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Il rischio Grexit resta limitato ma torna a preoccupare

30 Dicembre 2014 10:46
financialounge -  BCE correzione di borsa elezioni FMI Grexit Syriza
Il ritorno degli investitori sui mercati finanziari della zona euro dopo il lungo ponte natalizio è coinciso con una nuova correzione degli indici di Borsa e con il ritorno della volatilità e dell’allargamento degli spread, scatenati dalla Grecia che non è riuscita ad eleggere il candidato presidenziale.
Alla terza, e ultima, votazione per l'elezione del presidente della Repubblica greca i voti favorevoli si sono fermati a 168 contro i 180 necessari: secondo quanto prescrive la Costituzione greca, si dovrà andare ad elezioni parlamentari anticipate nelle prossime settimane e le date probabili sono 25 gennaio, 1 febbraio o 8 febbraio.

Una nuova spina nel fianco degli investitori che avrà implicazioni sui mercati per le prossime settimane non soltanto per la Grecia ma anche per l’intera area euro. Il partito di opposizione di sinistra guidato da Syriza è leader nei sondaggi, sebbene il suo vantaggio si sia ridotto di recente e, soprattutto, le proiezioni suggeriscano che non sarà in grado di formare una maggioranza assoluta in Parlamento.
Inoltre, in previsione delle elezioni politiche imminenti, è molto probabile che si assista a novità politiche nelle prossime settimane. Questo significa incertezza ma anche la possibilità di risultati elettorali migliori di quelli attualmente paventati dagli investitori: come, ad esempio, Syriza costretto a formare una governo alleandosi con forze più centriste pro Europa.

“Il nostro scenario centrale è che un accordo con la Troika, cioè UE, Fmi e Bce, sarà comunque trovato, anche se può richiedere tempo e, soprattutto, non potrà scongiurare nel frattempo incidenti di percorso come, ad esempio, la fuga di capitali. Il contagio ad altri paesi periferici è invece stato limitato finora, e ci aspettiamo che questa situazione continui, soprattutto se il resto della zona sarà sostenuto da ulteriori misure della BCE , vale a dire l'estensione del programma di acquisto di asset, e da un migliore flusso di buone notizie sul fronte globale oltre, ovviamente, all'impatto dei prezzi del petrolio” sottolinea Giovanni Zanni Director European Economics di Credit Suisse per il quale, sebbene il rischio «Grexit» resti limitato torna ora sotto i riflettori internazionali.

Giovanni Zanni ha sostenuto nel corso degli anni che l’addio all’euro non rappresentava un'opzione per la Grecia che, adottando tale scelta, rischierebbe un disastro economico. Recenti sondaggi indicano peraltro che i greci sono ancora in maggioranza favorevoli all'euro mentre Syriza ha dichiarato più volte che vuole che il suo paese resti legato alla moneta unica. Tuttavia parte del programma presentato da Syriza non è compatibile con un accordo immediato con l'UE e l’FMI e, pertanto, necessita di un compromesso che potrà essere raggiunto solo dopo un più chiaro quadro politico. D’altra parte la Grecia ha limitati margini di manovra. Dal punto di vista dei finanziamenti, il paese ha bisogno del sostegno da parte dell'UE, del FMI e della BCE. Il programma attuale è stato prorogato fino alla fine di febbraio, e in mancanza di un accordo le difficoltà finanziarie affioreranno già a partire da marzo. Ragioni sostanziali che depongono affinchè un qualche compromesso possa essere trovato piuttosto rapidamente subito dopo le elezioni.
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