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Capital Group: anche sui mercati il clima è cambiato, ecco come bisogna investire

Jody Jonsson, Gestore azionario, preferisce evitare i “giovani brillanti” protagonisti dell’ultimo decennio a favore delle “superpetroliere”, leader di settore con forti flussi di cassa. Concentrarsi su titoli non-USA

di Virgilio Chelli 29 Luglio 2022 12:21
financialounge -  Capital Group daily news Jody Jonsson mercati

Gli investitori si chiedono come gestire l’attuale fase di ribasso dei mercati, ma storicamente alla fine ogni periodo ribassista è giunto a termine, e il mercato ha ricominciato a salire. Nel tempo, e col tempo, i mercati finanziari hanno dimostrato una straordinaria capacità di anticipare un futuro migliore anche nel mezzo di notizie orrende. Nessuno può prevedere il futuro e nessun calo è uguale a un altro, lo abbiamo già vissuto in passato imparando a sopravvivere e prosperare quando i mercati iniziano a riprendersi. Jody Jonsson, Gestore di portafoglio azionario di Capital Group, vede l’avvento di un nuovo ciclo segnato da aumento dei tassi e ricerca di opportunità di investimento interessanti in aziende a basso prezzo in grado di generare un flusso di cassa solido: un “cambiamento climatico” del mercato e non solo una tempesta passeggera.

INIZIO DI UN NUOVO CICLO


La pandemia ha segnato la fine del ciclo post crisi globale, dominato dalla riduzione della leva finanziaria, shock della domanda e espansione della globalizzazione. Oggi siamo all’inizio di un nuovo ciclo, che l’esperta di Capital Group prevede caratterizzato dalla deglobalizzazione, dalla riduzione dell’offerta di lavoro e dalla decarbonizzazione, il che porterà a un passaggio dall’inflazione dei prezzi degli asset a quella dei beni. I margini di profitto e i titoli di alto valore dovranno far fronte a continue pressioni.

CAMBIA LA LEADERSHIP DI MERCATO


Cambia anche la leadership di mercato. Nel contesto di tassi in aumento, Capital Group si è concentrata su opportunità di investimento in aziende a basso prezzo che generano un flusso di cassa solido, tenendosi invece a distanza dai "giovani brillanti” dell'ultimo decennio, sfavillanti aziende di tecnologia e mezzi di comunicazione, e cercando invece opportunità tra “i giovani impopolari” come ad esempio le principali società di telecomunicazioni in mercati come l’Europa, il Messico e il Giappone.

CONCENTRATI SU TITOLI NON USA


In realtà, Capital Group si sta concentrando in gran parte sulle società non statunitensi, molte delle quali hanno beneficiato maggiormente della globalizzazione e del basso costo del capitale, in particolare europee e giapponesi, nonché quelle dei mercati emergenti. Tra queste, Jonsson cita ad esempio, le banche commerciali e le attività di beni di consumo in Cina, ma anche in Italia, Francia, Giappone e America Latina. Un'altra indicazione è “cavalcare le superpetroliere, limitare i colpi di fortuna”. Nell’attuale cambiamento climatico di mercato secondo Jonsson bisogna evitare di ancorarsi ai tassi di crescita, ai margini di profitto o ai prezzi azionari del passato.

SUPERPETROLIERE E COLPI DI FORTUNA


Per questo Capital Group si concentra sulle "superpetroliere", le società dominanti nei rispettivi settori che generano un solido flusso di cassa, dispongono di punti di forza competitivi e sono in grado di finanziare la crescita. Capital Group sta invece investendo con maggiore parsimonia in quelli che definisce "colpi di fortuna", società a più alto rischio e a rendimento ma più volatili, perché in un contesto di tassi d'interesse in crescita gli investitori sono meno indulgenti sulle valutazioni delle società più speculative.

OCCASIONI SU SANITÀ E FINANZA


Quindi Jonsson consiglia di detenere società con valutazioni ragionevoli e comprensibili per quanto riguarda utili a breve termine e flussi di cassa. Ad esempio cita i principali fornitori di servizi di assistenza gestita o i produttori di dispositivi nel settore sanitario, oppure i titoli finanziari non bancari, come gli assicuratori e le borse valori, che possono trarre vantaggio dall'aumento dei tassi di interesse e dai volumi di negoziazione elevati, e che non sono eccessivamente sensibili all'andamento dell'economia.
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