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Politically correct

Gli indiani Cherokee contro la Jeep che usa il loro nome

Il capo della comunità di nativi americani ha chiesto di rimuovere il nome del popolo dalle auto di Stellantis: "Non ci onora"

di Gaia Terzulli 26 Febbraio 2021 16:48
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L’ennesimo caso di “revisionismo storico”? Forse. Sta di fatto che Chuck Hoskin Jr, capo della comunità Cherokee, composta da almeno 320.000 nativi indiani disseminati tra l’Oklahoma, la Carolina del Nord, la Georgia, il Missouri e l’Alabama, non vuole più che il nome del suo popolo compaia sul dorso di una macchina. La famosa Jeep Cherokee, appunto.

"NON CI ONORA COMPARIRE SULLA FIANCATA DI UN'AUTO"


“Cherokee è il nome della nostra gente: penso che sia arrivato il tempo in cui società e squadre smettano di utilizzare nomi, immagini e mascotte legati ai nativi americani”, ha detto Hoskin in un’intervista a Car and Driver. “Sono sicuro delle buone intenzioni, ma non ci onora il fatto che il nostro nome sia incollato sulla fiancata di un’auto”.

L'ERA DEL "REVISIONISMO"


Nell’era del politically correct imperante, non è una novità che i nativi indiani si oppongano all’uso improprio di nomi legati alle loro origini. Qualche mese fa la squadra di football americano di Washington, i Redskins, ha ceduto alle pressioni dell’opinione pubblica e degli sponsor che chiedevano di cambiare il nome “pellerossa”, ritenuto razzista e offensivo. Anche la Disney ha dovuto giustificare la presenza di stereotipi negativi in alcuni dei suoi film più datati, come Peter Pan, dove gli indiani vengono chiamati “pellerossa”.

UNA GRANA PER STELLANTIS


Stavolta il contenzioso si apre con lo storico marchio di autovetture appena rilevato da Stellantis, che dovrà decidere come comportarsi. Il nome “Cherokee” compare anche in altri modelli Jeep che, dopo le proteste dei nativi del Nord America, potrebbero cambiare nome.

LA REPLICA DI JEEP


Per ora il marchio della storica Wagoneer sembra colto dallo stupore di fronte alle rimostranze di Hoskin, ma comunque aperto al confronto: “I nomi dei nostri veicoli sono stati scelti con cura e coltivati nel corso degli anni per onorare e celebrare i nativi americani e la loro storia. Siamo comunque più che mai aperti a un dialogo rispettoso con loro”.
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