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Investire in azioni

Cina in forte ripresa ma l’Europa vanta molti leader globali

In un quadro inflazionistico le azioni restano sovraponderate ma con una diversificazione bilanciata. La ripresa cinese è robusta ma sono attraenti anche immobiliare e i grandi leader globali europei

di Leo Campagna 26 Aprile 2021 10:49
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LE AZIONI RESTANO SOVRAPONDERATE


I più importanti movimenti di mercato delle ultime settimane sono stati un’interruzione dello slancio delle nuove infezioni in Europa quasi ovunque, anche se la situazione rimane tesa in singoli Paesi e regioni, con un ritmo di vaccinazione molto alto negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, mentre in Europa sta prendendo velocità. Nel complesso, come illustra Raiffeisen Capital Management nell’articolo “Raiffeisen: situazione in miglioramento, ma è presto per archiviare la pandemia”, la situazione pandemica dovrebbe attenuarsi considerevolmente in Europa verso maggio/giugno. Intanto i mercati finanziari si concentrano sull’inflazione e sulla politica monetaria degli Stati Uniti con l’azionario negli Stati Uniti e in Europa che continua a crescere, mentre le obbligazioni tendono a muoversi lateralmente. Nella Tactical Asset Allocation di Raiffeisen le azioni rimangono sovraponderate di un gradino, mentre i titoli di Stato in euro, il mercato monetario e i titoli di Stato globali rimangono sottopesati. Le obbligazioni societarie rimangono fortemente sovrappesate con un leggero sovrappeso anche sulle obbligazioni dei mercati emergenti in valuta forte. Segnalata anche una significativa posizione “long” nelle materie prime che copre ampi settori delle commodity, escluse le materie prime agricole.

MERCATI AZIONARI IN UN QUADRO INFLAZIONISTICO


“Nel mercato azionario – sottolinea nell’articolo “Secondo Ethenea è in arrivo il picco dell’inflazioneAndrea Siviero, Investment strategist di Ethenea – i settori che possono fornire rendimenti superiori all’inflazione sono quelli che traggono vantaggio da tassi di crescita più elevati o che sono in grado di trasferire l’aumento dei costi ai loro clienti”. Secondo l’esperto di Ethenea, a beneficiare del rialzo inflazionistico sarebbero i beni reali, che siano materie prime, immobili o oro. Ma, sostiene Siviero, “se le banche centrali dovessero inasprire la politica sui tassi, questi asset potrebbero diventare meno interessanti”. Il consiglio è quello di considerare i Treasury inflation-protected securities (Tips), che pagano un tasso fisso ma che includono nel rendimento una protezione dall’inflazione, o i “leverage loans” nei confronti di società con alti livelli di indebitamento o con un basso punteggio di credito, che offrono tassi d’interesse più alti.

DIVERSIFICAZIONE E STRATEGIA “A BILANCIERE”


L’attuale mercato, secondo Carlo Benetti, Market Specialist di GAM SGR, non è economico ma neppure troppo tirato, con il fuoco circoscritto a qualche nome della tecnologia, titoli quotati di recente, società attive nelle energie alternative. Ma l’effetto domino può comunque travolgere tutto in un mercato in un “fase tarda” del ciclo. Ma non è così importante saper riconoscere il momento in cui un mercato da “bullish” si trasforma in “bubblish”, lo è accettare l’ineludibilità di queste fasi e comportarsi di conseguenza, perché non esistono portafogli invulnerabili, ma esistono portafogli che diventano anti-vulnerabili, preparati all’incendio grazie a opportune barriere tagliafuoco. Benetti, nell’articolo “I consigli di GAM per proteggersi dalle bolle di mercato”, indica come prima e più importante barriera la diversificazione, che non vuol dire mettere in portafoglio un po’ di questo e un po’ di quello, ma allocare le classi di attivo secondo i criteri della decorrelazione, esercizio che richiede competenze e intelligenza. Un’altra barriera è un posizionamento “barbell”, con i pesi distribuiti alle estremità, come nei bilancieri da palestra: da una parte l’esposizione al beta di mercato e alla direzionalità, dall’altra il posizionamento su strategie a protezione, alternative, multi-asset a bassa volatilità, in una strategia che mette alla prova la valenza del selezionatore. La posta in gioco, conclude Benetti, è il valore aggiunto della diversificazione più efficace.

