Contatti

L’analisi

T. Rowe Price: “In primavera prevediamo lo stop al rialzo dei tassi nell’area euro”

Tomasz Wieladek, inoltre, prevede una profonda recessione quest'inverno per l’Eurozona, che continuerà nel corso del 2023

di Francesco Rapetti 26 Novembre 2022 15:00
financialounge -  Europa mercati t.rowe price Tomasz Wieladek

L’analisi curata da Tomasz Wieladek, Chief European Economist, T. Rowe Price, inizia confermando che i dati retrospettivi, come la crescita del PIL reale e la produzione industriale, continuano a dimostrare resistenza nonostante il forte shock energetico subito dalla regione all'inizio dell'anno. Tuttavia, i PMI manifatturieri dell'area indicano che le prospettive economiche si stanno rapidamente deteriorando.

LA FIDUCIA DEI CONSUMATORI


La fiducia dei consumatori, che di solito si muove insieme al PMI, è scesa a livelli senza precedenti. Ciò implica che l'indebolimento della domanda, dovuto alla riduzione dei redditi disponibili, non si riflette ancora nei dati. Il rapido calo dei redditi disponibili e il recente forte inasprimento degli standard di credito per famiglie e imprese indicano che la stretta monetaria della BCE si rifletterà nei dati solo all'inizio del prossimo anno.

COME SI MUOVERÀ LA BCE


A questo proposito, è probabile che la BCE continuerà ad aumentare i tassi di interesse durante la recessione, tuttavia T. Rowe Price crede che lo farà in misura inferiore a quanto previsto dai mercati. L’asset manager ritiene probabile che a dicembre i vertici della BCE si renderanno conto che le previsioni di crescita si stanno indebolendo. Allora è probabile che la Bce annunci una stretta per attuarla all'inizio del 2023.

OBIETTIVO RIDUZIONE INFLAZIONE


Visti i dati solidi sul PIL reale, interromperanno gli aumenti solo quando sarà chiaro che la recessione nell'area dell'euro si sta aggravando. Naturalmente, questo ridurrà la pressione inflazionistica. Ciò significa che la BCE probabilmente interromperà gli aumenti a febbraio o marzo 2023, con un picco del tasso sui depositi del 2,25%-2,5%, significativamente inferiore ai prezzi di mercato e alle aspettative del consenso.

REGNO UNITO IN DIFFICOLTÀ


Tra i mercati sviluppati, il Regno Unito presenta probabilmente i maggiori rischi di effetti inflazionistici di secondo livello a causa delle forti pressioni salariali dovute alla carenza di manodopera. L'inattività della forza lavoro è dovuta sia ai pensionamenti anticipati che alle malattie dovute alla pandemia, e difficilmente si risolverà a breve. La Banca d'Inghilterra dovrà quindi continuare a operare per raffreddare la domanda di lavoro. Tuttavia, le famiglie britanniche stanno subendo forti shock sui redditi disponibili a causa dell'aumento dei prezzi dell'energia e dei costi dei mutui. Secondo T. Rowe Price la Banca d'Inghilterra cercherà quindi di scegliere un percorso di rialzo che riporti l'inflazione all'obiettivo nel medio termine, ma che non aggravi più del necessario la recessione del prossimo anno.
Trending