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Stop al timer Grexit, bomba a orologeria al centro dell’Europa

9 Luglio 2015 14:54
financialounge -  BCE Carlo Benetti GAM grecia Grexit
Al netto di tutte le implicazioni che comporta e che potrà comportare in seguito, la questione greca resta eminentemente politica, non economica: si tratta di superare gli accordi intergovernativi e i riferimenti alle opinioni pubbliche nazionali a favore del rafforzamento del processo di integrazione fiscale ed economica e, assieme, la parte più difficile, la progressiva cessione di ulteriori spazi di sovranità.

È questa la puntualizzazione che Carlo Benetti, Head of Market Research & Business Innovation di GAM Italia Sgr, si sente di fare nel commento analitico L’Alpha e il Beta del 6 luglio. Secondo lo strategist, i listini, i differenziali di rendimento, il rapporto euro/dollaro non riflettono ancora lo scenario peggiore ma si presentano estremamente sensibili a qualsiasi notizia che potrebbe amplificare i movimenti in negativo o far cambiare bruscamente di segno. Il breve termine è destinato ad essere dominato dalla volatilità e dal nervosismo.

“Massimo De Palma, gestore delle strategie Multi Asset Class GAM a Milano ha ricordato che le crisi precedenti, in special modo la prima nel 2010, avevano trovato totalmente impreparate le autorità politiche e monetarie mentre la gestione della crisi attuale si può avvalere dell’esperienza acquisita e degli strumenti nel frattempo messi a punto per contenere l’effetto contagio (ad esempio i meccanismi cosiddetti firewall come i programmi OMT, ELA, l’unione bancaria)” afferma Carlo Benetti, secondo il quale se il rischio del contagio finanziario è ragionevolmente contenuto, sembra molto più pericoloso e dalle conseguenze potenzialmente devastanti il rischio del contagio politico. Il successo del NO offre, per lo strategist, una sponda rilevante ai movimenti e partiti anti-euro presenti negli altri paesi, a cominciare dalla Spagna che andrà alle elezioni generali il prossimo novembre. Le concessioni a Tsipras non potranno non tenere conto del rischio di alimentare il consenso verso quelle formazioni politiche. Dal canto suo Angela Merkel deve misurarsi con le critiche del partito "Alternativa per la Germania" e con una fronda di un centinaio di deputati all’interno del suo stesso partito.

Il consenso guadagnato dai movimenti anti-euro comporterebbe un inevitabile freno all’azione dei governi e della Commissione, un avanzamento del processo Grexit e il probabile fallimento dell’Unione Monetaria. La crisi greca pone l’Europa a un bivio, o procede verso i building blocks dell’unione fiscale ed economica, da affiancare alle unioni monetaria e bancaria già realizzate, oppure si muove nella direzione di assumere una espressione geografica all’interno della quale si concordano accordi commerciali privilegiati. Come Grecia ed Europa siano arrivate a questo punto è materia di interesse degli analisti politici e, in futuro, degli storici. Ma la più accurata ricostruzione della vicenda (ne ha fornito una interessante il New York Times) non fornirà il minimo indizio utile su cosa fare e come organizzare i portafogli. Tenendo peraltro conto che il debito greco tende a distogliere l’attenzione degli osservatori da altri fenomeni altrettanto rilevanti.

“Delle gravi conseguenze dell’eventuale contagio politico abbiamo detto, ma nelle pieghe della vicenda greca si riconoscono anche i lembi dei fragili equilibri geo-strategici nell’Europa dell’Est, dove si intersecano la vicenda ucraina, le sanzioni economiche alla Russia di Putin, le aspirazioni e i timori delle giovani repubbliche affrancate dall’orbita sovietica. Le sanzioni costituiscono un macigno formidabile nelle relazioni con la Russia. Per la Commissione Europea i loro effetti economici sono asimmetrici, più intensi sull’economia russa che in quella dei paesi dell’Unione” precisa Carlo Benetti che, però, ricorda come l’Istituto Austriaco per la Ricerca Economica sostenga che forse la Commissione abbia sottovalutato le conseguenze più generali delle sanzioni.

Un recentissimo studio dell’Istituto austriaco tiene infatti conto non solo gli effetti direttamente riferibili ai beni colpiti dai provvedimenti sanzionatori ma valuta anche la ricaduta economica del peggioramento delle relazioni commerciali, della sospensione dei progetti in infrastrutture, dell’indebolimento dell’interscambio con le economie dei paesi dell’Est europeo fortemente dipendenti dal gas di Mosca. Il fattore geo politico comprende e quasi annulla le vicende economiche ed è una variabile di cui i mercati stanno tenendo conto.

“Attribuiamo poche probabilità all’ipotesi che non si riesca a trovare un accordo, in questo caso la Grecia verrebbe dichiarata espressamente insolvente e privata del sostegno della Banca Centrale Europea. Più probabile che prima del 20 luglio, scadenza del primo rimborso alla banca centrale, il governo greco trovi un accordo con i suoi creditori, mettendo mano al debito, alle riforme, al sistema finanziario disinnescando il rischio contagio. La questione non avrebbe ancora la parola fine ma verrebbe interrotto il timer della Grexit, bomba a orologeria posta al centro dell’Europa” sostiene lo strategist secondo cui, in ogni caso, la BCE proseguirà, come ha fatto fino ad oggi, a mantenere il cordone sanitario sull’intera Eurozona e, sugli esiti della riunione dell’Eurogruppo, potrebbe anche annunciare nuove misure espansive.

“Le azioni europee restano un luogo da abitare e, come L’Alpha e il Beta ha ricordato anche recentemente, non l’unico a disposizione dell’investitore accorto. Da almeno duemila anni la Grecia non è al centro dell’Europa e da seicento l’Europa non è al centro del mondo: seguiamo l’evoluzione della vicenda greca ma non perdiamo di vista il resto del mondo“ conclude Carlo Benetti.
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