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Coronavirus, ecco come cambieranno il lavoro e il clima

La diffusione dello smartworking e delle tecnologie per tenere meeting a distanza ha messo ancora più in discussione la necessità di frequenti spostamenti per lavoro, spiega Simon Webber di Schroders

di Chiara Merico 26 Marzo 2020 21:00

L’epidemia di coronavirus ha provocato uno shock per l’economia globale e i mercati finanziari, l’epicentro del quale “si si è sentito chiaramente nei settori legati ai viaggi, dato che le persone hanno cancellato o deciso di mettere in pausa i loro piani e le imprese hanno annullato le conferenze, adottando modalità di smart working”, spiega Simon Webber, gestore del fondo Schroder ISF Global Climate Change Equity di Schroders.

STRUMENTI PER MEETING VIRTUALI


I cambiamenti nelle pratiche lavorative hanno ripercussioni interessanti dal punto di vista ambientale. “Anche 10-15 anni fa era chiaro che stavano diventando disponibili strumenti per facilitare meeting e conferenze virtuali. In teoria, queste modalità dovrebbero aumentare notevolmente la produttività - basta pensare ad esempio al tempo e ai costi improduttivi legati ad aeroporti, aerei, hotel e taxi. Tuttavia, il loro utilizzo non è stato così diffuso come ci si aspettava e i viaggi di lavoro sono stati un settore in forte crescita per l’aviazione e l’industria alberghiera di fascia alta”, osserva l’esperto.

IL CORONAVIRUS ACCELERA I CAMBIAMENTI


Adesso tutto è diverso: “i cambiamenti comportamentali che il coronavirus sta imponendo alle persone in modo così forte probabilmente porteranno a una rivalutazione della necessità dei meeting di persona. Molte società hanno adottato modalità di smartworking e meeting e conferenze di lavoro sono diventate virtuali”. Anche Schroders, spiega Webber, nella sede di Londra ha da tempo “posto l’attenzione sulla predilezione di conferenze video quando possibile, in sostituzione ai viaggi d’affari. Ciò evidenzia la nostra attenzione alla sostenibilità”, così come il lavoro da remoto, ormai diventato una prassi consolidata.

CI SI ABITUERA’ GRADUALMENTE


In questo momento, “l’obbligo di lavorare in questo modo per un periodo di settimane o mesi sta canalizzando le risorse operative per rendere i sistemi adatti a questo scopo. Ciò significa anche che dipendenti e clienti si abitueranno gradualmente a questo cambiamento”. E secondo Webber, anche se ad alcuni non piacerà, c’è la possibilità che molte persone invece lo apprezzeranno e che i manager riconosceranno i benefici di adottare in modo più permanente una flessibilità simile.

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CONSEGUENZE NEGATIVE PER IL TRASPORTO AEREO…


Le conseguenze in termini di investimenti “saranno negative in modo più permanente per le industrie che si basano sempre più sui viaggi a lunga distanza”, osserva l’esperto di Schroders. “L’International Air Transport Association il 5 marzo ha dichiarato che le perdite a livello di entrate per il settore nel 2020 potrebbero essere comprese tra i 63 e i 113 miliardi di dollari. E ciò è successo prima dell’ultimo round di restrizioni ai viaggi”: anche se si è tentati di pensare che tutto tornerà com’era una volta che il virus sarà contenuto, le abitudini comportamentali probabilmente avranno già iniziato a cambiare.

…MA ANCHE OPPORTUNITÀ IN ALTRI SETTORI


In questo contesto, “sorgeranno anche opportunità di investimento. Software per il lavoro da casa, strumenti per le conferenze virtuali, migliori tecnologie personali per i dipendenti, ecc., sono tutte aree che vedranno un aumento della domanda. Per esempio, il grafico di seguito mostra l’impennata dei download dell’app per le video conferenze Zoom alla fine di febbraio”.


LA RIVOLUZIONE DEL 2020


E anche sul fronte della lotta al cambiamento climatico le abitudini sono già diverse. “Finché l’industria dell’aviazione non svilupperà una soluzione tecnologica che non implichi combustione nell’atmosfera, non potremo volare sempre e in ogni luogo e aspettarci di risolvere il problema del clima”, spiega Webber. Per l’esperto “è possibile che il 2020 segnerà il punto di flessione in cui le aziende realizzeranno che si possono fare molte cose senza viaggiare. In questo contesto, abituarsi ai meeting virtuali, e all’immensa mole di benefici associati in termini di produttività, sarà un effetto collaterale positivo della risposta all’attuale crisi”.
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