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Bond emergenti, perché la crisi in Ucraina può favorire la Turchia

L'escalation militare mette sotto una luce diversa i problemi di inflazione della Turchia, che secondo Polina Kurdyavko (BlueBay Asset Management) potrebbe attrarre parte dei flussi d'investimento in fuga da Russia e Ucraina

di Antonio Cardarelli 11 Marzo 2022 07:50
financialounge -  Morning News obbligazioni Polina Kurdyavko Russia Ucraina turchia

L'escalation della crisi in Ucraina può favorire flussi verso i bond della Turchia? A chiederselo è Polina Kurdyavko, Head of Emerging Markets, Senior Portfolio Manager, di BlueBay Asset Management, società specializzata nel reddito fisso.

I PROBLEMI DELLA TURCHIA


Fino a poco tempo fa la politica monetaria poco ortodossa della Turchia rappresentava un ostacolo considerato insormontabile dagli investitori in cerca di opportunità nei bond dei mercati emergenti. Ma la grave crisi esplosa in Ucraina ha cambiato le carte in tavola, rendendo alcuni Paesi - Ucraina e Russia in primis - non più investibili. La riluttanza ad aumentare i tassi d'interesse da parte della banca centrale turca, considerata fin troppo vicina al governo, potrebbe oggi essere vista con giudizi meno severi.

ENGAGEMENT IN PRIMO PIANO


Inoltre, spiega Kurdyavko, la Turchia ha diversi elementi a suo vantaggio. Uno di questi è l'engagement: "Nei mercati emergenti, è difficile trovare un Paese in cui le aziende, le banche e i funzionari governativi siano più disposti a impegnarsi con gli investitori rispetto alla Turchia". Inoltre, la Turchia può vantare anche dinamiche demografiche favorevoli, una posizione strategica che collega Oriente e Occidente, una forza lavoro competente e istruita che sostiene un alto tasso di crescita potenziale, così come un peso del debito relativamente basso.

TURCHIA SOTTOPESATA


"Tuttavia, la Turchia è anche tra i pochi Paesi dei mercati emergenti che gli investitori sottopesano notevolmente, riflettendo il livello di preoccupazione del mercato", evidenzia l'esperta di BlueBay AM. Altri Paesi, sottolinea Kurdyavko, si trovano ad affrontare problemi molto più gravi, come la sostenibilità del debito oppure, guardando all'America Latina, lo spostamento politico a sinistra.

APPROCCIO ALL'INFLAZIONE


Oltre alla sensibilità all'engagement, che si spera possa dare frutti, l'esperta di BlueBay ricorda come, storicamente, "i leader turchi ci hanno sorpreso più volte con il loro approccio pragmatico" e spera che "possano farlo di nuovo". "Dato che una grande porzione dell’universo dei mercati emergenti nella regione EMEA è diventata praticamente non investibile dopo l’escalation della situazione tra Russia e Ucraina, qualsiasi “vincitore” nella regione potrebbe beneficiare di sostanziali afflussi. Sarà la Turchia? Le quote per questa scommessa oggi sono chiaramente basse, come evidenziato dal posizionamento degli investitori, ma la ricompensa per l’ortodossia è alta", conclude Kurdyavko. Ortodossia che, nel caso turco, significa un approccio in stile “whatever it takes” per gestire l’inflazione e che potrebbe portare a un’inflazione più bassa, una rinnovata fiducia nell’economia e, in definitiva, un percorso di rilancio della crescita.
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