credito di imposta
Arriva l’incentivo fiscale che taglia le perdite per chi decide di investire in Pir
Il credito di imposta, fino al 20%, si potrà recuperare in dieci anni, in caso di minusvalenze per investimenti detenuti per almeno 5 anni
di Fabrizio Arnhold 28 Dicembre 2020 14:04
Si può intendere come una sorta di assicurazione contro le perdite, per gli investitori che decidono di iniettare liquidità verso l’economia reale. Per incentivare la sottoscrizione dei Pir, i Piani individuali di risparmio, spunta nella legge di Bilancio una novità che consente di sfruttare un credito di imposta, fino al 20 per cento del valore complessivo investito, in caso di minusvalenze.
I Piani individuali di risparmio sono stati introdotti per la prima volta nella manovra del 2017, per poi essere stati interessati da diverse modifiche. Si tratta di uno strumento finanziario che veicola gli investimenti delle persone fisiche verso le piccole e medie imprese italiane. Chi sceglie questo strumento ha dei vantaggi: se lo mantiene per 5 anni, ha diritto alla completa detassazione del reddito. Non si paga il capital gain che solitamente ammonta al 26% per le rendite finanziarie e al 12,5% nel caso dei bond governativi. Il Pir è anche esente dall’imposta di successione
La novità della legge di Bilancio di quest’anno introduce un credito di imposta, per i Pir sottoscritti dal 1° gennaio 2021 e fino al 31 dicembre 2021. Il credito di imposta non concorre alla formazione del reddito, riguarda le eventuali perdite maturate a seguito di investimenti in Pir, fino ad un massimo del 20 per cento delle somme investite, e a condizione che l’investimento sia detenuto in portafoglio per almeno cinque anni.
Facciamo un esempio paratico per rendere l’idea. Un investitore decide di acquistare Pir alternativi - quelli che investono obbligatoriamente almeno il 70% del valore complessivo in strumenti finanziari di imprese italiane che non sono inserite nel Ftse Mib e nel Ftse Mid Cap - per 100mila euro. Al termine dei 5 anni, registra minusvalenze per 20mila euro, ossia il 20 per cento del capitale investito. Questa somma, quindi, può essere compensata in dichiarazione dei redditi in 10 rate costanti, in questo caso da 2mila euro l’una.
COSA SONO I PIR
I Piani individuali di risparmio sono stati introdotti per la prima volta nella manovra del 2017, per poi essere stati interessati da diverse modifiche. Si tratta di uno strumento finanziario che veicola gli investimenti delle persone fisiche verso le piccole e medie imprese italiane. Chi sceglie questo strumento ha dei vantaggi: se lo mantiene per 5 anni, ha diritto alla completa detassazione del reddito. Non si paga il capital gain che solitamente ammonta al 26% per le rendite finanziarie e al 12,5% nel caso dei bond governativi. Il Pir è anche esente dall’imposta di successione
CREDITO DI IMPOSTA FINO AL 20%
La novità della legge di Bilancio di quest’anno introduce un credito di imposta, per i Pir sottoscritti dal 1° gennaio 2021 e fino al 31 dicembre 2021. Il credito di imposta non concorre alla formazione del reddito, riguarda le eventuali perdite maturate a seguito di investimenti in Pir, fino ad un massimo del 20 per cento delle somme investite, e a condizione che l’investimento sia detenuto in portafoglio per almeno cinque anni.
COME OTTENERLO
Facciamo un esempio paratico per rendere l’idea. Un investitore decide di acquistare Pir alternativi - quelli che investono obbligatoriamente almeno il 70% del valore complessivo in strumenti finanziari di imprese italiane che non sono inserite nel Ftse Mib e nel Ftse Mid Cap - per 100mila euro. Al termine dei 5 anni, registra minusvalenze per 20mila euro, ossia il 20 per cento del capitale investito. Questa somma, quindi, può essere compensata in dichiarazione dei redditi in 10 rate costanti, in questo caso da 2mila euro l’una.
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