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Idee di investimento – Obbligazioni – 14 gennaio 2019

Il nuovo anno è iniziato sulla scia dei trend del 2018 e accentua la necessità di selezione. Occhi puntati sulle opportunità nel debito emergente, nelle emissioni legate all’immobiliare e a mutui, e ai titoli di Stato USA

14 Gennaio 2019 09:07
financialounge -  idee di investimento obbligazioni

REVISIONE AL RIBASSO PER LE ASPETTATIVE D’INFLAZIONE


Il nuovo anno si apre in linea con il vecchio: almeno per quanto riguarda i mercati obbligazionari, il 2019 nasce sotto gli stessi auspici dell’anno precedente. Come spiega il team Research, Strategy and Analysis di Amundi nell’articolo Obbligazionario: anno nuovo, trend vecchi i rendimenti dei titoli di Stato ‘rifugio’ sono scesi in un contesto caratterizzato dalla revisione al ribasso delle aspettative di inflazione, visto che i segnali macroeconomici recenti confermano un rallentamento, ma non un indebolimento, dell’economia. Per quanto riguarda l’inflazione, “negli ultimi due mesi del 2018 le aspettative per la zona euro sono state nettamente riviste al ribasso e questo trend è proseguito nei primi giorni del 2019”, notano gli esperti di Amundi, secondo cui il brusco calo del prezzo del petrolio occorso nel quarto trimestre del 2018 ha accentuato questa forte flessione. In ogni caso, la revisione al ribasso dei rendimenti obbligazionari si è verificata in un contesto di rivalutazione non solo degli stessi rendimenti, ma anche delle previsioni per i tassi di riferimento. Diversa la situazione negli Usa, dove, secondo l’analisi, il calo del rendimento dei Treasury decennali osservato a partire da novembre è proseguito anche nei primi giorni del 2019. Inoltre, negli ultimi due mesi del 2018, il mercato ha rivisto le sue attese sui rialzi dei tassi nel 2019 a opera della Fed, e la probabilità che non avvenga alcun rialzo è ora salita all’80%. In base ai futures sui Fed fund, fa sapere l’analisi, “la probabilità di un rialzo dei tassi nel 2019 è scesa addirittura al 5%. Analogamente, la Bce non prevede più di alzare il costo del denaro nel quarto trimestre di quest’anno”.

RIPRENDONO I FLUSSI VERSO GLI EMERGENTI


In quest’anno che si annuncia complesso, i gestori di GAM Investments offrono quattro idee di investimento per cogliere al meglio le opportunità sui mercati. Il primo spunto riguarda le strategie di investimento sistematiche, che secondo Lars Jaeger, head of alternative risk premia di GAM Investments, consentono di non preoccuparsi delle fasi di mercato. “Non ho bisogno di sapere se ci troviamo dopo un picco o meno, o se ci troveremo di fronte a una fase ribassista del mercato azionario oppure obbligazionario. Non lo sappiamo perché non ci serve saperlo. Questo è il vantaggio degli investimenti sistematici” rivela nell’articolo Obbligazionario: quattro direzioni per navigare il mercato Lars Jaeger. Questo genere di investimenti, infatti, consente di trarre rendimento dai mercati finanziari indipendentemente dalla direzione delle asset class tradizionali.
L’idea stessa di una fase di “picco” riguarda molto più i mercati consolidati che quelli emergenti, secondo Paul McNamara, direttore degli investimenti per le strategie local bond emerging markets di GAM Investments. Infatti, mentre lo scorso anno si è assistito al rialzo dei tassi negli Usa e si è parlato di un’ipotesi analoga anche in Europa, i tassi nei mercati emergenti sono stati molto più volatili. Pertanto, spiega il gestore, “non dovremmo aspettarci la stessa correzione al rialzo dei tassi o un analogo cambiamento delle valutazioni azionarie, e così via. Credo che vedremo una ripresa dei flussi verso i mercati emergenti”. Buone prospettive sono offerte poi dal mercato immobiliare e da quello del credito ipotecario, come spiega Gary Singleterry, responsabile delle strategie MBS Total Return di GAM Investments. Il mercato immobiliare appare abbastanza resistente in questo momento e le prospettive per i titoli MBS garantiti da ipoteca negli Stati Uniti sembrano particolarmente positive: per questo il gestore mantiene l’esposizione nel credito su livelli di sicurezza, in vista del potenziale rallentamento dell’economia. “Non sappiamo quanto durerà la fase di recessione, né se effettivamente ci sarà, ma siamo pronti ad affrontarla”, sottolinea Singleterry. I due mercati in oggetto, secondo l’esperto, sopravvivranno molto bene perché tutti ricordano che proprio il settore dei mutui ipotecari è stato alla base dell’ultima crisi; ma non dovrebbe essere la causa della prossima crisi.

