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Chris Wallis

Idee d'investimento - Azioni - 26 maggio 2014

26 Maggio 2014 11:17
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“Se guardiamo ai rendimenti attesi a lungo termine per tutte le principali asset class, le azioni dei mercati emergenti sembrano offrire le opportunità più interessanti su un orizzonte di 5-7 anni, in base alle valutazioni correnti e in un’ipotesi di convergenza dei prezzi verso la loro media storica (mean reversion). D'altra parte, se si ritiene che gli emergenti stiano entrando in una nuova fase di elevata volatilità a causa di una debolezza economica strutturale e di rinnovate tensioni geopolitiche, il divario di valutazione con i mercati sviluppati può essere del tutto giustificato e richiederebbe molto più tempo per essere colmato” tiene a precisare Giordano Lombardo, Group CIO di Pioneer Investments nell’articolo “Mercati emergenti: molto più solidi rispetto agli anni ‘90” che poi aggiunge: “In ogni caso non vediamo condizioni simili a quelle che determinarono le crisi degli anni '90. La maggior parte di queste economie e dei loro mercati finanziari hanno compiuto rilevanti progressi da allora e, pertanto, non crediamo che la situazione attuale, per quanto a tratti volatile, sia così pericolosa come lo era negli anni ‘90”.

Sempre in tema di Paesi emergenti, durante l’incontro esclusivo a Milano con Ruchir Sharma, riservato agli investitori professionali e organizzato da Morgan Stanley Investment Management, si è discusso su qual possano essere i paesi emergenti capaci di raccogliere l’eredità di Brasile, Russia, India e Cina che sembrano avviate a decelerare dopo una corsa pluridecennale.
Nell’articolo “Mercati emergenti, ecco i “Paesi in Fuga”, Ruchir Sharma indica innanzitutto le Filippine, la Polonia, il Messico, il Sudamerica, il Perù, il Cile, la Colombia e, nel resto del mondo lo Ski Lanka, il Kenya, la Nigeria, l’Arabia Saudita e la regione del Mekong.

Invesco, invece, nell’articolo (dal titolo eloquente) “Perché aumentiamo l’esposizione a Piazza Affari” sintetizza che l'Italia è ormai sulla strada delle riforme strutturali e della ripresa e dovrebbe ricevere ulteriore consenso grazie al presidente del Consiglio Matteo Renzi, che sembra destinato a ottenere un mandato più forte e quindi potrà avviare nuove riforme nei mesi a venire. Una convinzione questa espressa da Jeff Taylor, il responsabile dell'azionario europeo di Invesco, che, infatti, continua ad aumentare l'esposizione sulle azioni italiane.
Taylor, gestore da tripla A Citywire, ha ripreso a investire sulle regioni periferiche europee a metà del 2012, ben prima di molti altri gestori, tramite il fondo Invesco Pan European Equity, puntando su Spagna, Irlanda, Portogallo e Italia; e, di recente, ha aumentato la propria esposizione su Piazza Affari.

In termini di investimenti, Chris Wallis, President, CEO di Vaughan Nelson Investment Management (gruppo Natixis) ravvede le opportunità più interessanti nelle società a media capitalizzazione (mid-cap) come argomenta nell’articolo “Il valore di Borsa va ricercato con la massima cura”: "Le società a media capitalizzazione sono più interessanti rispetto a quelle a bassa capitalizzazione (small-cap) grazie alle maggiori economie di scala, a bilanci più solidi, a un più agevole accesso ai mercati dei capitali e alla maggior presenza internazionale. Ciò permette loro di resistere meglio agli shock economici rispetto alle società a bassa capitalizzazione" afferma Wallis per il quale le mid cap, rispetto alle large-cap, sono inoltre generalmente in grado di ottenere una maggiore crescita degli utili. Esse tendono inoltre a trarre beneficio da operazioni di fusione e acquisizioni.

Infine, nell’articolo “GAM presenta le novità della Sicav lussemburghese”, Gianmarco Mondani, CEO e Founding Partner di GAM Investment Management Lugano ha descritto le attuali linee guida del GAM Star (Lux) European Alpha: “Questo comparto long/short focalizzato sull’azionario europeo mira a generare rendimenti assoluti e stabili con un approccio prevalentemente non direzionale, orientato ad obiettivi di beta contenuto. Attualmente tra le posizioni lunghe del fondo, troviamo le compagnie assicurative con forte posizione competitiva, società di componentistica per auto con alto grado di innovazione e le banche che stanno finalmente affrontando i propri problemi. Al contrario il fondo è corto sui settori dei media, dei servizi petroliferi e su quei settori che riscontrano problemi strutturali di sovra-capacità produttiva, come quello del rame e del retail nel Regno Unito”.

Concludiamo con la raccomandazione formulata da Russ Koesterich, Global Chief Investment Strategist di BlackRock nel suo commento settimanale ai mercati del 19 maggio e riassunta nell’articolo “Mantenere un sovrappeso sull’equity per il lungo termine”: “Le attuali quotazioni delle azioni non sono certo a buon mercato ma, rispetto a quelle dei bond, soprattutto quelli governativi USA decennali, mantengono un vantaggio relativo che ne giustifica un sovrappeso in portafoglio in ottica di lungo termine”.
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