Europa
Borse europee, i profitti mantengono un ritmo di crescita dell’8%
10 Settembre 2015 12:44
lato la profonda correzione degli indici di Borsa che hanno riportato ai minimi i guadagni da inizio anno. Dall’altro i profitti aziendali che sembrano tenere abbastanza bene. È questa l’apparente contraddizione che si sta materializzando sui mercati finanziari. Infatti, se l’indice Stoxx 600 delle Borse europee segnava venerdì 4 settembre 353,11 punti (pari ad un +3,1%) da inizio anno, gli utili delle aziende nel relativo paniere azionario mostravano un +8% rispetto a quelli del secondo trimestre del 2014. A certificarlo l’indagine di Thomson Reuters che aggrega i dati di 261 aziende (che salgono a 301 se si osserva il solo fatturato).
Ebbene, su 261 imprese esaminate, il 54% ha pubblicato profitti trimestrali al di sopra delle stime degli analisti: una percentuale superiore a quella media che, di norma, si posiziona al 48%. Nel caso invece del fatturato, il 60% delle 301 aziende analizzate ha comunicato un giro d’affari superiore a quello ipotizzato dagli analisti: anche in questo caso la percentuale si colloca al di sopra di un trimestre standard quando le sorprese positive in termini di fatturato non vanno oltre il 53%.
In ogni caso, qual che più deve importare gli investitori è che il rapporto prezzo/utili prospettico (p/e forward), cioè la somma dei profitti stimati per i prossimi 12 mesi, si attesta per l’indice Stoxx 600 a quota 14,1. Proprio questo parametro, in linea con la media decennale, e il dividendo medio atteso di mercato (3,3%) rende l’azionario Europa conveniente relativamente al mercato obbligazionario europeo. Questo perché, alla luce del fatto che il QE della BCE continuerà almeno fino a settembre 2016 (se non, come ha fatto capire Mario Draghi nella conferenza stampa di giovedì scorso, anche per i mesi successivi), i tassi del reddito fisso europei resteranno sui minimi per molto tempo mentre i profitti aziendali potrebbero ulteriormente salire di un altro 10% nel 2016.
Ebbene, su 261 imprese esaminate, il 54% ha pubblicato profitti trimestrali al di sopra delle stime degli analisti: una percentuale superiore a quella media che, di norma, si posiziona al 48%. Nel caso invece del fatturato, il 60% delle 301 aziende analizzate ha comunicato un giro d’affari superiore a quello ipotizzato dagli analisti: anche in questo caso la percentuale si colloca al di sopra di un trimestre standard quando le sorprese positive in termini di fatturato non vanno oltre il 53%.
In ogni caso, qual che più deve importare gli investitori è che il rapporto prezzo/utili prospettico (p/e forward), cioè la somma dei profitti stimati per i prossimi 12 mesi, si attesta per l’indice Stoxx 600 a quota 14,1. Proprio questo parametro, in linea con la media decennale, e il dividendo medio atteso di mercato (3,3%) rende l’azionario Europa conveniente relativamente al mercato obbligazionario europeo. Questo perché, alla luce del fatto che il QE della BCE continuerà almeno fino a settembre 2016 (se non, come ha fatto capire Mario Draghi nella conferenza stampa di giovedì scorso, anche per i mesi successivi), i tassi del reddito fisso europei resteranno sui minimi per molto tempo mentre i profitti aziendali potrebbero ulteriormente salire di un altro 10% nel 2016.
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