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Sono di un’azienda italiana i caschi per l’emergenza coronavirus

I reparti di terapia intensiva rischiano il collasso per i numerosi ricoveri da coronavirus. Regione Lombardia pensa di utilizzare dei caschi per i pazienti che versano in condizioni meno critiche 

di Fabrizio Arnhold 5 Marzo 2020 15:35
financialounge -  caschi coronavirus Lombardia sanità

I posti in terapia intensiva scarseggiano. Il sistema ospedaliero è in crisi e rischia il collasso nel caso i contagi da coronavirus dovessero aumentare nei prossimi giorni. La Lombardia, la regione più colpita dall’epidemia di Covid-19, ha deciso di intervenire per difendere l’operatività degli ospedali lombardi, annunciando l’acquisto di “caschi respiratori”, destinati ai pazienti contagiati da coronavirus ma che non necessitano della terapia intensiva. 

L’AZIENDA ITALIANA DEI CASCHI 


I caschi sono prodotti dalla Harol, azienda italiana con sede a San Donato, alle porte di Milano. L’assessore alla Sanità della Regione Lombardia, Giulio Gallera, ha parlato di caschi Cpap, ossia adatti per “ventilazione meccanica a pressione positiva continua”. Si tratta di maschere o caschi a ossigeno che non costano eccessivamente - circa mille euro - e sono prodotti da diverse aziende del Nord Italia, tra cui la Harol. 

I 40 MILIONI STANZIATI


L’acquisto di questi caschi e il loro utilizzo comporterebbe un vantaggio per la gestione dei pazienti nei reparti di terapia intensiva. Chi è in cura per il coronavirus ma non ha sintomi così gravi da richiedere la degenza in terapia intensiva, indossando il casco potrà restare in reparto, senza risultare contagioso. I 40 milioni appena stanziati dalla Regione Lombardia serviranno per acquistare anche questi tipi di caschi. 

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I NUOVI REPARTI CON I CASCHI


Nel momento in cui questi caschi saranno disponibili negli ospedali lombardi, verranno isolati reparti per il trattamento dei pazienti con i caschi Cpap. Il passaggio all’intubazione toccherà solo ai pazienti in condizioni critiche. Lo sforzo della Regione Lombardia è quello di rendere meno caotica la gestione dei ricoveri in ospedale, con una gestione più rapida del picco di richieste. 
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