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La catena di valore hi tech del Vietnam

3 Febbraio 2014 14:55
financialounge -  giovani incentivi fiscali settore tecnologico vietnam
I visitatori che approdano oggi a Ho Chi Minh City, capitale economica del Vietnam, potrebbero essere perlomeno sorpresi. Sulle strade il traffico è quello tipico delle megalopoli asiatiche più dinamiche mentre dall’alto la visuale consente di notare un pullulare di gru e grattacieli. La città, infatti, rappresenta il termometro più puntuale del polso dell’economia del paese che dopo una crescita del 5,2% ne 2012 ha registrato un 5,4% nel 2013 e altrettanto (almeno) dovrebbe crescere quest’anno.

Merito anche dell’apertura ai capitali esteri che hanno colto l’occasione al balzo: nei primi 11 mesi dello scorso anno gli investimenti diretti esteri in Vietnam hanno toccato i 20 miliardi di dollari, registrando una crescita del 65,5%. Punto di forza del paese, la manodopera giovane, con una qualifica professionale valutata al di sopra della media degli altri stati asiatici, e ancora a basso costo.

Per un investitore estero, puntare oggi sul Vietnam consente di beneficiare di incentivi fiscali: le aliquote sul reddito d’impresa oscillano da un massimo del 25%, per le imprese petrolifere ed estrattive, fino ad un minimo del 10%, per quelle insediate in aree disagiate e inserite in parchi hi tech.

Proprio la tecnologia è il settore sul quale punta di più il Governo per poter scalare la graduatoria nella classifica mondiale del World Economic Forum sulle proprietà intellettuali che vede il Vietnam al 123esimo posto, dietro a Thailandia (101 in classifica), Cambogia (85), Indonesia (60), Cina (51) e Malesia (31). Stimolate, quindi, ogni tipo di nuova iniziativa in tutti i settori dell’alta tecnologia, del software, della ricerca scientifica e delle infrastrutture strategiche.
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