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Bill Gross

Borsa USA in ribasso nonostante gli utili in rialzo

4 Agosto 2014 16:28
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"Che si tratti di una banca portoghese, del nuovo default dell’Argentina, della crisi russo-ucraina o dei continui disordini in Medio Oriente, cioè di faccende geopolitiche che sembravano non interessare a nessuno, tutto ad un tratto sta servendo come catalizzatore per vendere: gli investitori sembrano ora sempre più avversi al rischio".
In questa frase, espressa in un’intervista da Matt McCormick, co-gestore di fondi d’investimento presso la Bahl & Gaynor Inc. di Cincinnati (Usa), è racchiusa la sintesi della settimana finanziaria appena conclusa a Wall Street.

L'indice S&P 500 ha registrato una perdita settimanale al 2,7 per cento, la peggiore dal giugno 2012 mentre il Dow Jones Industrial Average è sceso a 16.493 punti, cancellando tutti i suoi guadagni da inizio anno. L'S&P500 è sotto del 3,2 per cento dal record di 1.987,98 punti raggiunto il 24 luglio scorso e scambia a 17,5 volte gli utili riportati dalle 500 imprese del paniere, vicino al livello più alto dal 2010 e del 12% circa al di sopra della media degli ultimi 10 anni. In questo contesto, anche la volatilità del mercato è aumentata dopo che l'S&P 500 aveva fatto registrare il più lungo periodo di calma piatta dal 1995: l’ indice allargato di Wall Street ha chiuso con rialzi e ribassi superiori al punto percentuale per tre volte nelle ultime due settimane, mentre per 62 giorni, fino al 16 luglio, aveva sempre espresso variazioni giornaliere inferiori all’uno per cento. L'indice di volatilità Chicago Board Options Exchange, noto come VIX, ha finito la settimana a quota 17,03 dopo aver effettuato un balzo del 27 per cento nella giornata di giovedi 31 luglio: da segnalare che il Vix si era attestato il 3 luglio al livello più basso dal 2007.

Ma non sono soltanto le preoccupazioni geopolitiche (le forti perdite di bilancio del Banco Espirito Santo portoghese, il default dell’Argentina, l’ acuirsi del conflitto tra Israele e Palestina, e le tensioni tra Russia e Ucraina) a preoccupare gli investitori in America. I dati del PIL degli USA del secondo trimestre (+4%) hanno alimentato le ipotesi di rialzo dei tassi Fed prima del previsto.
Tesi non condivisa però da tutti a cominciare da Bill Gross, managing director e CIO di PIMCO secondo il quale la politica monetaria della Federal Reserve resterà accomodante visto che la crescita dei salari negli Stati Uniti risulta invariata : per Bill Gross, infatti, "i salari americani di Main Street rappresentano la preoccupazione numero uno di Janet Yellen".

D’altra parte circa il 76 per cento delle 379 aziende dell’S&P500 che hanno già pubblicato i risultati del secondo trimestre hanno battuto le stime degli analisti per quanto riguarda i profitti, mentre il 65 per cento ha superato le previsioni di vendita. Come dire, insomma, che l’attuale correzione in atto a Wall Street è fisiologica dopo una lunga corsa e può creare le premesse per delle interessanti opportunità di acquisto per gli investitori di medio lungo termine.
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