L’Italia prova a tornare alla normalità. Sarà un ritorno graduale per molti Paesi che provano ad allentare le
misure di distanziamento sociale. In questo momento preoccupano i danni legati all’economia. “I rischi legati all’uscita dalla fase di lockdown sono evidenti”, commentano
Luciano Diana, Senior Investment Manager del team Thematic Equities e gestore del Pictet-GEO e
Andrea Delitala, Head of Euro Multi Asset di
Pictet Asset Management. “I Paesi che finora hanno intrapreso tale percorso stanno avendo effettivamente fortune alterne”.
CHE RIPRESA SARÀ
In Paesi come la Danimarca, dove i bambini sono già tornati a scuola, la situazione è rimasta per il momento sotto controllo, ma in altri come la Germania o la Corea del Sud, si è registrata una
risalita dei casi di coronavirus con l’allentamento delle misure restrittive. “L’unica via per poter fare ripartire, almeno in parte, l’economia è permettere nuovamente alle aziende di produrre e alle persone di percepire reddito e consumare”, continuano gli analisti di
Pictet AM. “Solo in questo modo e qualora tale percorso dovesse rivelarsi meno impervio del previsto e non si dovessero accendere nuovi focolai, l’economia potrebbe incanalarsi sul sentiero indicato dalle previsioni degli analisti, con un deciso rimbalzo già nella seconda metà di quest’anno per tornare poi ai
livelli di output del 2019 nel corso del 2021”.
GLI EFFETTI NEGATIVI PER L’AMBIENTE
In questi mesi di fermo delle attività produttive, è diminuito in maniera consistente l’
inquinamento. “Il calo nelle emissioni di CO2 registrato durante il lockdown non ha precedenti nella storia, almeno non dal 1900 in poi”, spiegano da
Pictet AM. “Per quanto si rimanga su livelli di emissioni estremamente elevati in termini assoluti e nonostante la temporaneità di tale fenomeno, abbiamo assistito ad una decisa inversione in un trend che sembrava a tratti inarrestabile”.
LE TEMATICHE AMBIENTALI
Secondo un sondaggio Ipsos MORI, il 65% degli intervistati a livello globale ha indicato che, nell’erogare le risorse necessarie per la ripartenza, i governi dovrebbero privilegiare gli
investimenti green. L’Europa, con il suo ampio
Green Deal, si è già posta l’obiettivo di azzerare le emissioni entro il 2050. Secondo gli esperti di
Pictet AM, un ulteriore passo in avanti verrà fatto nelle prossime settimane, quando il Parlamento e Commissione europea dovranno approvare le politiche di bilancio comunitarie.
“La Corte costituzionale tedesca rappresenta un ostacolo per la flessibilità”

LE MISURE DI AIUTO EUROPEE
Il danno all’economia provocato dal
coronavirus verrà tamponato da interventi comunitari come
Bei, Sure, e
Mes ma, soprattutto, il
Recovery Fund da 1.000 miliardi di euro che sarà orientato verso questioni ambientali. “Un altro campo, complementare a quello ambientale, in cui si concentreranno gli investimenti del Recovery Fund sarà la digitalizzazione dell’economia”, spiegano nella loro analisi gli esperti di
Pictet AM. “Come dimostrato chiaramente in questi mesi, infatti, lo spostamento di buona parte dell’attività sul mondo digitale consente in modo alquanto automatico di ridurre drasticamente le emissioni”, spiega
Luciano Diana, Senior Investment Manager del comparto
Pictet-GEO.
L’EUROPA APRIPISTA SUL TEMA AMBIENTALE
Ancora prima dell’emergenza sanitaria, durante il World Economic Forum di gennaio, la presidente della Commissione Ue,
Ursula von der Leyen, aveva già parlato della possibilità di
dazi green sui prodotti delle aziende prive di adeguate tecnologie digitali. “Oggi la crisi strutturale delle filiere produttive, generata dalla pandemia, sta dando vita a una rilocalizzazione della produzione su base regionale”, conclude la sua analisi
Pictet AM. “Una volta usciti dall’emergenza, molto probabilmente assisteremo alla formazione di diverse filiere regionali”. Senza dubbio un ulteriore passo verso la
sostenibilità e digitale.
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