AUMENTARE LA CAPACITA’ DI SELEZIONE


Un altro tema importante per il 2019 riguarda il mercato dei bond speculativi (High Yield, Leverage Loans, ABS e cartolarizzazioni) che sembrerebbe ora praticamente congelato dalle esigenze di smobilizzo dei grandi fondi d’investimento obbligazionari che si sono riempiti di credito speculativo per soddisfare la ricerca di rendimento innescata dalle Banche Centrali. C’è il rischio di un selloff generalizzato che possa provocare danni ingenti anche all’economia reale, soprattutto negli Stati Uniti?
“Stiamo ancora operando in un contesto di tassi bassi e quindi la ricerca di rendimento potrebbe essere ancora una forte esigenza per gli investitori. Ciò porta a pensare che le obbligazioni ad alto rendimento possano ancora giocare un ruolo rilevante. Inoltre la fase di correzione degli ultimi mesi ha creato delle opportunità in termini di ampliamento degli spread (extra rendimenti rispetto ai titoli di stato, ndr), mentre a livello di fondamentali non ci sono stati rilevanti cambiamenti, per esempio in termini di aumento dei tassi di default (fallimento degli emittenti)” spiega nell’articolo Toschi (J.P. Morgan AM): “Poche evidenze di una recessione in arrivo Maria Paola Toschi, market strategist di J.P.Morgan Asset Management.
L’aumento delle emissioni è stato più orientato alla rinegoziazione di debito già esistente piuttosto che al finanziamento di nuovo debito. Sicuramente il 2019 sarà un anno in cui sarà fondamentale aumentare la capacità di selettività nel mondo obbligazionario. Sarà importante andare a ricercare le opportunità soprattutto in termini di qualità. “Alcune revisioni dei rating obbligazionari, nel modo investment grade (IG), hanno preoccupato sulla tenuta dei livelli qualitativi di alcuni emittenti. Questo è sicuramente un tema rilevante che andrà affrontato in termini di forte selettività delle società emittenti e di buon bilanciamento tra rischio/rendimento delle asset class di reddito fisso e dei singoli emittenti” spiega l’esperta.

UN PORTAFOGLIO PIU’ RESILIENTE PER IL 2019


Alla luce di tutte queste variabili e della volatilità che sarà alimentata dall’incertezza attorno agli eventi chiave, Richard Turnill, global chief investment strategist di BlackRock, nell’articolo Fed, dazi e Brexit: difendere il portafoglio dalle prime insidie del 2019 sostiene la validità di un portafoglio 2019 caratterizzato da una maggiore resilienza. “Preferiamo un approccio a bilanciere: le esposizioni ai governativi come un cuscinetto protettivo del portafoglio da un lato, e le allocazioni ad attività che offrono interessanti prospettive di rischio / rendimento come qualità e titoli dei mercati emergenti dall’altro. Ciò include il disinteresse verso le attività contraddistinte da un potenziale negativo maggiore di quello di rialzo, come le azioni europee e le obbligazioni sovrane europee”, specifica  Richard Turnill.
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