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Mutui casa, cresce l’importo richiesto. Ecco quando saliranno i tassi e quale scegliere

Secondo il rapporto mensile dell’Abi, i tassi cominciano a risalire anche per il ritorno dell’inflazione. Aumenta l’importo medio richiesto: ecco perché è meglio il tasso fisso

12 Aprile 2021 14:26

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Un lieve aumento ma potrebbe essere un segnale. Sul mercato, da qualche settimana, si parla del ritorno dell’inflazione, spinta dalla ripresa dei rendimenti obbligazionari. I mutui registrano un leggerissimo aumento dei tassi. A certificarlo è l’Abi, che nel suo bollettino mensile ha evidenziato come il tasso medio sul totale dei prestiti è comunque sceso al 2,24% (2,26% il mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007). In aumento anche l’importo medio richiesto per un mutuo per chi vuole comprare casa, che resta ancora assolutamente conveniente. Meglio il tasso variabile o quello fisso? Dipende dalla durata dal finanziamento.

TASSI IN LIEVE RISALITA


Nelle tabelle pubblicate dell’Abi, si nota come il tasso Euribor a 3 mesi, riferimento per i mutui a tasso variabile, sia passato da -0,55 e -0,54, mentre l’Irs a dieci anni, riferimento per i tassi fissi, si è mosso da -0,22 a -0,06. Negli ultimi mesi ci ha pensato la Bce a rendere più conveniente chiedere un prestito per comprare casa, con l’immissione di liquidità nel sistema bancario per fronteggiare gli effetti negativi della crisi scatenata dalla pandemia. Il risultato sono mutui con tassi ai minimi storici.

CRESCE L’IMPORTO RICHIESTO


Il 75% degli italiani è proprietario della casa in cui vive. L’emergenza sanitaria ha modificato la domanda nel settore immobiliare, con un aumento di richieste per immobili più spaziosi e confortevoli, dotati di spazi esterni, come terrazzi e giardini, dal momento che con lo smart working la casa è diventata il luogo dove si trascorre la maggior parte del tempo durante la giornata. L’importo medio richiesto alle banche per accendere un mutuo, tra gennaio e marzo 2021, è cresciuto del 2,5%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, arrivando a 137.479 euro, secondo i dati dell’osservatorio di Facile.it.

FISSO O VARIABILE?


L’incremento dei tassi dei mutui è dovuto alle aspettative di inflazione. Secondo le simulazioni di Facile.it, l’aumento dei tassi Irs per un finanziamento a tasso fisso da 126mila euro, da restituire in 25 anni, ad aprile 2021 ha comportato un movimento al rialzo del Taeg medio rilevato online, salito all’1,37%, vale a dire il 10,5% in più rispetto a febbraio 2021. Resta più basso il tasso variabile: ad aprile 2021, il Taeg medio è pari all’1,03%. Nonostante questi dati, la tendenza resta quella di scegliere un mutuo a tasso fisso: 9 richiedenti su 10 optano per una rata che resta costante nel corso degli anni. Vale la pena, però, considerare attentamente la durata e i vari tipi di finanziamenti prima di scegliere.

CONSIDERARE LA DURATA


Oggi il tasso variabile consente ancora di risparmiare sugli interessi rispetto al tasso fisso. Ma se l’inflazione dovesse crescere nei prossimi mesi, è lecito attendersi un aumento anche dei tassi legati al mutuo variabile. Richiedere oggi un mutuo a tasso variabile resta l’opzione più conveniente per coloro che ipotizzano una durata breve del prestito, da rimborsare in 5-7 anni. Dai 10 anni in su, invece, è possibile che i rialzi dell’Euribor e, quindi, del tasso di interesse applicato al mutuo a tasso variabile, possano comportare un esborso superiore rispetto ai mutui a tasso fisso sottoscritti oggi.

I DIVERSI TIPI DI MUTUO


Non ci sono solo i mutui fissi e variabili. Esistono anche una sorta di “ibridi”, che uniscono in parte le caratteristiche di entrambi. La scelta non è facile e andrebbe fatta insieme ad un consulente esperto, in grado di consigliare per esempio un mutuo con cap, ossia con un tasso variabile ma con un massimo di rata mensile che non può essere superata. C’è anche l’opzione del tasso variabile ma a rata costante: in questo caso, se i tassi dovessero salire, si pagherà sempre la stessa rata ma si allungherà il piano di ammortamento del prestito. Il tasso misto, infine, consente di iniziare a rimborsare le rate con un tasso fisso, per poi poter cambiare con un tasso variabile dopo alcuni anni, nel caso risultasse più conveniente.

CONVIENE ANCORA LA SURROGA?


L’aumento dei tassi di interesse ha avuto un primo effetto: il calo delle richieste di surroga. Secondo l’analisi di Facile.it, nel primo trimestre 2021 le domande di portabilità del mutuo da una banca ad un’altra sono calate dal 37% al 22%. C’è da considerare però che a marzo 2020 il settore immobiliare e, quindi, anche quello dei mutui ha registrato uno stop causa Covid-19. I tassi di interesse, inoltre, sono bassi da anni e la maggior parte di proprietari ha già richiesto la surroga. Trasferire il mutuo da un istituto di credito ad un altro è un’operazione che può essere eseguita più volte, particolarmente vantaggiosa per chi ha un mutuo di lunga durata, stipulato da pochi anni, con una quota di interessi passivi da pagare ancora alta.

QUANDO CAMBIARE BANCA


Potrebbe essere ancora conveniente, per chi ancora non lo avesse fatto, chiedere la surroga del mutuo. Un esempio? Surrogando oggi un finanziamento a tasso fisso da 126mila euro, in 25 anni, sottoscritto con il tasso medio rilevato a gennaio 2020, si potrebbero risparmiare oltre 4mila euro di interessi calcolati sull’intera durata del mutuo. Ultima chiamata per la portabilità perché se i tassi nei prossimi mesi dovessero salire ulteriormente, cambiare banca potrebbe non essere più così vantaggioso per ottenere una rata più bassa e condizioni migliori.

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