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Turchia: tanti rischi e molte opportunità

2 Maggio 2014 09:10
financialounge -  esportazioni importazioni italia stabilità turchia
Una popolazione di 75 milioni di abitanti, la metà dei quali al di sotto dei 30 anni. Un deficit di bilancio dell’1,1% e una crescita economica tendenziale al 4%. Sono questi alcuni numeri che inquadrano le potenzialità della Turchia rendendolo uno dei paesi preferiti dagli investitori internazionali. Flussi che, dopo il brusco calo registrato nel 2009 (quando gli investimenti diretti esteri in Turchia crollarono da 19 a 7 miliardi di dollari) sono tornati a crescere negli ultimi tre anni: dai 12 miliardi del 2011, ai 17 del 2012 fino ai 22 miliardi dello scorso anno. E per quest’anno, le previsioni ipotizzano il superamento del muro dei 25 miliardi.

Un mercato importante per qualsiasi economia forte nell’export. E l’Italia non vuole certo recitare il ruolo di comprimario: il nostro paese è il quarto partner commerciale con Ankara con un interscambio di 17,9 miliardi di dollari nei primi 11 mesi del 2013, con 11,7 miliardi di esportazioni (soprattutto, ma non solo, in macchinari industriali, in infrastrutture, sanità e operatori del settore dell’energia rinnovabile) e 6,2 miliardi di import.

Ma negli ultimi mesi la Turchia ha avuto dei problemi che sta cercando di superare. Il premier Erdogan, a lungo accusato dall’opposizione di corruzione, ha vinto le recenti elezioni amministrative facendo tirare un sospiro di sollievo ai mercati finanziari che non vedono mai di buon occhio l'instabilità politica. Resta sul tappeto il finanziamento del deficit delle partite correnti che è ancora troppo alto mentre gli interventi della banca centrale di Ankara sulla valuta sui tassi d’interesse a inizio anno sono riusciti a stabilizzare la lira turca.

In questo scenario le obbligazioni in valuta locale offrono rendimenti molto attraenti sebbene occorra fare i conti con l’inflazione: il costo della vita potrebbe peggiorare a causa dei prezzi più alti delle importazioni, mentre il significativo aumento dei tassi d’interesse dovrebbe attenuare la crescita del credito contrastando l’inflazione. Uno scenario quindi di relativa stabilità che ha permesso al mercato azionario turco di registrare un recupero del 9% circa da inizio anno, gettando le basi per uno scenario più attraente a medio lungo termine.
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