CINA IN FORTE RIPRESA, EUROZONA IN RITARDO


Secondo Pictet Asset Management gli aumenti dei prezzi dovrebbero essere graduali, per cui mancano i presupposti per una risalita dell’inflazione statunitense oltre il target del 2,0% previsto dalla Fed, a meno di forti aumenti dei salari. Anche in Cina la ripresa rimane forte e indipendente, con attività non manifatturiera ed esportazioni in forte crescita e un mercato immobiliare che non mostra segni di rallentamento, il che ha indotto Pictet AM a rivedere al rialzo di 1 punto le previsioni di crescita del PIL 2021 al 10,5%. L’Eurozona invece è in ritardo, per la nuova ondata di contagi che ha costretto a restrizioni dell’attività sociale ed economica, ma, come si legge nell’articolo “Pictet continua a favorire le azioni cicliche”, Pictet AM prevede una ripresa dell’economia nel secondo trimestre, anche grazie al sostegno del pacchetto di incentivi fiscali da 2.000 miliardi di euro in arrivo. Pictet AM sottolinea che per il momento le condizioni di liquidità statunitensi rimangono favorevoli per gli attivi rischiosi, stimando che i tassi di interesse effettivi, rettificati per l’inflazione e il quantitative easing, si attestino a un minimo record del -4,7%.

L’EUROPA VANTA MOLTI LEADER GLOBALI


Resta il fatto che, come spiegano nell’articolo “Ecco come capitalizzare la natura globale di molte aziende europee” Ben Ritchie, Head of European Equities, e Andrew Paisley, Head of Smaller Companies di Aberdeen Standard Investments, l’Europa vanta molti leader globali nei settori sanità, tecnologia e beni di consumo, poco dipendenti dalla domanda interna. Tali settori beneficiano di trend strutturali transnazionali e di ampia portata quali l’invecchiamento della popolazione, la digitalizzazione e l’aumento della classe media nei mercati emergenti. A questo proposito, è interessante la stima di Factset, secondo la quale oltre il 54% dei ricavi aggregati delle grandi società europee quotate proviene da Stati Uniti e Asia: si tratta pertanto di compagnie potenzialmente in grado di generare rendimenti positivi a prescindere dalle condizioni e dal trend nazionale.

SETTORE IMMOBILIARE ATTRAENTE


L’aumento dei rendimenti obbligazionari non dovrebbe indebolire, secondo quanto argomentato nell’articolo “Invesco: puntiamo su immobiliare, mercati emergenti ed Europa” dal Team Invesco Global Market Strategy, i mercati azionari mentre i rendimenti interessanti, rispetto ad altri asset, fanno dell’immobiliare un settore attraente. Al contrario, secondo il Team di Invesco, l’aumento dei rendimenti penalizzerà i titoli di Stato e attenuerà i rendimenti delle obbligazioni societarie, sia investment grade che high yield, sebbene non si possa escludere un possibile ulteriore restringimento degli spread del credito e un calo dei tassi di insolvenza. Per quanto riguarda poi i prezzi delle materie prime, se è vero che il Team li reputi alti (tranne per l’agricoltura), al contempo ritiene che si possa essere ancora spazio per un ulteriore allungo sulla scia della ripresa del ciclo economico: sovrappesata l’agricoltura, ridotta a neutrale l’allocazione all’energia e azzerata quella ai metalli industriali e ai metalli preziosi.

AUMENTATA LA COMPETIZIONE, SOLARE ORMAI UNA COMMODITY


Infine, come fa notare Simon Webber, gestore del fondo Schroder ISF Global Climate Change Equity, di Schroders, nel 2020 si è verificata un’ampia revisione al rialzo dei prezzi delle società con solide tecnologie in aree come energia rinnovabile, veicoli elettrici, idrogeno, economia circolare e cibo sostenibile. È aumentata anche la competizione, con l’ingresso nel mercato di player nuovi e aziende già esistenti che riorientano la loro strategia da settori paralleli. Schroders, nell’articolo “Investire nella lotta al cambiamento climatico: la 'guida' di Schroders”, passa in rassegna i diversi settori legati alla transizione green, cominciando dal solare, citando diversi esempi di competizione che hanno portato a una riduzione dei rendimenti degli investimenti, mentre l’ampliamento delle capacità delle aziende cinesi ha frammentato l’industria, rendendola una “commodity”.
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