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Titoli di stato euro, ecco dove puntano ora i gestori

10 Agosto 2015 14:06
financialounge -  Anima Sgr Europa Fondi obbligazionari grecia politica monetaria
Dal 5 giugno al 7 agosto l’indice generale dei fondi obbligazionari ha registrato un rialzo dello 0,45%. Tuttavia il rialzo non è stato affatto lineare e, soprattutto, non omogeneo tra le diverse sotto categorie di fondi obbligazionari. Infatti, mentre i fondi obbligazionari governativi internazionali hanno messo a segno un +2,05% e quelli area dollaro un +1,78%, gli obbligazionari euro corporate bond investment grade hanno chiuso a +0,05% e gli obbligazionari paesi emergenti addirittura in territorio negativo (-0,1%). Per quanto riguarda invece le oscillazioni di prezzo, l’eurozona è stata tra le più movimentate.

Ad influire sulle quotazioni dei titoli di stato e sulle obbligazioni europee hanno inciso soprattutto due fattori. In primis la vicenda greca che ha tenuto in apprensione i mercati per parecchie settimane provocando importanti ripercussioni negative soprattutto sui titoli della Periferia, italiani compresi. In secondo luogo, i dati sull’inflazione e sulla crescita europea che hanno sorpreso in positivo gli investitori, hanno, in parallelo, fatto sorgere più di un dubbio circa una possibile chiusura anticipata del QE della BCE prima della scadenza fissata inizialmente a settembre 2016.

In questo contesto, il team gestionale di Anima ritiene che l’accordo di massima trovato tra la Grecia ed i creditori internazionali abbia avuto un effetto di riduzione delle tensioni che stavano aumentando sensibilmente sui mercati. Inoltre la BCE dovrebbe, sempre secondo il team gestionale di Anima chiarire le proprie intenzioni sul completamento del piano di acquisto di titoli di stato della zona euro fino almeno a settembre 2016 e sulle modalità di condurre la politica monetaria nei mesi successivi: queste indicazioni ridurranno sensibilmente le tensioni sui mercati contribuendo a far scivolare a livelli ancora più bassi i tassi reali e, in parallelo, accorciare gli spread sui titoli di stato italiani, sui corporate bond e sugli high yield.

“Ovviamente, sullo sfondo, c’è poi l’imminente primo rialzo dei tassi da parte della Fed” fanno sapere gli esperti del team gestionale di Anima per i quali se il rialzo entro l’anno è scontato dai mercati la vera incertezza riguarda le modalità dei successivi rialzi e, soprattutto, e il livello che potrebbero raggiungere. Per queste ragioni, è possibile che nei prossimi mesi si possa registrare la tanto attesa divergenza nelle politiche monetarie tra la Federal Reserve e la BCE. Uno scenario nel quale le banche centrali dei paesi esportatori di materie prime (Australia, Nuova Zelanda, Canada ed alcuni paesi emergenti) evidenzieranno le loro politiche monetarie accomodanti per fornire un supporto alle rispettive economie messe a dura prova dalle importanti discese dei prezzi delle materie prime.

“Dopo gli accorgimenti tattici adottati per fronteggiare la recente fase di volatilità dei mercati, nei portafogli siamo tornati ad assumere un modesto sovrappeso sui titoli governativi italiani privilegiando la parte medio lunga della curva (5-15 anni) e, in misura minore, i titoli governativi italiani legati all’inflazione. Gli altri paesi della Periferia inseriti in portafoglio sono Portogallo e Irlanda” conclude il team gestionale di Anima.
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