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Wall Street guarda ormai alla "post-virus economy"

Il mercato americano archivia un’altra settimana alla fine non negativa superando lo psicodramma del petrolio sotto zero. Ora guarda avanti, alla riapertura di un’economia in parte da reinventare dopo la crisi

di Stefano Caratelli 27 Aprile 2020 09:07
financialounge -  coronavirus economia usa Morning News nasdaq Wall Street Weekly Bulletin

Nonostante il colpo di reni dell’ultima mezz’ora, Wall Street non è riuscita a infilare la terza settimana con il segno più, proprio nel giorno in cui cadeva un mese esatto dai minimi del 23 marzo. Ma alla fine è come se lo avesse fatto, se pensiamo come era partita la settimana, con i prezzi del petrolio per la prima volta nella storia con il segno meno davanti (un fenomeno che si è verificato molto più sugli schermi dei trader e nei titoli di giornali che nella realtà) che avevano scatenato uno psicodramma mediatico di scenari apocalittici. Di fatto, in appena 30 giorni, l’S&P 500 ha recuperato metà delle perdite sofferte dopo il picco record di febbraio e viaggia ora solo il 16% sotto i massimi, vale a dire circa 550 punti, e ben il 26% sopra i minimi, pari a 600 punti.


IL NASDAQ RESTA SALDAMENTE NEL CANALE DEL TREND RIALZISTA DI LUNGO TERMINE


Il Nasdaq ha fatto ancora meglio, pur avendo mancato, ma solo per una decina di punti, l’appuntamento con la terza settimana consecutiva in rialzo, non tanto in termini di distanza in percentuale dai minimi e dai massimi, ma come quadro tecnico. Mentre infatti l’S&P 500 continua ad appoggiarsi sul supporto a breve, costituito dalla media mobile a 20 giorni, ma sta lottando per rompere la resistenza a medio, rappresentata dalla media mobile a 50 giorni ed è ancora distante da quella a 200 giorni posizionata in area 2950, il Nasdaq invece resta saldamente nel trend rialzista di lungo periodo come mostra bene la figura qui sotto.

[caption id="attachment_157196" align="alignnone" width="550"]Nasdaq vs medie mobili negli ultimi 10 anni (dati mensili) Nasdaq vs medie mobili negli ultimi 10 anni (dati mensili)[/caption]

TECNOLOGICI AVVANTAGGIATI DAI CAMBIAMENTI SOCIALI INDOTTI DAL VIRUS


Il diverso comportamento è dovuto indubbiamente alla diversa composizione degli indici. Nello S&P 500 pesano molto i settori più colpiti dal blocco economico auto-inflitto causa virus, come beni di consumo discrezionali, industriali e finanziari, in media sotto del 40% dai massimi, senza contare l’energia che è sotto del 64%. Il Nasdaq è invece affollato di titoli tecnologici, che hanno resistito meglio all’impatto perché giudicati in grado di far meglio nell’economia post-Covid, a partire da Amazon e Netflix, per i quali addirittura la crisi ha rappresentato un’accelerazione del business.


ECONOMIA E POPOLAZIONE USA SEMPRE PIÙ INSOFFERENTI AL LOCK DOWN


Cosa sta prezzando Wall Street? E cosa invece non riescono ancora a prezzare le Borse europee? Molto probabilmente il fatto che l’economia e la popolazione americana sono molto più insofferenti al blocco imposto per contenere il virus, tanto che in molti cominciano a chiedersi, come il WSJ nell’editoriale di prima pagina di sabato 25 aprile, se il vero ‘cigno nero’ non sia il lockdown, che sta facendo molti più danni del virus stesso. I business rasi al suolo a milioni sono fatti di esistenze umane, così come quelle perse per il contagi. Per ora si tratta di business e di posti di lavoro in un letto d’ospedale, tenuti in vita dalle flebo di Federal Reserve e Congresso per migliaia di miliardi di dollari, e vanno rimessi in piedi e dimessi al più presto per evitare che l’invalidità da temporanea non diventi permanente, se non peggio.


GLI ORSI SEMPRE PIÙ NUMEROSI NEI SONDAGGI, MA SE SBAGLIANO DOVRANNO RICOPRIRSI


Sembra proprio che l’America abbia voglia di riaprire bottega al più presto, e sembra che Wall Street stia anticipando il fatto che questa voglia potrebbe diventare presto realtà. L’emotività è ancora la forza più potente sul mercato. Le statistiche dell’American Association of Individual Investors dicono che gli Orsi sono il 50% mentre i Tori non arrivano al 25%. Ma questo può anche voler dire che sono in molti ad essersi sbilanciati mettendosi al ribasso e scommettendo su nuovi minimi. Se hanno torto e se il mercato prosegue nel suo cammino di recupero, prima o poi dovranno correre a ricoprirsi per contenere le perdite, dando così una mano ai Tori che hanno resistito e ci hanno creduto. Anche perché, soprattutto quando le acque sono agitate, è pericoloso affollarsi troppo sullo stesso estremo della barca.

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LA POST-COVID ECONOMY POTREBBE FUNZIONARE COME LA NEW ECONOMY DI VENT’ANNI FA


E poi a favore dell’America giocano gli spiriti vitali di quell’economia, la capacità di creare nuove imprese che creano nuovi posti di lavoro. La ‘post-Covid economy’ potrebbe funzionare come la ‘new economy’ vent’anni fa, un ambiente socio-economico che distrugge il vecchio ma crea il nuovo, con nuovi comportamenti di massa che costituiscono altrettante opportunità di nuovi business per chi ha la voglia e la fantasia di crearli. Tutto sommato, i milioni di posti di lavoro creati negli anni prima della crisi esplosa a febbraio in molti casi sono stati il risultato della nascita e della crescita di imprese che 10 anni prima neanche esistevano. In Europa il processo è molto più lento, con paesi come l’Italia ancora impantanati nella ‘post-Lehman economy’, e infatti i mercati europei per ora raccontano una storia diversa da Wall Street.


LA POLITICA DEVE CAPIRE E ACCOMPAGNARE LA VOGLIA DI RIAPERTURA


Per questo l’ottimismo degli investitori che sta accompagnando il recupero del mercato ha ragion d’essere. Finora abbiamo visto che la reazione dei governi globali al virus, quella di chiudere tutto, è stata probabilmente più dannosa del virus stesso. Ma se tutto è bloccato, l’unica strada possibile è la riapertura. L’America sembra pronta a riaprire con la stessa velocità con cui si è corsi a chiudere, anche se non sarà un ritorno a tre mesi fa: la gente dovrà adattarsi a convivere con il virus senza rinunciare a lavorare, guadagnare e spendere, una serie di lavori e di attività andranno persi per molto tempo se non per sempre, ma ce ne saranno di nuovi. L’importante è che la politica lo capisca, così come un quarto di secolo fa Bill Clinton e Al Gore capirono per tempo le potenzialità di internet ed aprirono in tutti i modi la strada alla sua crescita e diffusione.


BOTTOM LINE


Ancora una volta bisogna guardare l’altra sponda dell’Atlantico per trovare ispirazione, dove Wall Street mostra la voglia di chiudere la brutta pagina del virus ed aprirne un’altra di crescita economica, anche se niente dovesse tornare come prima. Un foglio bianco tutto da riempire con spirito di rinascita. In Europa per ora solo un foglio bianco.
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