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Brexit

Dal 24 giungo si è aperta la Grande Incertezza

30 Giugno 2016 09:30
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“L’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea ha sancito l’apertura della Grande Incertezza” commenta Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR, nell’Alpha e iI Beta del 27 giugno che si sofferma a qualche ragionamento sulle conseguenze economiche della Brexit e le ricadute sui portafogli di investimento.

“Come accade puntualmente ogni volta che si verificano correzioni violente, molti prezzi smarriscono qualsiasi ragionevole rapporto con i fondamentali offrendo semmai selezionate occasioni di ingresso” dice Carlo Benetti secondo il quale però, occorre fare attenzione, evitando di avere fretta: la Grande Incertezza interviene in un contesto di valutazioni care e con modeste prospettive di crescita, nei prossimi mesi potranno verificarsi nuove revisioni degli utili e accentuarsi le differenze tra società con bilanci in ordine e le altre. Proprio alla luce di questo, selettività e qualità, due criteri che tendono ad essere trascurati nelle fasi più effervescenti del mercato, devono essere il criterio al quale orientare le scelte.

In ogni caso, per Carlo Benetti più delle valutazioni fondamentali, saranno le iniziative politiche, il linguaggio dei comunicati ufficiali, i passi avanti nelle negoziazioni a condizionare i movimenti dei mercati. Un contesto nel quale l’osservato speciale resta il dollaro, il cui rafforzamento è l’ultima cosa di cui ha bisogno un mondo traboccante di debito espresso nella valuta americana.

“Si apre una fase di incertezza, volatilità, erraticità: le nuove questioni politiche della Gran Bretagna, elezioni e crisi di governo, si intrecciano con le vecchie questioni europee, perdita di momentum economico, Grecia, Spagna, crisi diplomatica con la Russia, migranti, elezioni in Francia nella primavera del 2017 e, in settembre, in Germania” spiega Carlo Benetti per il quale, Brexit costituisce un «moltiplicatore di incertezza» (citando D. Masciandaro) che dall’epicentro di Londra si allarga al resto d’Europa: la civiltà occidentale non finirà oggi ma i mercati finanziari non sono celebri per autocontrollo e freddezza, meglio non sottovalutare le reazioni alla più grave crisi politica e costituzionale della storia recente della Gran Bretagna e quindi non si possono escludere nuovi cedimenti.

In concreto significa preferire strategie alternative in modo particolare quelle che trattano la volatilità come una tipologia di investimento vera e propria. L’incertezza non è propizia agli investimenti ed è nemica dei mercati finanziari, gli investitori resteranno avversi al rischio finché non riconosceranno un po’ di chiarezza nelle reazioni politiche dell’Europa.

“Prima di impostare nuove operazioni è opportuno valutare attentamente l’evoluzione dei mercati e le reazioni sul piano politico e monetario. È probabile che la volatilità rimanga elevata e si verifichino reazioni erratiche” scrive Massimo De Palma di GAM (Italia) SGR “seguiremo un approccio conservativo cercando di approfittare delle anomalie di valutazione che potranno emergere”.

Infine, un auspicio. “L’esito del referendum inglese dovrebbe invece essere colto come occasione e pungolo per avanzare più celermente nella costruzione dei tre rimanenti «building blocks», fare cioè seguire all’integrazione monetaria il coordinamento delle politiche fiscali, la crescita sostenibile e la legittimazione democratica. Un’Europa migliore e in migliori condizioni potrà recuperare rapidamente la fiducia dei mercati e, nel tempo, la stessa Gran Bretagna” conclude Carlo Benetti.
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