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Inflazione e crisi energetica

Sui mercati crescono gli short sull’euro

Per il Financial Times, aumentano le scommesse ribassiste. Tra i motivi che spingono gli investitori ad accumulare posizioni corte nette ci sono la debolezza dell’euro e la crisi energetica, con l’inflazione che resterà alta più a lungo

di Fabrizio Arnhold 29 Agosto 2022 15:48
financialounge -  Cambio euro dollaro Crisi energetica dollaro euro Short

Dopo l’Italia, le scommesse si allargano anche al resto di Europa. Ora gli investitori puntano sul calo di valore dell’euro, che ha raggiunto il livello più alto da quando la pandemia ha colpito l’Europa, in parallelo con l’aumento del rischio che i prezzi record dell’energia trascinino il Vecchio Continente in recessione.

DOLLARO FORTE


Se l’euro si indebolisce, nel frattempo, si rafforza il dollaro. Soprattutto dopo che la Federal Reserve ha ribadito la necessità di proseguire sulla stretta monetaria, con l’aumento dei tassi che continuerà anche in caso di un rallentamento dell’economia. Su questo aspetto il presidente della Fed è stato chiaro: “Useremo vigorosamente tutti gli strumenti a disposizione contro l’inflazione”.

PREZZI IN FORTE AUMENTO


Non c’è solo il pericolo recessione. Come riportato dal Financial Times, a pesare in Europa sono anche i prezzi in forte aumento. Dal simposio di Jackson Hole, la scorsa settimana, i banchieri centrali hanno precisato che la politica monetaria dovrebbe rimanere rigida per ancora parecchio tempo in Europa.

POSIZIONI RIBASSISTE CONTRO L’EURO


Secondo i dati pubblicati venerdì dalla Commodity Futures Trading Commission, gli speculatori hanno accumulato posizioni corte nette sull’euro, scommettendo quindi sul fatto che la moneta unica perderà valore, di 44.100 contratti nella settimana fino al 23 agosto, rispetto ai 42.800 della settimana precedente. Si tratta della maggiore posizione ribassista nei confronti dell’euro dall’inizio della pandemia, quando gli investitori hanno mantenuto posizioni corte nette di 86.700 contratti.

INFLAZIONE E CRISI ENERGETICA


L’impennata dei prezzi del gas, con la conseguente crisi energetica, ha spinto gli investitori a fare nuove valutazioni sulla durata dell’inflazione a livelli record. L’euro è già sceso del 15%, scendendo sotto la parità nei confronti del dollaro, toccando la scorsa settimana il minimo da 20 anni. La moneta unica, al momento, risente dello shock energetico e lo sarà anche nelle prossime settimane. Secondo la maggior parte degli analisti, se dovessero interrompersi le forniture di gas dalla Russia, l’euro potrebbe ulteriormente indebolirsi.
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