofferenza riuscendo a ricavarne un controvalore di 485 milioni pari quindi al 34,5% del totale: si tratta di una percentuale ben al di sopra dei valori medi riconosciuti dagli operatori di mercato che non si discostano molto dal range compreso tra il 15% e il 20%.

Questa forbice di prezzo, ottenuta grazie alle classificazione delle sofferenze, alla qualità media degli emittenti incagliati e ad alcune garanzie collaterali (a copertura dei crediti), rende l’idea dei margini di guadagno del business della gestione e del recupero dei Non Performing Loan: riuscire a comperare a 15-20 (su un valore nominale di 100) sofferenze che poi possono essere rivendute a terzi a 34,5 (o anche a valori superiori) significa realizzare plusvalenze tra il 72,5% (34,5 rispetto a 20) e il 130% (34,5 rispetto a 15).
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