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Portafoglio obbligazionario, possibile guadagnare il 6% annuo

19 Ottobre 2015 10:48
financialounge -  GAM Gregoire Mivelaz mercati obbligazionari
Sarà molto interessante vedere la reazione del mercato una volta che la Fed interromperà non solo gli acquisti, ma quando ridurrà realmente l’esposizione obbligazionaria stimata in 4 mila miliardi di dollari accumulati durante i tre QE avviati dal 2009 in poi. Ciò porterà indirettamente a condizioni monetarie più strette portando più in alto i rendimenti del Treasury. Gli investitori in reddito fisso affronterebbero di conseguenza perdite di capitale significative, questo perchè a fronte di un rialzo dei tassi scatta in parallelo una diminuzione del prezzo del bond tanto più importante quanto è più ampia la variazione del rialzo del tasso e la scadenza del titolo. Questo a meno che gli investitori non mantengano le loro obbligazioni a rendimenti molto bassi fino alla scadenza.

Un’alternativa è invece quella indicata da Gregoire Mivelaz, gestore del fondo [tooltip-fondi codice_isin="ie00b567sw70"]GAM Star Credit Opportunities Fund[/tooltip-fondi]: “In questo scenario le obbligazioni junior ad alto rendimento sono molto meno vulnerabili, mentre le nostre floating rate note (le obbligazioni a tasso varibile) dovrebbero beneficiare dalla revisione al rialzo dei tassi. E, di conseguenza, è questa una delle poche asset class che gli investitori possono usare per assicurarsi contro l’aumento dei tassi”. Il manager rimane infatti posizionato ipotizzando tassi d’interesse più alti: uno scenario che, secono il gestore, dvrebeb comportare un vantaggio ai propri floating rate note, mentre i bond ad alto rendimento a tasso fisso in portafoglio dovrebbero mostarre una buna elasticità. Se i tassi invece rimanessero sugli livelli attuali, Gregoire Mivelaz si sentirebbe ugualmente soddisfatto, dato che il fondo continuerebbe a tenere al sicuro circa il 6% di rendimento annuale delle nostre partecipazioni.

“Dal punto di vista settoriale riteniamo che il settore finanziario offra le maggiori opportunità grazie ai cambiamenti normativi. In seguito alla crisi finanziaria globale, la disciplina di Basilea 3 ha reso le banche molto più sicure con l’incremento dei requisiti di capitale. Sin dal 2008, gli istituti di credito europei hanno incrementato il loro patrimonio di base di circa 250 miliardi di euro. Il lato positivo per noi consiste nel fatto che in questo mutato contesto di fondi propri di base, le nostre vecchie obbligazioni junior, che erano state emesse prima della crisi, sono ora classificate come debito senior” fa saper il manager che al contrario tende ad evitare le nuove obbligazioni convertibili contingenti (Cocos), che le banche hanno iniziato a emettere solo pochi anni fa. Secondo Gregoire Mivelaz si tratta di prodotti difficili da comprendere per la loro strategia complessa e ancora indecifrabili in un contesto impegnativo di mercato.
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