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Moda italiana, tra euro debole e sanzioni russe

28 Agosto 2014 10:10

financialounge -  dollaro euro lusso Made In Italy moda
grandi beneficiari della contrazione dell’euro figura senza dubbio la moda italiana. Un settore big exporter che negli ultimi 12-18 mesi ha sofferto la forza relativa della divisa unica europea che ha tagliato margini e profitti sulle vendite all’estero: osservando le relazioni di bilancio del secondo trimestre e delle semestrali emerge che l’impatto dei cambi internazionali ha pesato in negativo tra l’1% e il 5% sul fatturato e tra l’1% e il 3% sugli utili.

Ma ora, in virtù della debolezza della moneta della zona euro, il settore del lusso made in Italy punta a rifarsi, magari con gli interessi. Secondo gli analisti del settore, i risultati del terzo e, soprattutto, del quarto trimestre di quest’anno dovrebbero infatti beneficiare del deprezzamento dell’euro che sta perdendo quota sia nei confronti del dollaro USA (per effetto delle divergenti politiche monetarie della Fed, meno accomodante, e della BCE, più espansiva) e sia anche rispetto alle divise dei paesi emergenti (sulle quali si stanno ora riversando i flussi degli investitori internazionali che nel 2013 avevano puntato sull’Europa), molti dei quali rappresentano importanti mercati di sbocco per le esportazioni della moda del nostro Paese.

Il mercato, a dire il vero, ha già iniziato a scommettere sul settore con recuperi anche piuttosto consistenti per alcuni dei titoli guida: dal primo agosto a ieri, il titolo Brunello Cucinelli ha guadagnato il 10,2%, Moncler il 6,9%, Tod’s il 3,8% e Yoox il 3% con l’unica eccezione di Luxottica (-3,2%), penalizzata però dalla sostituzione improvvisa dell’amministratore delegato Andrea Guerra. Titoli che, nonostante questo rimbalzo estivo sono distanti dai valori di inizio anno in media del 25%, da un minimo del -21,6% di Moncler a un massimo del -38,3% di Yoox, passando per il -25,6% di Salvatore Ferragamo, il -28,2% di Brunello Cucinelli e il -29,5% di Tod’s.

In questo contesto favorevole al settore, si sta però delineando uno spettro: quello delle sanzioni della Russia come ritorsione alle sanzioni USA e UE. Al momento il provvedimento varato da Mosca riguarda soltanto gli acquisti diretti da parte del Governo federale russo e degli enti locali ma il timore è che possa essere esteso anche all’intero import: una decisione che avrebbe un impatto devastante sulla moda italiana che nel 2013 ha esportato verso la Russia manufatti per 2,37 miliardi di euro.

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