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L'analisi

Engagement con le banche per governare i finanziamenti ai carburanti fossili

Gli esperti di Schroders illustrano come sono impegnati ad identificare i possibili vincitori e vinti, nell’ambito del settore bancario, nella transizione globale verso l’obiettivo net zero

di Leo Campagna 10 Luglio 2021 12:00
financialounge -  Carburanti fossili Carol Storey Net Zero Rischio climatico Robert Kendrick Schroders Vardham Jain


Il finanziamento bancario all’industria dei carburanti fossili supera di gran lunga quello sostenibile. Nella processo di transizione verso un'economia a basse emissioni, gli istituti di credito più sbilanciati sull'industria dei carburanti fossili risultano maggiormente esposti a significativi rischi normativi, finanziari e reputazionali.

IDENTIFICARE I VINCITORI E VINTI NELLA TRANSIZIONE GLOBALE


“Una delle priorità di Schroders, che ha in portafoglio molte obbligazioni bancarie, è quella di identificare i possibili vincitori e vinti nella transizione globale verso l’obiettivo net zero” fanno sapere  Robert Kendrick, Credit Analyst, Vardhman Jain, Credit Analyst e Carol Storey, Sustainable Investment Analyst, Schroders. A questo proposito, in un’analisi condotta a metà 2020, Schroders ha verificato che meno del 20% delle banche globali incluse nel proprio universo di investimento risultavano impegnate ad allineare le proprie attività di finanziamento con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi o con un target nazionale di zero emissioni nette, e nemmeno si erano adoperate per stabilire un obiettivo su basi scientifiche.

PUNTEGGIO PROPRIETARIO


“Nel quadro della nostra ricerca su questo tema, i nostri team di credito e di investimento sostenibile hanno sviluppato un punteggio proprietario per aiutare i gestori a tenere sotto osservazione il comportamento delle singole banche nell’ambito del finanziamento dei carburanti fossili” puntualizzano i manager di Schroders. La valutazione delle banche, in base a dati convenzionali e non convenzionali, è focalizzata  sulle attività di finanziamento dei carburanti fossili, e considera la solidità della strategia e della visione climatica a lungo termine, la maturità della governance, le competenze in materia di finanziamento sostenibile, la qualità del reporting sul clima e la gestione del rischio climatico.

ESAMINATE OLTRE 100 TRA LE MAGGIORI BANCHE DEL MONDO


Tramite questo punteggio sono state esaminate oltre 100 tra le maggiori banche del mondo oltre a un gruppo selezionato di realtà più piccole. “Il nostro team sul credito, interagendo con altri team azionari, ha selezionato circa 50 istituti di credito in Europa, Asia e Nord America fra quelli che vantano i migliori risultati dell’analisi e l’engagement più strutturato. Il focus è stato sui principali finanziatori dell'industria dei carburanti fossili e sulle banche che potrebbero essere più esposte a questa industria in ragione dei loro bilanci” riferiscono Kendrick, Jain e Storey

INCONTRATI GIA’ 25 ISTITUTI DI CREDITO


Schroders, che ha delineato da tre a quattro obiettivi nell’ambito dell’engagement  su cui ogni banca selezionata deve impegnarsi nei prossimi 12 mesi, dei 50 istituti contattati ne ha già incontrati  25 alla fine di giugno 2021, registrando riscontri positivi. Emerge che le banche stanno consolidando la policy sui carburanti fossili, tendono a migliorare la disclosure sul rischio climatico e sono impegnate ad allineare i portafogli di finanziamento con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi. “Un gruppo di banche leader hanno già - o avranno presto - obiettivi e piani dettagliati a sostegno dei loro impegni di finanziamento e sono ben posizionate per finanziare la transizione energetica globale” ” commentano i manager di Schroders.

GLI ASPETTI MENO POSITIVI


Non sono tuttavia mancati aspetti meno positivi come la difficoltà nella raccolta dei dati, perplessità per le carenze nella metodologia di misurazione del portafoglio e di definizione degli obiettivi, nonché la mancanza di risorse interne per affrontare questo tema. “Grazie al nostro engagement, in questi casi, ci siamo spesi per indicare alle banche le buone pratiche osservate altrove. D’altra parte, gli istituti che evidenziano scarsi progressi su questi temi potrebbero andare incontro in futuro a un declassamento nei rating ambientali” concludono i tre manager di Schroders.
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