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Ecco le società biotech in campo contro il coronavirus

Da Vir Biotecnology a Moderna, passando per Regeneron e Sanofi: sono alcune delle società sotto i riflettori. Ma Gianpaolo Nodari, amministratore delegato di J.Lamarck advisor indipendente nel settore delle biotecnologie, spiega a Financialounge.com: “Attenzione a buttarsi con facilità su questi titoli"

di Giancarlo Salemi 13 Marzo 2020 21:00
financialounge -  biotech coronavirus gianpaolo nodari Sanofi

Tutte impegnate nella ricerca di un vaccino per il COVID-19. Le multinazionali del settore biotech sono le uniche in grado di dare una risposta efficace nella lotta contro il nuovo virus. Anche se l’unica certezza, per ora, è che non c’è una cura e non c’è un vaccino e anche i tempi per la messa in commercio di un eventuale antidoto non saranno brevi.

VIR BIOTECNOLOGY E MODERNA, IN PRIMA LINEA


“Una di queste è la californiana Vir Biotechnology” spiega a Financialounge.com Gianpaolo Nodari, amministratore delegato di J. Lamarck società quotata a Piazza Affari e advisor indipendente nel settore delle biotecnologie “una società di immunologia focalizzata sullo sviluppo di nuovi trattamenti per le malattie infettive. Quotata sul Nasdaq, le sue azioni sono balzate di oltre il 100% in seguito alla notizia del suo coinvolgimento nella ricerca di anticorpi in grado di contrastare il nuovo ceppo di COVID-19”. Altra azienda in prima linea è Moderna Therapeutics, che sta collaborando con il National Institute of Health americano (NIH) per sperimentare la molecola chiamata “mRNA-1273” come possibile vaccino contro il coronavirus. “Se si dimostrerà sicura, Moderna e il NIH arruoleranno centinaia di pazienti per determinare se il vaccino sia in grado di proteggere dal contagio” continua Nodari. Intanto la società del Massachusetts, quotata anch'essa al Nasdaq ha visto le sue azioni salire nell’ultimo mese da 18 a 23 dollari in controtendenza rispetto all’andamento dell’indice tecnologico americano.

L’Italia testa l’antivirale dell’americana Gilead Sciences contro il coronavirus


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REGENERON E GILEAD SCIENCES, DA EBOLA AI FARMACI ANTIVARALI CONTRO IL VIRUS


“C’è poi da considerare la storia della newyorkese Regeneron Pharmaceuticals, quotata al Nasdaq, che sta lavorando invece su un approccio anticorpale per trovare una cura contro il nuovo virus” prosegue l’amministratore delegato di J.Lamarck “vale la pena notare che la piattaforma tecnologica dell'azienda ha già dimostrato risultati positivi nel corso dell'epidemia di Ebola del 2015”. Ma l’azienda che sembra essere più avanti nella ricerca della terapia è Gilead Sciences anche essa scambiata sul Nasdaq specializzata in farmaci antivirali utilizzati nel trattamento dell'HIV, dell'epatite B, dell'epatite C. “La società ha annunciato l'avvio di due studi clinici di fase 3 per valutare la sicurezza e l'efficacia terapeutica del farmaco Remdesivir negli adulti con diagnosi di COVID-19” spiega Nodari “La FDA ha già esaminato e accettato il deposito della nuova indicazione terapeutica della società per questo farmaco antivirale che ha mostrato benefici clinici su alcuni pazienti già trattati”.

SANOFI, PFIZER E JOHNSON & JOHNSON: UN POOL ALLA CORTE DI TRUMP


Ci sono poi le big della farmaceutica mondiale che fanno parte della task force convocata dal presidente Donald Trump. A partire dalla francese Sanofi, quotata nel Cac 40 di Parigi, che sta collaborando con la Biomedical Advanced Research and Development Authority per lo sviluppo del vaccino a partire da quello sviluppato per la Sars. Ma anche Pfizer ha identificato determinati composti antivirali che potrebbero potenzialmente inibire il virus anche se per un vaccino ha annunciato “che ci vorranno almeno 18 mesi”. Sulla stessa lunghezza d’onda Johnson & Johnson che sta collaborando con la US Biomedical Advanced Research and Development Authority (BARDA), un’agenzia del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani, per accelerare lo sviluppo di un vaccino. Entrambe le multinazionali del farmaco sono quotate a Wall Street e nelle ultime due settimane sono riuscite a reggere l’onda d’urto delle vendite che ha colpito il listino americano.

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ATTENZIONE A BUTTARSI SU QUESTI TITOLI, NON BASTANO SOLO GLI ANNUNCI


“Sebbene questi sviluppi siano promettenti, soprattutto in un mondo che combatte un’epidemia, sconsigliamo agli investitori di “buttarsi” nella mischia sulla base di un semplice annuncio riguardante la possibilità di sviluppare un vaccino” ci tiene a precisare Nodari a Financialounge.com. “Se alcune società sono veri e propri leader del settore (Gilead Sciences, Sanofi o Regeneron) ed hanno dimostrato di avere tutte le carte in regola per sviluppare una terapia valida, altre hanno raggiunto valutazioni “stellari” solo grazie alla speculazione. Potrebbe quindi accadere che alcune società colgano l’occasione per decretare aumenti di capitale attraverso emissione di nuove azioni a prezzi superiori dell’80-100% rispetto ai valori di qualche settimana fa, con il risultato di veder scendere i valori azionari molto velocemente”. Un esempio? Basta guardare a Novavax che, dopo essere cresciuta a Wall Street del 100% (da 8 a 16 dollari), ha annunciato emissione di nuove azioni con conseguente storno del 40% in appena due giorni.

 
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