Contatti

Volatilità in aumento

Azioni, gli investitori istituzionali guardano oltre la volatilità

AllianzGI, nel weekly outlook del Senior Economist Gregor Hirt, sottolinea che la nuova normalità è fatta di fattori anomali come guerra e alta inflazione, ma coglie segnali contrarian che potrebbero stabilizzare

di Virgilio Chelli 19 Marzo 2022 15:00
financialounge -  AllianzGI Gregor Hirt mercati volatilità

Su mercati stressati dalla guerra e dall’inflazione ai massimi da 40 anni, il quadro tecnico dell’azionario è peggiorato, tanto che gli indicatori sul trend suggeriscono una perdita di momentum che interessa tutti gli indici. Alcuni settori hanno ceduto oltre il 20% dai recenti massimi, e sarebbero quindi entrati in una fase ribassista. L’area euro in particolare ha risentito delle tensioni geopolitiche, ma mentre gli investitori a breve si sono tirati indietro, quelli istituzionali sembrano guardare oltre la volatilità del momento. Inoltre, il maggior pessimismo degli investitori potrebbe tramutarsi in una temporanea stabilizzazione, poiché spesso si rivela un segnale contrarian positivo.

UNA SERIE DI EVENTI EPOCALI


Sono le conclusioni del weekly outlook di Allianz Global Investors a cura di Gregor Hirt, Senior Economist, Director, che sottolinea la serie di serie di eventi epocali che sembrano susseguirsi senza sosta. Nel giro di appena 24 mesi si è assistito alla prima pandemia degli ultimi cent’anni, alla più grave recessione della storia moderna, a un’inflazione USA ai massimi da 40 anni e al peggiore conflitto europeo da diverse generazioni. Il rapido succedersi di notizie forse nasconde la realtà: la “nuova normalità” non è affatto normale.

IL RISCHIO INFLAZIONE ACCENTUATO DALLA GUERRA


Uno dei rischi è l’inflazione, che interessa praticamente chiunque compri generi alimentari, paghi le bollette o voglia capire in che modo l’inflazione si traduce in crescita, stipendi e rendimenti degli investimenti “reali”, osserva Hirt. In un contesto di aumento globale dei prezzi, gli eventi geopolitici non fanno che gettare benzina sul fuoco, considerando anche le pressioni nel mercato del lavoro e l’incremento dei prezzi delle abitazioni. I primi effetti vanno al di là della volatilità dei prezzi di gas e petrolio, Russia e Ucraina insieme rappresentano quasi il 30% delle esportazioni mondiali di grano e circa il 12% degli scambi globali di energia.

TIMORI ANCHE DALLA CINA


L’esperto di AllianzGI ricorda anche che i due paesi sono inoltre i principali produttori di neon, gas necessario per i semiconduttori, di potassio, usato nei fertilizzanti, e alluminio, con cui si producono le lattine di bibite. I prezzi potrebbero restare su livelli elevati o crescere ancora. Intanto la politica zero-Covid della Cina rischia di alimentare ulteriormente l’inflazione legata alle catene di approvvigionamento se i centri di produzione e trasporto subissero nuovi lockdown. A fronte dell’incremento dei casi sulla costa orientale della Cina aumentano anche le probabilità di una carenza di prodotti industriali.

LA FED HA FATTO IL PRIMO PASSO


Intanto le banche centrali si preparano a contrastare l’inflazione con la Fed che ha appena fatto un primo passo e da cui di si aspetta un'ulteriore stretta di 150 punti base nel 2022 e l’avvio della riduzione del bilancio. Tra i dati macro in arrivo che potranno contribuire a chiarire il quadro, l’esperto di AllianzGI segnala i prezzi all’import in Germania, l’inflazione al consumo nel Regno Unito e i report sulle scorte di benzina e greggio dagli Stati Uniti.

IMPORTANTI DATI MACRO IN ARRIVO


Giovedì uscirà l’attività manifatturiera globale, con i dati che dovrebbero evidenziare un’accelerazione in Germania e una lieve flessione nel Regno Unito, in Francia e negli USA. La settimana dei dati si chiuderà con le attese delle aziende tedesche in base all’indice Ifo e le vendite al dettaglio nel Regno Unito, mentre sull’altra sponda dell’Atlantico saranno rese note le vendite di case negli USA e il sentiment dei consumatori, entrambi attesi ancora stabili.
Share:
Trending