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Neuberger Berman: "Il peggio è alle spalle ma le scelte di investimento si complicano"

Neuberger Berman, nelle Prospettive settimanali del CIO, sottolinea che l’attenzione si è spostata dalla minaccia immediata della pandemia alla prospettiva di un rallentamento e di una stagflazione secolare

di Virgilio Chelli 20 Ottobre 2021 20:00
financialounge -  investimenti Joseph V. Amato Neuberger Berman Scenari

Investitori e mercati si stanno gettando alle spalle l'immediata minaccia rappresentata dal Covid-19 e si stanno concentrando invece sulla prospettiva di un possibile rallentamento ciclico e di una stagflazione secolare. Già quasi due mesi fa Neuberger Berman in un suo blog dedicato ai titoli esposti alla riapertura, al culmine dei timori sulla variante Delta, aveva previsto che la curva dei contagi negli Stati Uniti era vicina al picco, e appena raggiunto parlò di un'imminente "Sorpresa d'ottobre" con rischi di ribasso. Oggi l'umore degli investitori si è fatto più tetro.

VERSO UNA FASE DI SFIDE COMPLESSE


Neuberger Berman, nelle Prospettive settimanali del CIO firmate da Joseph V. Amato, President and Chief Investment Officer—Equities, dal titolo “Il peggio sembra passato... ma ora le cose si complicano”, spiega che la ripresa dallo shock da pandemia sarà lenta e a scatti, e che la nuova realtà, sia ciclica che secolare, comporta sfide complesse. Per prima cosa, secondo Amato, i mercati dovranno adattarsi a una realtà priva del supporto fornito dalla politica fiscale e monetaria. Gli USA stanzieranno altri fondi mentre in Europa l’erogazione del Next Generation EU è appena iniziata, ma nel complesso, l'impulso fiscale diventerà negativo nel 2022, dopo essere stato fortemente positivo nei due anni precedenti.

LE BANCHE CENTRALI RIDURRANNO GLI ACQUISTI


Le banche centrali entro pochi mesi probabilmente ridurranno gli acquisti di asset. Amato non crede che la Fed si muoverà rapidamente, ma i mercati hanno notevolmente anticipato la stima del primo rialzo dei tassi, portandola al terzo trimestre 2022. Bank of England sembra intenzionata ad alzarli già prima di Natale, e tra le banche centrali dei mercati sviluppati, quella norvegese e neozelandese si sono già mosse, come quelle di Corea del Sud, Brasile e Repubblica Ceca, nonché di altre dei mercati emergenti. Gli investitori potrebbero inoltre dover metabolizzare un aggiustamento economico a lungo termine, dato il persistente impatto degli shock sia sul lato dell’offerta che della domanda.

GLI SHOCK INDOTTI DALLA PANDEMIA


Il primo shock, sottolinea Amato, è stato negativo per entrambe, crollate per i lockdown, mentre gli shock successivi sono invece stati positivi: gli incentivi statali e la riapertura hanno provocato un ingente rimbalzo nella domanda, ma, come indicato dalle dinamiche inflazionistiche, l'offerta non è riuscita a tenere il passo per i lunghi tempi di consegna nella produzione e importanti interruzioni nei mercati del lavoro e nelle catene di approvvigionamento. Il connubio tra rallentamento della crescita occupazionale e aumento dei salari ha creato un eccesso di domanda negli Stati Uniti, uno squilibrio che potrebbe in parte attenuarsi con il venir meno degli incentivi statali, ma molti lavoratori stanno già pensando a decisioni drastiche sulla vita professionale.

LE AZIENDE RISPONDONO CON SCELTE DEFINITIVE


Inoltre, la scarsità di risorse energetiche, l'impennata dei prezzi delle materie prime e i container bloccati in vari porti del mondo indicano ingenti difficoltà nella catena di approvvigionamento. Anche in questo caso, secondo Amato, è probabile che alcuni problemi vengano meno con il ritorno al lavoro di autisti, portuali e marittimi e tecnici della manutenzione, ma le interruzioni temporanee spingono le aziende a intraprendere misure definitive, come diversificazione, localizzazione, automazione e creazione di ridondanze nelle catene di fornitura. Si delinea così una realtà simile a quella precedente gli anni '80.

REALTA SIMILE A PRIMA DEGLI ANNI 80


Il cambiamento presenta importanti temi di investimento, dall'Internet of Thing alla reindustrializzazione regionale, ma i benefici sull'economia si avvertiranno solo nel tempo, mentre intanto aumentano gli squilibri tra domanda e offerta acuendo le pressioni inflazionistiche. Su una prospettiva di più lungo termine, invece, l’accumulo di scorte potrebbe determinare secondo Amato una realtà simile a quella precedente gli anni '80, anche sul fronte della volatilità.

IL PESO DEL FATTORE CINA


Un’ulteriore complicazione con cui gli investitori devono fare i conti è la Cina, che non ha più intenzione di puntare su una crescita alimentata da infrastrutture, immobiliare e esportazioni manifatturiere a basso costo, optando invece per priorità come l'autosufficienza e la "prosperità comune". Per Amato è una svolta non immune da rischi a breve, come dimostrano le difficoltà di grandi imprese immobiliari, mentre nel lungo termine la nuova relazione della Cina con l'economia globale dovrebbe dettare una crescita più contenuta e un'inflazione più elevata di quelle osservate da quando ha aderito alla WTO 20 anni fa, per non parlare del potenziale incremento del rischio geopolitico.

INVESTITORI IN STANDBY


Alla luce di questa situazione ancora in divenire, molti investitori sono in standby, in attesa di capire come muoversi, e i mercati si concentrano sulla possibilità di un rallentamento ciclico e di un inasprimento delle condizioni finanziarie. Nel più lungo termine invece, secondo Amato, gli sviluppi più temuti sono una crescita secolare lenta e volatile, incremento dell'inflazione, aumento dei tassi e deglobalizzazione, in un contesto estremamente diverso da quello degli ultimi 40 anni pertanto, per cui è probabile che serva tempo per metabolizzare la svolta.

DECISIONI DI INVESTIMENTO PIÙ COMPLESSE


La volatilità permarrà, almeno per quest'anno, afferma in conclusione l’esperto di Neuberger Berman: il peggio di questa grave crisi è probabilmente passato, ma le decisioni di investimento diventano ora sempre più complesse.
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