Fondi azionari

Fondi comuni, la propensione al rischio sta ripagando

26 Settembre 2014 15:05

financialounge -  Fondi azionari fondi comuni Fondi obbligazionari risparmio gestito titoli di stato
ila euro investiti in fondo comuni italiani sono diventati 10.444, con una rivalutazione media del 4,44%: la stessa somma impiegata in fondi monetati non avrebbe superato i 10.030 euro (+0,30%), mentre utilizzata per sottoscrivere fondi azionari avrebbe toccato i 10.895 euro (+8,95%).

Si spiega anche così il travolgente successo dei fondi comuni in Italia, tornati ad essere protagonisti assoluti del mercato con una raccolta netta di 61,5 miliardi di euro nei primi otto mesi dell’anno. Infatti se, come tutto fa pensare, la voglia di fondi comuni e di comparti di sicav estere è in ascesa in parallelo al crollo dei tassi di rendimento dei titoli di stato italiani, i prodotti del risparmio gestito hanno la dimostrato capacità nel generare performance interessanti anche in un contesto di rendimenti obbligazionari sempre più risicati.
È interessante notare infatti che a parte i fondi monetari area euro che, come abbiamo visto, non sono riusciti ad offrire più dello 0,30% da inizio anno (peraltro perfettamente coerente con i tassi del mercato monetario euro), le altre categorie di fondi hanno espresso apprezzamenti proporzionati al rischio: gli obbligazionari evidenziano un guadagno medio del 4,31%, i bilanciati del 6,16% e gli azionari, come detto, l’8,95%.
Quindi, la prima conclusione è che la propensione al rischio dei sottoscrittori di fondi sta pagando.

Tuttavia, osservando le performance all’interno delle diverse macro-categorie si scopre un altro importante aspetto. Tra i prodotti a indirizzo azionario, per esempio, a fronte di un +14,69% dei fondi specializzati su Wall Street, e a +13,15% degli azionari Paesi emergenti, figura un +4,15% degli azionari area euro e un +5,1% degli azionari Europa. Allo stesso modo, tra quelli a reddito fisso, se gli obbligazionari Paesi emergenti sfoggiano un +7,99% gli obbligazionari Italia non sono andati oltre il +3,57%. Questo per ribadire che la sola scelta dei fondi comuni, per quanto rappresenti già un importante passo in avanti rispetto al fai da te, potrebbe rivelarsi insufficiente se non è effettuata sapendo anche selezionare i mercati e le aree geografiche giuste: esercizio che sono in grado di svolgere al meglio soltanto i singoli risparmiatori che hanno competenza e tempo o, molto più semplicemente, coloro che si affidano ai consulenti finanziari di fiducia.

“Il fondo comune di investimento è uno degli strumenti più versatili e trasparenti a disposizione del risparmiatore. Se guardiamo però alla struttura del risparmio in Italia vediamo come esso sia polarizzato per due terzi in immobili e il restante terzo investito nella gran parte in titoli di stato e obbligazioni bancarie: i risparmiatori italiani sono ancora lontani dall’applicare la regola aurea di ogni buon portafoglio d’investimento ovvero la massima diversificazione possibile” sottolinea Carlo Benetti, Head of Market Research & Business Innovation di Swiss & Global che poi aggiunge: “A complicare le cose è lo scenario economico e finanziario sempre più ostile al vecchio e consueto «fai da te». Fino a una decina d’anni fa l’attività di investimento era piuttosto semplice, le azioni erano rischiose, le obbligazioni erano sicure. Ma in dieci anni è cambiato il mondo, sono cambiate le mappe della geografia economica, è cambiato anche il modo di estrarre rendimento dai portafogli di investimento. Le obbligazioni hanno dato sorprese dolorose e quelle ritenute sicure danno semmai la sicurezza dell’impoverimento generato da rendimenti reali (cioè al netto dell’inflazione) negativi. In questo scenario le soluzioni delegate e flessibili sono le più efficaci, per dirla con il linguaggio di «Amici miei» flessibilità vuol dire «fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità di esecuzione», ovvero l’impiego di molte strategie e di strumenti (fondi, ETF, derivati, CDS, coperture …). Un contesto nel quale diventa indispensabile, quasi naturale, farsi accompagnare da un consulente di fiducia. David Swensen, gestore leggendario e autore di libri di investimento di successo è infatti lapidario: «vedo ogni giorno quanto siano complessi i mercati, l’idea di farcela da soli è insensata»”

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