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L'analisi

Invesco: ecco come i fondi sovrani cambieranno le strategie di investimento

Nei prossimi 10 anni i fondi sovrani, il cui patrimonio si attesta a 33mila miliardi di dollari USA, orienteranno gli investimenti in base a considerazioni di carattere demografico che privilegeranno i mercati emergenti

di Leo Campagna 23 Novembre 2022 07:55
financialounge -  Invesco Invesco Global Sovereign Asset Management Study mercati Rod Ringrow

Stati Uniti, India e Germania. E’ questo il podio relativo alla destinazione più ambita per il capitale degli investitori sovrani. A rivelarlo è la decima edizione dell’Invesco Global Sovereign Asset Management Study basato sui dati raccolti negli ultimi dieci anni dei fondi di investimento controllati da uno stato che gestiscono le risorse dei proventi derivanti dalle materie prime del Paese (per esempio Norvegia, Arabia Saudita, e Kuwait) o dai ricavi delle esportazioni (Cina e Paesi del Sud Est asiatico).

UN COSTANTE AUMENTO DEL NUMERO DI FONDI SOVRANI


L’ultimo decennio ha registrato un aumento costante del numero di fondi sovrani di sviluppo, ossia dei fondi impegnati nella diversificazione e nello sviluppo dell’economia locale. I governi di diversi mercati emergenti, in particolare in Africa, riconoscono sempre più il ruolo che possono svolgere nella promozione dello sviluppo a lungo termine.

ASSET GESTITI PER 33 MILA MILIARDI DI DOLLARI


I fondi sovrani sono cresciuti diventando non soltanto tra gli investitori istituzionali più influenti del mondo, con asset gestiti per 33 mila miliardi di dollari USA, ma anche sempre più sofisticati. Sono ormai investitori globali con target di rendimento aggressivi: se nel 2013/2014 gli investimenti strategici diretti costituivano il 79% dei loro portafogli, nel 2022 take percentuale è scesa al 46%, a favore di allocazioni più elevate ad azioni, obbligazioni e strumenti alternativi.

MERCATO EMERGENTE PIÙ APPREZZATO: L’INDIA HA SUPERATO LA CINA


Nell’ultimo decennio gli Stati Uniti sono stati una destinazione primaria per gli impieghi ma ora alcuni investitori sovrani ritengono di essere diventati eccessivamente dipendenti dai rendimenti del mercato statunitense, condizione che li ha esposti alla correzione dei mercati azionari del 2022 spingendo per un ribilanciamento verso i mercati emergenti. In quest’ottica, l’India ha superato la Cina quale mercato emergente più apprezzato avendo scalato la classifica da nono mercato preferito in generale nel 2014 a secondo nel 2022.

INVESTITORI DI LUNGHISSIMO TERMINE


“I fondi sovrani sono investitori a lunghissimo termine, più propensi ad accettare i rischi politici e valutari che caratterizzano Paesi con popolazioni in rapida crescita, che potrebbero invece dissuadere altri tipi di investitori istituzionali. Mercati emergenti che dovrebbero offrire opportunità a lungo termine nel settore immobiliare e delle infrastrutture, in particolare” fa sapere Rod Ringrow, Head of Official Institutions di Invesco.

L’ESPOSIZIONE AL SEGMENTO PRIVATE EQUITY


A questo proposito va segnalato che l’esposizione al segmento private equity, immobiliare e infrastrutture ha registrato un aumento dall’8% nel 2013 al 22% nel 2022, portando gli asset gestiti dai fondi sovrani in questo ambito a 719 miliardi di dollari USA, rispetto ai 205 miliardi del 2011. Tuttavia, la forte competizione per tali asset con altri grandi investitori istituzionali porta a ritenere che sia quasi impossibile mantenere questo ritmo nel prossimo decennio.

AUMENTO DEI RENDIMENTI NEL REDDITO FISSO


Nel frattempo si guarda all’aumento dei rendimenti nel reddito fisso. E’ vero che dal 2013/14 al 2021/22, le allocazioni obbligazionarie dei fondi sovrani di tipo liability sono scese dal 38% al 29%, tuttavia, alla luce del potenziale difensivo a lungo termine che ora torna a poter svolgere l’obbligazionario, tale tendenza potrebbe invertirsi.

PUNTI DI INGRESSO INTERESSANTI


Gli investitori sovrani dell’ultima edizione dell’Invesco Global Sovereign Asset Management Study prevedono uno scenario futuro molto più complesso in cui l’inasprimento delle politiche monetarie possa mettere in discussione gli assunti macroeconomici in base ai quali hanno operato negli ultimi dieci anni. “Tuttavia, dal momento che gli investitori sovrani hanno orizzonti d’investimento pressoché unici, il calo delle valutazioni crea punti di ingresso interessanti per sfruttare le opportunità a lungo termine” concludono gli esperti di Invesco.
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