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La ripresa parte dall’educazione finanziaria: la ricetta di Pictet AM per il rilancio del Paese

Gli italiani sono tra gli ultimi in alfabetizzazione finanziaria: la conoscenza sui temi della finanza è bassa. Alla consapevolezza di saperne poco si associa il desiderio di aumentare le proprie conoscenze

di Fabrizio Arnhold 20 Ottobre 2021 08:00
financialounge -  Consob Daniele Cammilli educazione finanziaria Morning News Pictet Am risparmio

Gli italiani sono degli ottimi risparmiatori ma dei pessimi investitori. Il livello di alfabetizzazione finanziaria, secondo un’indagine della Banca d’Italia dell’anno scorso, si piazza al 25esimo posto su 26 Paesi presi in esame. La scarsa conoscenza finanziaria è anche tra i motivi che spingono le famiglie italiane a lasciare più di 1.800 miliardi di euro fermi sui conti correnti, rinunciando così ai rendimenti dei mercati finanziari, ed esponendo il capitale al costo dell’inflazione. Cosa fare per cambiare le cose? Secondo Pictet Asset Management, che ha presentato i risultati della sua ricerca sull’educazione finanziaria, occorre migliorare la collaborazione tra pubblico e privato.

LA RIPRESA PARTE ANCHE DALL’EDUCAZIONE FINANZIARIA


Il mese di ottobre è quello dedicato all’educazione finanziaria e Pictet AM ha voluto dare il proprio contributo presentando i dati della ricerca “Educazione finanziaria: il contributo al rilancio del Paese” sull’alfabetizzazione finanziaria in Italia, realizzata sotto la direzione di Nicola Ronchetti, Fondatore e ceo di Finer Finance Explorer. Alla presentazione sono intervenuti Paola Soccorso, consigliere Ufficio Studi Economici di Consob, e Alessandro Paralupi, segretario generale dell'Organismo di vigilanza e tenuta dell'albo unico dei consulenti finanziari.

IL RILANCIO DELL'ECONOMIA


“Con questa ricerca abbiamo indagato difficoltà e bisogni di un ampio campione che, in misura differente, non si sente sufficientemente sostenuto nel percorso di avvicinamento a tematiche, come quelle finanziarie, ritenute ostiche. Ciò che emerge, tuttavia, di positivo dall’indagine è che finalmente oggi c’è una coscienza diffusa che una maggiore cultura finanziaria potrebbe essere centrale per il rilancio dell’economia del Paese”, commenta Daniele Cammilli, Head of Marketing di Pictet Asset Management. “Questa nuova consapevolezza potrebbe essere un ottimo incentivo ad approfondire le tematiche economiche-finanziarie, andando anche al di là dell’interesse per la gestione dei propri risparmi”.

IL DESIDERIO DI AUMENTARE LE CONOSCENZE


Dall’indagine di Pictet AM emerge come il 31% del campione, composto da 5mila e 800 risparmiatori, ritiene di avere un livello di conoscenze bassa, ma desidera migliorare. Dividendo i risparmiatori in mass market (con patrimoni fino a 50mila euro), affluent (fino a 250mila euro) e private (superiori a 500mila euro), la difficoltà di capire la materia riguarda il 32% dei mass market, mentre studenti over 18 hanno difficoltà nel trovare contenuti o referenti.


COME COINVOLGERE GLI ITALIANI


Più cresce il risparmio, maggiore è l’interesse per la finanza. E fino a qui nulla di nuovo. Ma salta all’occhio il dato del 51% che riguarda, in varia misura, la percentuale di studenti interessati. I progetti di vita interessano trasversalmente tutte le categorie coinvolte nella ricerca. Questo dimostra come parlare solamente di denaro abbia meno appeal del proporre soluzioni in grado di realizzare degli obiettivi, come l’acquisto della casa, oppure far studiare i figli o, ancora, cambiare auto.


CHI DEVE INSEGNARE LA FINANZA?


Secondo la maggioranza del campione, il compito spetterebbe alle istituzioni e allo Stato. Per studenti (21%) e non investitori (17%) è molto importante il ruolo dei docenti e della scuola. Per i private e affluent, invece, anche le Sgr dovrebbero ricoprire un ruolo in questo senso, insieme ai bancari e ai consulenti finanziari. Le lacune in tema di educazione finanziaria aumentano le difficoltà per gli investitori nel prendere la giusta scelta, aumentando il rischio di farsi travolgere dall’emotività.

LA COLLABORAZIONE TRA PUBBLICO E PRIVATO


Risulta fondamentale la collaborazione tra pubblico (Stato e istituzioni) e privato (banche, consulenti finanziari e società di gestione del risparmio). La ricerca sottolinea come l’ascolto dei bisogni di chi vuole investire sia sempre più importante, come il supporto nella realizzazione dei progetti (dal 22% del private al 29% del mass market). Offrire soluzioni di investimento, invece, risulta più rilevante per i private (21%) e gli affluent (17%).


COME INFORMARSI


Ignorare i social network è ormai impossibile. Dal 17% dei clienti private al 27%, tutti gli investitori si informano con i social. Si fanno largo nuove modalità, come i webinar, modalità di lavoro e di incontro obbligata durante la pandemia. Tiene, a pari merito, la televisione con punte del 21% nel mass market. La carta stampata, invece, rimane rilevante tra i private che, per il 28%, preferiscono informarsi con modalità più tradizionali.

LE INIZIATIVE DI PROMOZIONE FINANZIARIA


Per accrescere il livello di cultura finanziaria, Pictet AM ha pensato a una serie di strumenti innovativi pensati per raggiungere un pubblico sempre più ampio. A partire dal portale di educazione finanziaria Pictet per Te, utile per gli investitori privati ma anche per i professionisti degli investimenti. Passando per i canali social dove c’è spazio per la collana di video pillole “Focus Pictet”. A disposizione anche lo strumento Trendemeter, una dashboard per conoscere i volumi di conversazione e cosa viene maggiormente ricercato online.
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