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Il mistero di Suning

La quota di maggioranza dell’Inter data in pegno ad Alibaba

Lo scorso dicembre Zhang, proprietario del club, ha dato in garanzia a una controllata di Jack Ma la maggior parte del patrimonio famigliare

di Matia Venini 6 Gennaio 2021 16:20
financialounge -  Alibaba calcio garanzia Jack Ma

L’Inter si è persa. Un’affermazione che non riguarda i risultati della squadra sul campo, ma la sua proprietà. La quota di controllo della società, in mano alla famiglia Zhang, è infatti ora in pegno ad Alibaba, il colosso cinese di Jack Ma, l’imprenditore di cui non si hanno notizie da due mesi. Le ultime vicende riguardanti la proprietà del club nerazzurro sono poco chiare e potrebbero spiegare l’austerity imposta dalla famiglia alla società e la nascita delle voci, poi smentite, di una possibile vendita.

PATRIMONIO IN GARANZIA


Lo scorso 4 dicembre l’imprenditore cinese Jindong Zhang, proprietario dell’Inter, e il figlio Kangyang (meglio conosciuto dai tifosi nerazzurri con il nome di Steven), presidente del club, hanno dato in garanzia gran parte del patrimonio famigliare a Taobao Software co, società del gruppo Alibaba. Sul piatto c’era anche il 100% delle azioni di Suning Holdings Group, realtà in cui figurano il 68% delle quote dell’Inter, quelle di proprietà della famiglia Zhang.

PROBLEMI DI LIQUIDITÀ?


La quota di maggioranza dell’Inter è quindi al momento parcheggiata presso Taobao, che ne ha il possesso ma non la proprietà. Rimane il mistero su quale sia la contropartita della garanzia. Si potrebbe supporre che la famiglia Zhang abbia deciso di fare cassa per far fronte alle esigenze di liquidità del gruppo commerciale, dovute alla scadenza di alcune obbligazioni che infatti Suning ha riacquistato poco prima di Natale. In questo contesto è doveroso ricordare l’investimento da 2,56 miliardi di dollari della società in Evergrande, il colosso del real estate con sede a Guangdong in grave crisi di liquidità.

“NORMALE ACCORDO DI AFFARI”


Oppure la ratio del pegno potrebbe risiedere nell’accordo con cui nel 2015 proprio Taobao rilevò il 19,9% di Suning.com, realtà che però non è stata messa sul piatto lo scorso 4 dicembre dalla famiglia Zhang. In attesa che il mistero venga svelato, Suning ha tranquillizzato i tifosi nerazzurri: “Il pegno azionario è un normale accordo di affari che non ha alcun impatto sullo sviluppo commerciale e sulla consueta attività di Suning.com”.

I RAPPORTI CON PECHINO


Se Jindong Zhang è da anni membro dell’Assemblea del Popolo, il parlamento nazionale cinese sotto stretto controllo del Partito Comunista, Jack Ma invece non gode della simpatia del governo di Pechino, che ha fatto naufragare la mega Ipo da 37 miliardi di dollari di Ant Group, la fintech di Alibaba. Non si tratta quindi forse del miglior partner commerciale per la famiglia proprietaria dell’Inter, che intanto ha già fatto arrivare al club un messaggio forte e chiaro: è necessario tenere sotto controllo i costi.

 
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