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Investimenti, le cinque asset class per blindare il portafoglio

Le azioni australiane, le azioni svizzere, i REITs giapponesi, i fondi hedge e i titoli dei mercati emergenti possono offrire valore e stabilità agli investimenti.

19 Settembre 2016 09:19
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Dopo un mese di agosto trascorso tutto sommato relativamente tranquillo sui mercati, le aspettative per questo mese e i prossimi sono orientate verso un rialzo della volatilità: un assaggio lo si è potuto già constatare la scorsa settimana con l’indice Vix (che misura la variazione sui contratti derivati sull’indice S&P500 di Wall Street) che è balzato da 12 a 18 in poche sedute di Borsa. Le ragioni di questa tesi risiedono sia in ambito macroeconomico che politico.

In ambito macroeconomico i segnali sulla crescita economica globale si alternano ma sembrerebbe che, nella migliore delle ipotesi, la crescita sarà debole ed esposta a rischi di ulteriore contrazione: qualora la Cina evidenziasse dati meno stabili di quelli visti per il primo semestre, oppure se l’Europa proseguisse il trend di rallentamento accusato nel secondo trimestre di quest’anno, o, ancora, se gli Stati Uniti dovessero crescere ancora meno del previsto.

In ambito politico, invece, sono previsti il referendum in Italia sulla riforma del Senato, la ripetizione delle elezioni presidenziali in Austria e il referendum in Ungheria sulle quote di migranti e, soprattutto, le elezioni presidenziali USA (8 novembre).

Un probabile aumento della volatilità dei mercati, associato a prezzi obbligazionari tirati e valutazioni delle borse non certo economiche, rendono sempre più difficili le scelte di portafoglio degli investitori.

Cosa fare per blindare gli investimenti in portafoglio?

Nannette Hechler-Fayd'herbe, Head of Global Investment Strategy di Credit Suisse, indica cinque possibili asset class: le azioni svizzere e australiane, i REIT giapponesi, gli hedge fund e i titoli dei mercati emergenti.


“Per cercare di diversificare al meglio la componente azionaria di portafoglio guardiamo con interesse alle azioni svizzere, che dall’inizio del 2016 hanno registrato perfomance inferiori alla media della azioni globali ma che forniscono un interessante fattore difensivo qualora le Borse globali dovessero registrare una flessione. In parallelo, riteniamo che le azioni australiane assicurino un’esposizione verso le sorprese cicliche positive (un aumento cioè della crescita economica globale) e siano sensibili ad uno scenario favorevole alle materie prime” spiega Nannette Hechler-Fayd'herbe che, passando agli asset alternativi, indica gli hedge fund e i REIT nipponici (i fondi immobiliari del Giappone quotati in Borsa): i primi rappresentano una strategia difensiva per trarre comunque vantaggio dal possibile rialzo degli asset rischiosi alimentato dalla liquidità, mentre i REIT del Sol Levante dovrebbero, da un lato, risultare protetti dal rafforzamento dello yen e, dall’altro, sfruttare l’ulteriore espansione monetaria che la Bank of Japan dovrebbe mettere in campo nelle prossime settimane.

In ogni caso, conclude Nannette Hechler-Fayd'herbe, gli asset preferiti restano le obbligazioni dei mercati emergenti (sia in valuta locale che in valuta forte) e le azioni dei mercati emergenti: i tassi ai minimi storici nelle economie sviluppate e la ripresa economica che i paesi in via di sviluppo mostrano continuano a sostenete queste asset class.
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