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Brexit

Volatilità e instabilità, come affrontare i mercati per i prossimi mesi

29 Luglio 2016 11:14
financialounge -  Brexit crescita economica mercati azionari mercati obbligazionari Monica Defend

In questa intervista, Monica Defend di Pioneer Investments spiega le strategie di portafoglio più indicate per questo instabile e complicato scenario di mercato.


 

Quali sono i possibili scenari economici per il futuro? E quali le opportunità di investimento per la seconda parte del 2016?

A queste e ad altre domande ha risposto Monica Defend, Head of Global Asset Allocation Research at Pioneer Investments, in questa intervista segnalando che lo scenario previsto, di bassa crescita e bassa inflazione, potrebbe peggiorare se a livello europeo non si raggiungesse nessun accordo circa una convergenza politica verso un'unione bancaria e un’unione fiscale per lo sviluppo economico in Europa.

Un contesto che espone i mercati a nuove folate di volatilità e instabilità: il che suggerisce un portafoglio che concentri il rischio in misura contenuta sulle azioni (con una preferenza per i mercati EM verso quelli sviluppati), sulle emissioni obbligazionarie societarie (sia investment grade che high yield) perché supportate dagli acquisti della BCE e, alla ricerca di un po’ di rendimento sui titoli obbligazionari dei mercati emergenti.

Per bilanciare l’esposizione al rischio del portafoglio si guardi ai cosiddetti beni rifugio (titoli di stato USA, dollaro americano, franco svizzero e yen). Ma ecco, nel dettaglio, l’intervista a Monica Defend.

 

Quali sono i possibili scenari economici per il futuro?


"Per limitare l’incertezza globale esacerbata dal referendum nel Regno Unito è necessaria prima di tutto una risposta politica chiara e tempestiva da parte delle autorità di Eurozona.
È necessario accelerare la convergenza economica (con i piani di sviluppo, le riforme strutturali tra l’altro già previsti) e la convergenza politica almeno in materia di unione bancaria.
I punti di dibattito e disaccordo sono molteplici, ma è prioritario progettare un meccanismo per affrontare l'immigrazione, che è stato un punto critico di divisione tra i cittadini europei, al fine di preservare l'integrità dell’euro.
In questo contesto abbiamo delineato uno scenario economico ‘lowlow’, ovvero caratterizzato da bassa crescita e bassa inflazione che rischia di rimanere vittima di una vera e propria paralisi politica."

 

Quali le implicazioni della Brexit?


"A seguito del risultato che ha visto affermarsi la volontà di Brexit nel referendum britannico e considerando l'agenda politica piuttosto ricca di eventi importanti (referendum, elezioni,…), è molto difficile intraprendere con decisione le azioni necessarie per affrontare le fragilità del sistema bancario e la progettazione di un nuovo percorso di crescita equa e sostenibile.
Una eventuale Brexit ha conseguenze economiche che molto probabilmente si materializzeranno nel medio termine.
Il canale di trasmissione verosimilmente sarà il commercio globale da un lato e una caduta della fiducia dall’altro (cons conseguenze sugli investimenti e l’attività manifatturiera).
La fragilità economica e politica trasmettono facilmente volatilità e amplificano eventuali shock sui mercati finanziari."

 

Quali sono le opportunità di investimento per la seconda parte del 2016?


"Progressivamente ci siamo posizionati in modo più cauto, diminuendo il rischio di portafoglio e diversificando con scelte relative in grado di aggiungere valore ma con rischiosità contenuta.
Riteniamo che gli investitori dovrebbero concentrarsi  sulle attività che sono percepite dal mercato come beni rifugio, ad esempio il dollaro USD (vs euro) e i titoli del Tesoro degli Stati Uniti (contro i Bund tedeschi).
Anche le valute, che sono state molto reattive durante le turbolenze di mercato e sostenute dalle bance centrali, come ad esempio il franco svizzero e lo yen giapponese, possono essere utilizzate.
Anche l’oro, in questo momento, può rappresentare uno strumento da prendere in considerazione in modo strutturale.
I mercati finanziari sembrano aver scontato un primo impatto della Brexit.
Tuttavia, siamo tornati alle vecchie fragilità (vale a dire il settore finanziario, la sostenibilità delle finanze pubbliche in una congiuntura di bassa crescita, contesto di bassa inflazione) e, pertanto, vediamo pochi catalizzatori capaci di generare un forte recupero per i mercati azionari nel medio termine, in particolare in Europa."

 

Quali altri segmenti di mercato possono essere interessanti?


"Il credito, tra le attività rischiose, è favorito dalla politica di acquisto della BCE. Proprio per questo motivo, riteniamo che sia necessario un approccio attivo, che vanno oltre i fondamentali.
Per quanto riguarda invece i mercati emergenti, in questo contesto sono relativamente ben posizionati perché sostenuti da un miglioramento macroeconomico nella prima parte dell’anno grazie alla ripresa del prezzo delle commodity, all’indebolimento del dollaro e alla stabilizzazione della Cina.
L’approccio che consigliamo è tuttavia selettivo e rivolto a quei paesi dove ci sono specifici miglioramenti economici e politici."
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