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Non abbandonare i mercati emergenti

25 Febbraio 2014 10:00
financialounge -  cina giappone mercati azionari mercati emergenti Russia USA
La ripartizione regionale della Pictet Asset Management Strategy Unit resta invariata: sovrappeso sul Giappone e mercati emergenti e cautela nei confronti degli Stati Uniti.

Negli ultimi mesi le piazze azionarie emergenti hanno subito pesanti perdite nel quadro delle apprensioni per una decelerazione della crescita in Cina (e una stretta sul sistema bancario ombra) e per l’impatto del tapering negli USA. A esacerbare i timori degli investitori ha contribuito anche la svalutazione monetaria in Argentina e Venezuela. Vale però la pena di osservare che il ritardo dei mercati azionari emergenti rispetto a quelli sviluppati risale al 2010, quando è cominciato il rallentamento dell’economia mondiale e le aziende delle aree in via di sviluppo hanno visto un calo della redditività più marcato. Sotto questa lente, il cambiamento di politica monetaria degli USA e le difficoltà di Paesi come Argentina e Ucraina non fanno che consolidare un trend di lungo periodo.

“Tuttavia” sottolineano gli esperti della Pictet Asset Management Strategy Unit, “la sottoperformance delle piazze emergenti, che ne ha accentuato la sottovalutazione rispetto ai mercati sviluppati (fino al 30% in base al P/E), è ora in contrasto con i fondamentali. Secondo i nostri indicatori, molti listini sono ipervenduti, mentre il sentiment è peggiorato tanto da limitare il margine di correzione del mercato. Le nostre rilevazioni sull’attività economica suggeriscono inoltre una rapida ripresa congiunturale”.

In altre parole, nei prossimi mesi un’accelerazione della crescita globale e una politica accomodante negli USA dovrebbero creare le condizioni per un sorpasso dei mercati azionari emergenti.

“In ogni caso non investiremo in modo indiscriminato. I Paesi politicamente stabili, con un fabbisogno di finanziamento gestibile e un mercato azionario relativamente allettante offrono le prospettive migliori. È il caso di Russia e Cina. Anche Messico e Filippine esercitano una certa attrattiva, ma sono ancora sopravvalutati, a un prezzo pari a circa 17 volte gli utili prospettici” tengono a precisare infine gli specialisti della Pictet Asset Management Strategy Unit.
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