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Lusso, dal turismo cinese una spinta strutturale

27 Aprile 2015 10:16
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I 109 milioni di turisti cinesi del 2014 sono destinati probabilmente a raddoppiare nel giro dei prossimi dieci anni. E nonostante il rallentamento dell’economia cinese, anche il numero di 109 milioni è superiore dell’11% rispetto all’anno precedente, registrando pertanto un tasso di crescita superiore a quello del PIL. Questa miriade di turisti è stimolata agli acquisti fuori dai confini nazionali in quanto le tasse sul consumo in Cina sono piuttosto elevate ed ecco che le inavvicinabili via Montenapoleone, via Condotti, Fifth Avenue o Rue Saint-Honoré appaiono agli occhi del turista cinese straordinariamente convenienti, con prezzi inferiori tra il 30% e il 50% rispetto alla Madre Patria.

Alle solide motivazioni economiche si affianca inoltre il desiderio dell’esperienza dell’acquisto di una borsa, un abito, un orologio negli eleganti atelier e gioiellerie di Milano, Parigi o Ginevra. Visitare l’Europa e le sue maggiori capitali, Parigi, Londra, Roma, è il sogno di moltissimi cinesi e asiatici. La forza del dollaro però condiziona la scelta delle mete da visitare: molti più turisti a Parigi e Roma dunque, visto che i rapporti di cambio fanno di Los Angeles, San Diego o New York mete un po’ più costose. Le statistiche delle vendite fornite da Louis Vuitton, Ferragamo, Tod’s, Swatch confermano la maggior presenza di turisti cinesi in Europa. Global Blue, società specializzata in servizi finanziari forniti a catene di negozi «Tax Free», ha registrato un incremento della spesa cinese in oggetti di lusso del 11% anno su anno nel secondo e terzo trimestre 2014, + 22% in ottobre, +25% in novembre e +49%, dato record, in dicembre.

Anche l’e-commerce sta conoscendo in Cina una vera e propria esplosione: la disponibilità e l’utilizzo di internet si sta rapidamente diffondendo e stanno cambiando le abitudini di acquisto, come è successo negli Stati Uniti e in Europa. I clienti delle griffe del lusso sanno cosa vogliono, sanno dove trovarlo e sanno quanto spendere. Le società che si attrezzano con siti efficienti che consentono la rapida consultazione dei cataloghi e l’acquisto on line saranno posizionate nel modo migliore per intercettare anche questi nuovi clienti.
Inoltre le città di Seoul, Taipei e Tokyo hanno il vantaggio di essere vicine e di offrire un ampio assortimento di marchi del lusso in un momento in cui le recenti tensioni sociali fanno perdere quote di mercato a Hong Kong. Ed infatti le esportazioni di orologi svizzeri verso Hong Kong sono diminuite del 10% in dicembre e contestualmente salite dell’11% in Corea del Sud. “La conclusione di questi brevi «appunti di viaggio» è che il lusso è davvero una grande industria globale, i marchi più grandi che possono permettersi una presenza globale sono nella migliore posizione per intercettare i flussi dei turisti cinesi ed asiatici che visitano l’Europa come gli Stati Uniti. Dopotutto un marchio come Hermès è indifferente a dove siano vendute le sue borse Kelly, se a Parigi, New York o Tokyo: l’importante è che la borsa sia venduta” sottolineano Scilla Huang Sun e Andrea Gerst, gestori del fondo JB Luxury Brands Fund di Swiss & Global Asset management.
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