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Dollaro forte, boom di acquisti dagli USA verso l’Europa
12 Marzo 2015 08:55

forzamento del biglietto verde ha fornito la benzina alle acquisizioni promosse da corporation USA in Europa. A renderlo noto è il report Deals Insight di Thomson Reutres dello scorso 11 marzo nel quale gli analisti della società segnalano che le attività di inbound (cioè le offerte in entrata, su iniziativa di un acquirente non europeo, che hanno come destinazione società europee) sono balzate del +255% rispetto all’anno scorso contabilizzando un controvalore totale di 73,4 miliardi di dollari, il più alto livello year-to-date dal 1970.
Gli Stati Uniti risultano essere il paese straniero più attivo sull'Europa, pari al 38% di tutte le attività di inbound dall’inizio di quest'anno: i deal statunitensi con destinazione aziende del Vecchio Continente sono infatti più che raddoppiati in valore rispetto allo scorso anno portandosi a 27,9 miliardi di dollari e più della metà di tali offerte (per l’esattezza il 56%) hanno avuto come obiettivo aziende del Regno Unito.
Tuttavia, nonostante questo vero e proprio record dei flussi da oltre Atlantico, il totale dei volumi dell’M&A da inizio anno in Europa risulta in calo del 6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno limitando l’importo complessivo a 123,7 miliardi di dollari. Le operazioni domestiche di M&A (cioè quelle aventi imprese dello stesso paese europeo in qualità di promotore e di target del deal) sono scivolate del 59% a 18,1 miliardi di dollari, ovvero al livello più basso dal 1994: in questo ambito la maggiore vivacità è stata registrata in Francia (5,2 miliardi), nel Regno Unito (3,8 miliardi) e in Germania (3,0 miliardi).
In forte contrazione pure le offerte provenienti da altri paesi europei che avevano obiettivo imprese del Vecchio Continente: i volumi non sono andati oltre i 31,2 miliardi di dollari, cioè la metà rispetto ai valori dello scorso anno.
Gli Stati Uniti risultano essere il paese straniero più attivo sull'Europa, pari al 38% di tutte le attività di inbound dall’inizio di quest'anno: i deal statunitensi con destinazione aziende del Vecchio Continente sono infatti più che raddoppiati in valore rispetto allo scorso anno portandosi a 27,9 miliardi di dollari e più della metà di tali offerte (per l’esattezza il 56%) hanno avuto come obiettivo aziende del Regno Unito.
Tuttavia, nonostante questo vero e proprio record dei flussi da oltre Atlantico, il totale dei volumi dell’M&A da inizio anno in Europa risulta in calo del 6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno limitando l’importo complessivo a 123,7 miliardi di dollari. Le operazioni domestiche di M&A (cioè quelle aventi imprese dello stesso paese europeo in qualità di promotore e di target del deal) sono scivolate del 59% a 18,1 miliardi di dollari, ovvero al livello più basso dal 1994: in questo ambito la maggiore vivacità è stata registrata in Francia (5,2 miliardi), nel Regno Unito (3,8 miliardi) e in Germania (3,0 miliardi).
In forte contrazione pure le offerte provenienti da altri paesi europei che avevano obiettivo imprese del Vecchio Continente: i volumi non sono andati oltre i 31,2 miliardi di dollari, cioè la metà rispetto ai valori dello scorso anno.
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