L'analisi
Morgan Stanley IM: per il reddito fisso è stato un brusco ritorno alla realtà
Il Global Fixed Income Bulletin della grande casa sottolinea che il rialzo generalizzato dei rendimenti dei titoli di Stato in USA e Europa non si è limitato ai tassi nominali ma ha investito in pieno anche quelli reali
di Virgilio Chelli 25 Ottobre 2022 07:55
L’euforia estiva non è riuscita a sopravvivere all’arrivo dell’autunno e i mercati del reddito fisso sono tornati negativi con le speranze di un atterraggio morbido dell’economia decisamente deteriorate. Se c’erano dubbi che le banche centrali dessero priorità alla lotta all’inflazione rispetto alla crescita economica questi sono stati fugati. Le politiche monetarie globali sembrano proprio destinate a restare restrittive fino a che la missione non sarà compiuta, e per i mercati continuano le montagne russe.
Sono le indicazioni di Morgan Stanley Investment Management contenute nel Global Fixed Income Bulletin titolato “Brusco ritorno alla realtà”, che sottolinea il rialzo generalizzato dei rendimenti dei titoli di Stato in USA e in Europa in un movimento che non si è limitato ai tassi nominali ma ha investito in pieno anche i tassi reali, alimentato dall’aumento delle aspettative di inflazione. Il tutto indica che il futuro riserva ancora volatilità, forse solo un po’ meno accentuata, visto che le banche centrali continuano comunque a lasciarsi guidare dai dati.
Morgan Stanley IM vede l’inflazione rallentare in USA nel prossimo futuro, meno in Europa. L’economia globale è in rallentamento mentre le banche centrali mantengono comunque un approccio aggressive per contrastare la crescita dei prezzi. Il fatto positivo, secondo il Global Fixed Income Bulletin, è che i mercati sembrano aver accettato l’idea che politiche monetarie restrittive sono necessarie, implicando per il future aggiustamenti meno violenti dei prezzi rispetto a quello seguito all’euforia estiva.
Il tutto si è tradotto in spread e rendimenti del mercato del reddito fisso prezzati più ragionevolmente sia in USA che in Europa, rendendo le valutazioni più attraenti. Ma, avverte Morgan Stanley IM, è prematuro pensare che il mercato Orso dei tassi sia terminato. L’inflazione non è ancora sotto controllo e resta ancora lavoro da fare per le banche centrali. In ogni caso, i bond Investment Grade dell’Eurozona sono più a buon mercato, a compensare parzialmente l’extra rischio per gli investitori, ma la recessione imminente in Europa rende meno attraente i bond corporate High Yield e il credito cartolarizzato, rispetto agli USA.
In ogni caso non sono da aspettarsi grandi rally con le economie in frenata e resta preferibile mantenere un posizionamento sulla qualità, tenendosi pronti a vendere sui picchi e a comprare sui minimi. Un atterraggio morbido dell’economia resta possibile, soprattutto negli USA, ma perché questo si realizzi bisogna che l’economia rallenti sensibilmente e la crescita rimanda sotto il trend per un periodo significativo, insieme a un allentamento del mercato del lavoro.
Ci sono segnali che le cose possa andare in questa direzione, rileva in conclusione Morgan Stanley IM, e se si confermano i mercati del credito potrebbero diventare meno sensibili ai tassi, agli spread e all’andamento dell’azionario. Si è anche fatta molta strada in direzione di prezzi difensivi, per cui non è forse il caso di eccedere nel posizionamento di portafoglio. Ma non è neanche il momento di diventare aggressivi.
IL FUTURO RISERVA ANCORA VOLATILITÀ
Sono le indicazioni di Morgan Stanley Investment Management contenute nel Global Fixed Income Bulletin titolato “Brusco ritorno alla realtà”, che sottolinea il rialzo generalizzato dei rendimenti dei titoli di Stato in USA e in Europa in un movimento che non si è limitato ai tassi nominali ma ha investito in pieno anche i tassi reali, alimentato dall’aumento delle aspettative di inflazione. Il tutto indica che il futuro riserva ancora volatilità, forse solo un po’ meno accentuata, visto che le banche centrali continuano comunque a lasciarsi guidare dai dati.
ECONOMIA GLOBALE IN RALLENTAMENTO
Morgan Stanley IM vede l’inflazione rallentare in USA nel prossimo futuro, meno in Europa. L’economia globale è in rallentamento mentre le banche centrali mantengono comunque un approccio aggressive per contrastare la crescita dei prezzi. Il fatto positivo, secondo il Global Fixed Income Bulletin, è che i mercati sembrano aver accettato l’idea che politiche monetarie restrittive sono necessarie, implicando per il future aggiustamenti meno violenti dei prezzi rispetto a quello seguito all’euforia estiva.
SPREAD E RENDIMENTI PREZZATI PIU’ RAGIONEVOLMENTE
Il tutto si è tradotto in spread e rendimenti del mercato del reddito fisso prezzati più ragionevolmente sia in USA che in Europa, rendendo le valutazioni più attraenti. Ma, avverte Morgan Stanley IM, è prematuro pensare che il mercato Orso dei tassi sia terminato. L’inflazione non è ancora sotto controllo e resta ancora lavoro da fare per le banche centrali. In ogni caso, i bond Investment Grade dell’Eurozona sono più a buon mercato, a compensare parzialmente l’extra rischio per gli investitori, ma la recessione imminente in Europa rende meno attraente i bond corporate High Yield e il credito cartolarizzato, rispetto agli USA.
NON ASPETTARSI GRANDI RALLY
In ogni caso non sono da aspettarsi grandi rally con le economie in frenata e resta preferibile mantenere un posizionamento sulla qualità, tenendosi pronti a vendere sui picchi e a comprare sui minimi. Un atterraggio morbido dell’economia resta possibile, soprattutto negli USA, ma perché questo si realizzi bisogna che l’economia rallenti sensibilmente e la crescita rimanda sotto il trend per un periodo significativo, insieme a un allentamento del mercato del lavoro.
PORTAFOGLI ORA PIU’ DIFENSIVI
Ci sono segnali che le cose possa andare in questa direzione, rileva in conclusione Morgan Stanley IM, e se si confermano i mercati del credito potrebbero diventare meno sensibili ai tassi, agli spread e all’andamento dell’azionario. Si è anche fatta molta strada in direzione di prezzi difensivi, per cui non è forse il caso di eccedere nel posizionamento di portafoglio. Ma non è neanche il momento di diventare aggressivi.