Federal Reserve

Le turbolenze di agosto valgono già tre aumenti della Fed

15 Settembre 2015 10:48

financialounge -  Federal Reserve tassi di interesse USA
ovviamente grande attesa per la riunione del Federal Open Market Committee (FOMC) della Fed che si riunirà questa settimana, il 16 e il 17, per decidere un aumento o meno dei tassi americani: gli economisti e gli analisti risultano più o meno in equilibrio tra coloro che si aspettano un aumento e coloro che, invece, propendono per un posticipo. Ma c’è un aspetto che è emerso la scorsa settimana e che potrebbe far aumentare la percentuale per un rinvio dell’aumento dei tassi da parte della Fed.

Si tratta di uno studio pubblicato giovedì 10 settembre da Goldman Sachs secondo il quale il recente sell-off sui listini (vendita indiscriminata di titoli sul mercato senza limiti di prezzo e quantità) equivale, più o meno, a tre rialzi da 25 punti base (+0,25%) dei tassi di riferimento dei Federal Fund da parte della banca centrale. La stima si basa sull’elaborazione che tiene conto di quanto l’aumento dei costi di finanziamento aziendale e l'ascesa del dollaro abbiano di fatto contribuito ad inasprire le condizioni finanziarie negli Stati Uniti: è il cosiddetto Goldman Sachs Financial Conditions Index, un indicatore che aggrega le diverse variabili, come i prezzi delle azioni, gli spread creditizi, i tassi di interesse, e il tasso di cambio, che è salito al livello più alto degli ultimi cinque anni alla fine del mese di agosto, cioè nella fase più acuta della turbolenza.

Turbolenze che hanno portato William C. Dudley presidente della Fed di New York e John Williams presidente della Fed di San Francisco a dichiarare, separatamente, che occorrerà riflettere in modo molto approfondito sull'opportunità di aumentare i tassi nonostante il miglioramento del mercato del lavoro statunitense. E il fatto che tra coloro che si oppongono ad un rialzo immediato dei tassi a settembre figuri William C. Dudley non stupisce affatto: l’attuale presidente della Federal Reserve Bank di New York e vice-chairman del FOMC ha lavorato infatti dal 1986 al 2007 presso Goldman Sachs ricoprendo la carica di capo economista nei 10 anni precedenti il suo passaggio alla FED di New York. E il Goldman Sachs Financial Conditions Index lo conosce molto bene.

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